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Calcio

Luiss, l'intervista a Nolano "Mister Stendardo è una grande persona"

Il giocatore della LUISS ha parlato dei suoi molteplici interessi nel corso di un'intervista alla radio del campus

Nuova intervista per RadioLuiss, questa volta è il turno di Leonardo Nolano, giovane ala sinistra della prima squadra della Luiss. Nel corso dell'intervista Nolano è uscito dai binari del calcio giocato ed ha parlato dei suoi interessi, culminati in un Master in Music presso la Luiss Business School in corso durante il suo periodo in squadra, di cui uno è uno dei capisaldi da anni. Nolano ha parlato anche delle sue esperienze passate nel mondo del calcio, tra le giovanili della Roma e quelle della Lazio.

Leonardo, quanto è forte il tuo legame con la musica?

Tantissimo. I miei genitori mi hanno fatto appassionare fin da bambino e poi, in autonomia, ho coltivato questa passione. Quando ho saputo che la Luiss dà la possibilità di seguire un corso a tema, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione.

Nei mesi in cui sei stato libero dallo studio, cosa hai fatto?

Mi sono allenato molto. Il campionato di Eccellenza è un torneo molto difficile, unico nel suo genere. In questo inizio di stagione, siamo partiti con il piglio giusto, il gruppo è solido e tutti i ragazzi stanno rispondendo bene. Per i più giovani non è semplice entrare in una squadra già rodata: noi più esperti dobbiamo essere bravi a mettere i nuovi arrivati a proprio agio per farli giocare senza pressione.

Alle spalle hai un curriculum di tutto rispetto, con un passato in settori giovanili importanti…

Ho avuto la possibilità di giocare per una squadra professionistica come la Roma per poi passare alla Lazio. Ho scelto di sposare il progetto Luiss dopo la maturità: ho capito che non ci sarebbe stato spazio per me nel professionismo e allora ho deciso di conciliare al meglio sport e studio.

In campo hai affrontato qualche giocatore che adesso milita in Serie A?

Sì, ho giocato contro Donnarumma, Locatelli, Pinamonti: tutti nati nel 1998 come me. In più, ho avuto la possibilità di allenarmi con la prima squadra della Lazio quando l’allenatore era Stefano Pioli.

Notavi delle differenze quando ti allenavi con i più grandi?

Tantissime. Il mister mi chiedeva di marcare Biglia: alla sera dovevo prendere un’aspirina per il mal di testa.

Pioli non è l’unico grande allenatore che hai avuto, vero?

Sì, ho avuto anche Simone Inzaghi in Primavera, Roberto Baronio, Daniele Franceschini e Cristian Ledesma.

Bisogna dire che con la guida tecnica non va male nemmeno adesso…

Assolutamente no, mister Stendardo è una grande persona. È molto diretto e sincero. Inoltre, è uno dei pochi giocatori a essersi laureato: a certi livelli far combaciare studio e sport è veramente difficile, chi ci è riuscito ha una marcia in più. E poi c’è sempre, se hai un piccolo problema, di qualsiasi natura, ti chiama e ti dà consigli. Questo ti fa capire quanto ci tenga.

La tua grande passione, oltre al calcio, è la musica: cosa ti piacerebbe fare “da grande”?

Con tre ragazzi, organizzo eventi già da tempo. Ci occupiamo di underground, musica non commerciale che difficilmente passa in radio. È quello che vorrei fare da grande, non lo nascondo. Inoltre, per conto mio, faccio un corso di produzione: il mio sogno è aprire un’etichetta discografica.

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