rotate-mobile
Calcio

Cristian Ledesma: "Sarri uomo di calcio. La finale contro la Roma? Sapevo che avremmo vinto"

Cristian Ledesma bandiera della Lazio per nove anni, è nella top 10 all time del club per numero di presenze 318. Perno delle formazioni di Delio Rossi, Reja, Petkovic, Ledesma con la Lazio ha vinto due Coppe Italia, fra cui la famosa Coppa in Faccia” contro la Roma e una Supercoppa Italiana.

“Lo dico senza presunzione ma sapevo che avremmo vinto”. Parla così Ledesma capitano della Lazio nella storica finale della “Coppa in Faccia”. Una data scolpita nella storia della Lazio di cui Ledesma fa parte dal 2006. In nove anni Cristian Daniel Ledesma si è innamorato della Lazio, con cui ha vinto tre trofei e di Roma città che “non cambierebbe con nessun’altra” e dove attualmente vive con la sua famiglia. Ancora legato alla Capitale, Ledesma gioca nella Lazio Calcio 8, è direttore della Ledesma Academy e il suo obiettivo è fare l’allenatore nei professionisti. Il tutto seguendo ancora, ovviamente, la Lazio.

Cristian ti piace questa Lazio? Dove può arrivare?

Sì mi piace ma è dura dire possa arrivare, il campionato è difficile per tutte le squadre. Poi in questa annata particolare dove perdi giocatori causa Covid, è ancora più complicato. La Lazio, fra alti e bassi, sta facendo fatica, sia perché non ha ricambi dello stesso livello dei titolari e sia perché sta ancora trovando il modo di giocare. 

Cataldi, Felipe Anderson, Radu tanti tuoi ex compagni ancora alla Lazio. Che effetto ti fa?

Da tifoso della Lazio che sono, mi fa piacere. Per Danilo (Cataldi, ndr) ho un particolare affetto. Sono felicissimo per lui perché finalmente ha trovato un posto dove esprimersi con continuità. Felipe è un giocatore completamento diverso rispetto a quando giocava con me. Ora è più maturo e con più esperienza internazionale.

Ti sarebbe piaciuto avere Sarri come allenatore?

Sì assolutamente perché mi piace il suo modo di far giocare a calcio, e mi piace la Lazio quando mette in pratica le sue idee. Oltre alla sua idea di gioco, di Sarri apprezzo anche la sua tranquillità nell’analizzare le partite, sia le sconfitte e che le vittorie. È un uomo di calcio e mi piace.

Capitolo, allenatori: con quale hai legato di più alla Lazio?

Con Delio Rossi, con cui ho lavoro più tempo. Ma mi sono trovato molto bene anche con Reja e Petkovic, un allenatore che stava già allora portando in campo le idee del calcio moderno. Ai tempi di Lecce, il mio rimpianto è aver avuto per pochi mesi Gregucci. 

Un po' meno Ballardini…

Difficile legarmi a Ballardini…anche perché non mi ha mai allenato.

Nove anni di Lazio non sono pochi, cosa significa per te questo club?

Ho sempre sognato di arrivare in una grande squadra. E la Lazio lo è. La seguivo da piccolo perché qui giocavano grandissimi argentini, quelli forti e mi riferisco a Veron, Simeone, Almeyda, Sensini, Crespo, Chamot. Certo quando sono arrivato non è stato semplice ambientarmi anche perché la squadra non andava bene. 

Però poi ti sei innamorato della Lazio. Quando è scattata la scintilla?

Mi sono davvero innamorato della Lazio quando sono stato fuori rosa (periodo Ballardini, ndr). Ero un giocatore che il sabato, la domenica stava seduto sul divano ma la gente in giro per Roma mi ha dimostrato un affetto maggiore rispetto a quando giocavo. E poi conoscendo la storia della Lazio, la piazza, la gente le storie belle e tristi. Così mi sono innamorato.

Il gol nel Derby, la Coppa Italia vinta contro la Roma, e la partita contro il Napoli del 2015. Sono queste le partite più importanti in biancoceleste?

Aggiungo la finale di Coppa Italia contro la Sampdoria.

Il tuo primo trofeo in cui hai realizzato uno dei rigori della serie

Esatto, sono queste le partite, le finali per cui desideri giocare in una grande squadra come la Lazio. Con la Samp è stata una finale difficile. Ok non era un derby o una partita contro Inter, Juve, Milan ma la Sampdoria di Mazzarri era una squadra forte che aveva fatto un campionato straordinario. 

Restando in tema finali. Se ti dico Coppa Italia 2013 a cosa pensi?

