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Martedì, 28 Novembre 2023

Filippo Giannitrapani

Collaboratore Sport

Roma sfida Milano. Con Mourinho e Sarri la Capitale sogna lo scudetto

José Mourinho e Maurizio Sarri sono i nuovi allenatori di Roma e Lazio. Due profili di alto livello scelti dalle società capitoline per un obiettivo ambizioso: riportare il tricolore nella Città Eterna

La seconda giornata di Serie A è andata in archivio regalando sorprese, vedi la caduta della Juventus con l’Empoli, e certezze come l’Inter campione d’Italia a punteggio pieno. 

Questi primi 180 minuti di campionato hanno anche detto che Roma sogna lo scudetto. Quest’anno, come mai dopo i due squilli dei primi anni del nuovo millennio, la Capitale sfida Milano e il Nord Italia per la conquista del tricolore.

A guidare l’armata giallorossa e biancoceleste in questa guerra di conquista, ci sono due condottieri che sanno come si vince. 
A comando della Roma c’è José Mourinho. Nemico giallorosso dieci anni fa ma adesso capo di un popolo alla ricerca di rivalsa e di trofei. Il portoghese, che “non è un pirla”, tiene i piedi per terra ma sta costruendo qualcosa di speciale. Mou accolto in città come un Deus ex Machina,sta cambiando la Roma frenetica, che si scioglieva alla prima difficoltà facendola diventare una squadra unita, compatta e paziente. Una formazione a testuggine, che si difende, non prende gol e poi attacca senza pietà. Se l’avversario piazza davanti la sua porta una barriera degna di quella del Trono di Spade, i giallorossi non cadono negli isterismi del recente passato e continuano a cercare il modo per scardinarla. Una volta trovato il varco, l’ondata giallorossa diventa inarrestabile. E quando rimpiazzi il terzo bomber della storia romanista (Dzeko), con Abraham un giovane inglese, fresco campione d’Europa e pieno di belle speranze e con buoni piedi, tutto diventa più facile. 

Il comandante dell’armata biancoceleste, Maurizio Sarri, non è da meno. La Lazio quando attacca incute timore agli avversari che si vedono spuntare i giocatori laziali da tutte le parti. Il Sarrismo sta prendendo forma. Il bel gioco che si vedeva ai piedi del Vesuvio ha cambiato residenza, e adesso si intravede all'ombra del Colosseo. I biancocelesti corrono a ritmi altissimi, muovono la palla ad alta velocità e segnano tanto, nove gol in due partite. Senza timore, l’armata di Sarri affronta le partite di petto, attacchi frontali che mandano allo sbaraglio le linee difensive nemiche. Al resto poi ci pensa il cecchino Immobile, autore di quattro gol in due partite, reduce dalla campagna europea vittoria di Mister Mancini, e scarpa d'oro 2020. 

“Make Roma Great Again” si saranno detti Mourinho e Sarri al loro arrivo nella Città Eterna. Loro due che sono gli unici allenatori dell’attuale Serie A ad aver vinto un trofeo internazionale: quattro il portoghese (2 Champions, 1 Europa League, 1 Coppa Uefa) e uno il toscano (Europa League). Mou e Sarri, due dei tre allenatori che hanno già vinto uno scudetto in Italia: due lo Special One, uno il Comandante. Ecco perché Roma può vincere lo scudetto. Roma e Lazio possono alzare quel titolo che manca dai primissimi anni 2000, perché sono guidate da gente che sa come vincere, sa come motivare, sa come giocare per la vittoria. Mourinho e Sarri hanno alzato le aspettative e l’appeal della Roma del pallone. Roma e Lazio hanno tuonato contro le potenze del nord, che vincono lo scudetto ininterrottamente dal 2002, prendendo allenatori di primo calibro. “Noi ci siamo e vogliamo vincere” questo è l’urlo che riecheggia nella Capitale.

Sarri e Mou, due allenatori simili ma diversi con un obiettivo comune, riportare Roma al centro del mondo del pallone sfidando il passato. Poco importa se sulla propria strada ci sono vecchi amici passati all’altro lato (quello del nord) della Forza, vedi Inzaghi e Correa o se ci si ritrova contro le storie vincenti del recente passato (Inter e Juventus), adesso conta solo Roma.

Roma-Milano, l'attacco allo scudetto è appena iniziato. 

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