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Filippo Giannitrapani

Collaboratore Sport

Mou dà del catenacciaro a Sarri: robe da derby

Brutto derby. Colpa di Sarri che fa catenaccio? Colpa del non gioco della Roma? Più pesante l'assenza di Dybala o di Milinkovic-Savic o Immobile?

Il derby è stata una brutta partita. Roba da derby? Insomma. Poca, pochissima qualità con lo spettacolo ammirato solo sugli spalti. Colpa dei grandi assenti da Dybala a Milinkovic-Savic, ma non solo. Lo zero a zero, il risultato oggettivamente più giusto, è stato rotto dall’errore grossolano di Ibanez (recidivo nei derby). E non è colpa della costruzione dal basso ma dall’idea di un difensore che a difesa scoperta dentro l’area di rigore con un controllo non da brasiliano, porta la palla verso il dischetto del rigore. Follia. La Lazio ringrazia. Sarebbe cambiato qualcosa con le stelle in campo? Vale pensare che l’assenza di uno o dell’altro top player abbia pesato di più?

Per Mourinho è tutto chiaro. La sconfitta della Roma e il poco spettacolo in campo è figlio del catenaccio di Sarri. Lo Special One, che col pullman ha vinto due Champions League, un'Europa League, una Conference League e (meritatamente) svariati trofei accusa la Lazio di Sarri di aver vinto il derby col catenaccio. Geniale. Una mossa davvero speciale, a cui Mou aggiunge: “mancava Dybala ed era l’assenza più pesante del derby”. Certamente senza la Joya la Roma perde quella brillantezza negli ultimi 20 metri che può risultare decisiva, ma i problemi della squadra non sono solo in attacco. La Roma non ha organizzazione di gioco offensivo, non ha schemi, non ha idee. Il tutto è improvvisazione. Palla lunga per Abraham che non ne prende una o per Zaniolo che anzi nel derby è stato il più lucido dei suoi, e poi speriamo. Con Dybala sarebbe cambiato qualcosa? La Roma con Dybala in campo è stata diversa? Nì. La Roma non ha nemmeno incantato con l’argentino in campo ma almeno sul terreno di gioco c’era un campione. Una risposta valida l’ha data Sarri in conferenza post derby: “Dybala è un fuoriclasse” - dice il tecnico della Lazio - “ma col gioco della Roma nel secondo tempo non avrebbe fatto nulla”. Non che nel primo la Roma avesse fatto chissà cosa, ma nella ripresa i giallorossi hanno solo lanciato lungo facendo il gioco della Lazio che ha sfruttato al massimo un derby dove partiva da sfavorita.

Sull'altro lato del Tevere Sarri alla Lazio ha dato un gioco. L’idea della squadra è chiara: possesso, aggressione, verticalizzazioni. Ma Sarri oltre all’organizzazione e alle idee ha dato altro: un piano b. La Lazio non ha fatto nulla in fasse offensiva nel derby sia chiaro, ma ha preparato la partita con questo ragionamento: “non abbiamo Milinkovic-Savic e Immobile i nostri migliori giocatori, non possiamo fare il nostro consueto gioco e allora ci difendiamo”. La Lazio è la seconda difesa del campionato (terzo attacco) e sulla difesa (e sull’errore di Ibanez) ha vinto il derby. Baricentro basso per i biancocelesti, linee compatte, pressing e reattività sulle seconde palle. Sarri ha lasciato il pallone alla squadra di Mourinho mettendola in difficoltà perché la Roma non sa impostare una partita di controllo, ma si trova a suo agio in contropiede, in ripartenze. 

Non c'è controprova per sapere se la presenza di uno dei top player assenti avrebbe potuto spostare gli equilibri ma il derby ci conferma tre cose: che la Roma non ha un gioco, che la Lazio oltre che ad attaccare ha una grande fase difensiva e che il calcio è un gioco di squadra, no di singoli. 

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