Mourinho-Lazio: nessuna ossessione ma paura di fallire
Mourinho usa una delle sue mosse migliori: distogliere l'attenzione e allentare la pressione sulla sua squadra. Tema di discussione la Lazio
José Mourinho davanti ai microfoni è sempre un fenomeno. Lo Special One non smentisce la sua superba capacità di comunicazione e ne è dimostrazione il post partita di Roma-Bologna. La partita terminata in pareggio, poco importava a Mourinho e a tutto l’ambiente giallorosso il cui vero obiettivo è soltanto uno: vincere la Conference League. Prima di approdare alla finale di Tirana però la Roma dovrà giovedì eliminare il Leicester (1-1 all’andata, non vale la regola del gol in trasferta)..
In un momento in cui la pressione e le aspettative sono altissime per tutto l'ambiente romanista. che in settimana si gioca la stagione Mou ribalta in maniera illusoria le priorità giallorosse col campionato (il quinto posto) che diventa più importante dell'impegno in Europa. Per farlo quale migliore occasione allora se non quella di toccare il tasto derby e Lazio? Il mago di Setubal in questo è stato bravo a sfruttare l'assist del clamoroso e grave errore della terna arbitrale (sospesi fino a termine stagione l’arbitro Pairetto e Var Nasca) che ha permesso ai biancocelesti di battere lo Spezia e agganciare i giallorossi in classifica. La scelta è stata a quel punto ovvia per Mou: parlare di favori alle dirette avversarie in campionato dove il quinto posto è un obiettivo secondario, per allentare la pressione sul grande appuntamento europeo di giovedì vero e unico obiettivo stagionale rimasto alla Roma.
A Mourinho della partita col Bologna importava poco, vedi la formazione titolare scesa in campo domenica all’Olimpico piena di seconde e terze linee, e di conseguenza anche la corsa al quinto posto. AI giornalisti dopo la breve polemica sull’arbitraggio subito dalla Roma (“Brutta gara ma c’è anche la responsabilità dell’arbitro”), Mou lancia nella mischia la Lazio per fare rumore, che ha visto poi la risposta del club biancoceleste e di cui se ne parla ancora. Mourinho non è ossessionato dalla Lazio, quello che il portoghese dice (vero, col Var il fuorigioco di Acerbi doveva essere segnalato senza sé e senza ma), fa parte di un copione già scritto prima della sfida col Bologna e che Mou avrebbe esternato al di là di come fosse terminata la partita. Tirare in mezzo la Lazio, la corsa al quinto posto (quando ha scelto un ampio turnover) per allentare la pressione questa la sua missione perchè non battere il Leicester vorrebbe dire aver fallito. Mou ha usato la Lazio come strumento anti pressione, come scaccia paura di un possibile fallimento, non vincere la coppa vorrebbe dire fallire per lo Special One per la Roma.
Una tattica (più che legittima) quella di Mourinho di far muro attorno alla sua squadra per allentare la pressione del ritorno col Leicester (con un Olimpico strapieno verso l’ennesimo sold out stagionale, chapeau!) ma soprattutto per allontanare la paura del fallimento. Infatti la non vittoria della Conference League metterebbe la Roma davanti ad una stagione più che negativa con la qualificazione alla Champions League irraggiungibile (era l’obiettivo di inizio anno), Coppa Italia sfumata ai quarti, qualità di gioco molto bassa. La vittoria del trofeo europeo volterebbe faccia alla stagione romanista e darebbe slancio alla società a livello di prestigio, economico, morale e tecnico costruendo le basi di una crescita importante per la prossima stagione.