Chi tifa Lazio, chi nasce a Roma sa cosa vuol dire una partita del genere. Si poteva immaginare una tragedia o la gloria. I nostri tifosi erano preoccupati, i loro erano sicuri di vincere. Io quella partita la giocai da capitano e ricordo la faccia dei miei compagni, vedevo in loro la sicurezza che avremmo vinto quella partita, mentre negli avversari notavo tanta preoccupazione. Senza presunzione e non lo dico perché l’ho vinta ma guardando i miei compagni sapevo che avremmo vinto. Poi ovviamente ricordo la festa, quando una volta seduti al ristorante c’era la tranquillità di aver vinto, la consapevolezza di avercela fatta, di aver fatto quello che dovevamo fare.

Accantonando un attimo il pallone, come è stato il tuo primo impatto con la Capitale?

È stato più facile del previsto perché quando stavo a Lecce, ero venuto in città un paio di volte. All’inizio pensavo “ma come fai a vivere qua? È così immensa, grande, sembra tutto dieci volte più grandi e complicato”. Inizialmente fai fatica, prima il raccordo non era completato e per andare a Formello ci mettevi quasi un’ora ma poi ci vivi, e capisci che se vivi a Roma Nord, io vivo a Vigna Clara, non vai a fare la spesa a Roma Sud, quindi tutto si ridimensiona.

Quindi possiamo dirlo innamorato della Lazio e di Roma città?

Dopo la Lazio sono stato in Brasile, in Grecia ad Atene, a Lugano ma nonostante tutti i suoi difetti Roma non la cambierei mai. Vivi sensazioni che in altre città non hai. Ogni 500 metri trovi un posto che sta lì da tanti anni in cui si respira storia, non solo della Città o d’Italia ma di tutto il mondo. Una sensazione bellissima. 

Ti piace quindi fare il turista per la città?

Quando giocavo non molto. Adesso sì mi piace girare per Roma ma anche fuori come i Castelli ad esempio.

Restando in tema città di Roma…piatto preferito?

Dirne soltanto uno è dura. Se proprio devo scegliere dico la cacio e pepe.

Torniamo al pallone, ancora giochi giusto?

Sto giocando con la Lazio Calcio a 8

Continua quindi il derby con Totti…

Sì, l’anno scorso abbiamo vinto la Coppa Italia. Ma il mio obiettivo è fare l’allenatore fra i professionisti.

E per raggiungere questo tuo obiettivo stai già facendo esperienza

Sì, ho allenato la Luiss (la squadra dell’Università, ndr), per due anni prima in Promozione e poi in Eccellenza. L’anno scorso, ho fatto il corso Uefa A e quindi posso allenare fra i professionisti. E sono in attesa di avere un’occasione o in Lega Pro o nel settore giovanile, Primavera o Under, per poter lavorare in settimane complete e impostare le proprie idee in base all’organico a disposizione. 

Preferiresti allenare subito un top team o fare la gavetta?

Non voglio allenare per allenare, io ho un’Academy. Mi sarei potuto mettere lì ma voglio lavorare fra i professionisti. Non voglio essere chiamato perché c’è un buco, a qualcuno sta bene, non giudico, ma a me non interessa. Cerco una squadra che mi chiami perché ha delle idee, degli obiettivi da raggiungere, un progetto interessante. 

A proposito della Ledesma Academy, dove nasce questa idea?

La Ledesma Academy è frutto della voglia nata guardando mio figlio (centrocampista, ndr) allenarsi. Lui è stato alla scuola calcio della Lazio, e vedere i suoi miglioramenti a distanza di pochi mesi mi ha fatto venire la voglio di vedere crescere i ragazzi, di far qualcosa per loro. Ora siamo al terzo anno e siamo soddisfatti di questo progetto. Siamo contenti di come migliorano i ragazzi e le ragazze (la Ledesma Academy ha pure il settore femminile, ndr). I bambini e le bambine sono contenti di venire da noi, abbiamo dei riscontri positivi anche dai genitori e questo ci permette, nonostante la pandemia, di migliorarci.

Ultima domanda, visto che sei stato pure un Nazionale… ci andiamo ai Mondiali?

Spero di sì. Sono argentino ma mi sento italiano, ho vissuto più anni in Italia che in Argentina. Non sarà facile, ma dopo l’Europeo vinto giocando così bene sarebbe un peccato vedere un altro mondiale senza l’Italia.

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cristian Ledesma: "Sarri uomo di calcio. La finale contro la Roma? Sapevo che avremmo vinto"

RomaToday è in caricamento