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Filippo Giannitrapani

Collaboratore Sport

Mau e Mou: mal comune mezzo gaudio

Lazio e Roma trovano le prime sconfitte stagionali. Arbitraggi, raccattapalle e umidità non spiegano le umiliazioni ricevute sul campo dalle capitoline

Si fermano insieme Maurizio Sarri e José Mourinho. Le prime sconfitte in campionato di Lazio e Roma arrivano a distanza di 24 ore l'una dall'altra con modalità molto simili, ovvero subendo una lezione di calcio rispettivamente da Napoli e Udinese, da Spalletti e da Sottil. E le spiegazioni dei due tecnici sono pressoché le stesse: colpa dell'arbitro, del caldo e dei raccattapalle. Si, l'hanno detto. 

Contro il Napoli la Lazio ha subito 70 minuti abbondanti di dominio partenopeo. Fa rabbia per i biancocelesti che erano pure passati in vantaggio dopo appena 4 minuti e hanno avuto le possibilità di azzannare la partita (Felipe Anderson sbaglia due assist che avrebbero messo Luis Alberto e Lazzari davanti la porta). Ma proprio questo è quello che manca in questo momento alla formazione di Sarri: il cinismo. A Marassi è valso un pareggio beffa (e immeritato) al 90esimo all'Olimpico la prima sconfitta stagionale. Milinkovic e compagni dopo un buon avvio spariscono dal campo, merito di un grande Napoli ma dalla Lazio ci si aspetta di più perchè contro le big può dire la propria vedi splendida vittoria contro l'Inter di poco più di una settimana fa. Ai biancocelesti manca un rigore, contatto falloso netto ed evidente di Mario Rui su Lazzari ma questo non giustifica una prestazione incolore (migliore in campo Provedel) e non spiega il perchè di una sconfitta del genere così come "Il tasso di umidità altissimo". Sì, l'ha detto davvero. Venti minuti di Lazio sono troppo pochi e di certo non sono colpa del caldo o dell'arbitro.

Se Sarri "piange", Mourinho non può chiamarsi fuori causa. Lo Special One dice "non abbiamo perso per l'arbitro ma..." ed ecco che parte l'attacco non molto velato al fischietto di Napoli: "abbiamo avuto subito un feeling negativo con lui ed è un arbitro perfetto per l'Udinese". Mou però non si ferma e tira fuori il coniglio dal cilindro: "L'Udinese è una squadra brava a fare tutto anche ad educare i bambini di 10-12 anni che fanno i raccattapalle" (per il tecnico nascondevano i palloni). Giù il sipario. Al racconto di Mou fa da contralttare il campo dove la Roma dura 30 secondi, il tempo di Dybala di sfiorare il gol simile a quello fatto col Monza, poi c'è solo l'Udinese che strapazza i giallorossi e che segna quattro gol, solo perchè l'arbitro fischia la fine della partita. I giallorossi si consegnano alla squadra friulana e da masochisti si fanno da soli il primo e il secondo gol con Karsdorp e Rui Patricio. Nemmeno i cambi nell'intervallo salvano la Roma, ma anzi creano ancora più confusione: dalla lentezza del centrocampo Matic-Cristante si passa alla confusione tattica con tutti dentro e speriamo bene. Anche qui manca un rigore per un contatto Becao-Celik ma dopo un 4 a 0 parlare di arbitraggio è avvilente. Se il primo tempo contro la Juve era da vergognarsi (parole di Mou), i 90 minuti della Dacia Arena sono anche peggio. 

Un passo indietro per Lazio e Roma che falliscono esami importanti. Per i biancocelesti il passo indietro arriva anche nel gioco fiore all'occhiello di Formello, dalle parti di Trigoria il gioco non è in discussione, non c'è mai stato, ma una debacle così non era attesa specie dopo i segnali di solidità mostrati nella fase difensiva. Le due squadre non erano fortissime prima e non sono da retrocessione adesso, la sconfitta prima o poi sarebbe arrivata ma certe umiliazioni non sono concepibili specie dopo un mercato importante per entrambe,

In conclusione da Mau e Mou ci si aspetta di più: autocritica, parlare meno di arbitri e capire cosa non va e come migliorare invece di fare la gara a chi la spara più grossa fra umidità e raccattapalle.

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