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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Mezzo secolo da ultras: i Boys Roma festeggiano i 50 anni di storia

Le furie giallorosse hanno celebrato il loro anniversario lo scorso 28 ottobre

"Non c'è notte così lunga da impedire al nostro sole di risorgere!". Questo il motto che da 50 anni accompagna il cammino dei Boys Roma, storico gruppo ultras della Curva Sud della Roma. Mezzo secolo di passione, celebrato lo scorso 28 ottobre in zona Pietralata, dove "Le furie giallorosse" hanno sventolato le bandiere con le quattro lettere gialle su sfondo rosso dei Boys Roma 1972. Era infatti il 28 ottobre quando la storica "firms" espose per la prima volta la sua pezza nella curva Nord dell'allora vecchio stadio Olimpico di Roma. 

Diverse le tifoserie che hanno reso omaggio al gruppo ultras giallorosso come a Palermo: "50 anni di vera storia. Ai Boys Roma onore e gloria", lo striscione dedicato al gruppo della Curva Sud. "Boys Roma da 50 anni con orgoglio e mentalità. Il vostro sole mai tramonterà!", lo striscione esposto dai tifosi della Sambenedettese della Curva Nord Massimo Cioffi. 

I Boys Roma nacquero nel 1972 da una intuizione di Antonio Bongi. Da sempre schierati politicamente a destra, inizialmente in Curva Nord, i Boys Roma diedero vita nel 1977 assieme ad altri gruppi ultras presenti in Curva Sud al CUCS (Commando Ultrà Curva Sud). Riposto lo striscione, lo stesso ricomparve in occasione della finale di Coppa Campioni giocata all'Olimpico il 30 maggio del 1984 contro il Liverpool. Da allora è passato mezzo secolo ed il teschio simbolo del gruppo continua a splendere nel settore caldo del tifo giallorosso. 

"Nel 1972, avevo 14 anni, con l’aiuto di Renato Faitella e Fausto Josa, dirigenti del Centro Coordinamento Roma Club, fondai i "Boys - Le furie giallorosse" - le parole di Antonio Bongi in una vecchia intervista -. Noi Boys eravamo tutti teenagers, con simpatie di destra. Stavamo in Curva Nord e avevamo diritto allo striscione e a quattro ingressi a partita. Si arrivava allo stadio all’apertura dei cancelli, per obbligo perché dovevamo piazzarci con lo striscione al nostro posto. Ero affascinato dagli ultras del Toro, che avevano già una cinquantina di striscioni in curva. Li presi ad esempio. Attaccavamo l’incitamento al fischio d’inizio della partita, per risparmiare la voce. Avevamo venti tamburi, megafoni, trombe elettriche alimentate dalle batterie delle automobili, che facevano un chiasso infernale. Organizzavamo i pullmann per le trasferte e ogni tanto veniva la mamma di qualcuno di noi. Ricordo i treni giallorossi a 4.500 lire (Roma-Genova-Roma) biglietto compreso. Curve piene di bandiere per un Roma-LanerossiVicenza 0-0 con 65.000 spettatori. O per Roma-Torino, quando Renato Cappellini segnò un gol dopo 980 minuti scacciando lo spettro della B". 

"Era un tifo casinista ma pulito, non violento. Da sinistra a destra, così stavano piazzati gli striscioni sulle sei uscite principali delle due curve: Aficionados H.H. Viale Somalia, Fedelissimi Viale Marconi, Cinecittà Alberto Ginulfi in Sud, poi in Nord: Giuliano Taccola Primavalle, R.C. Aurelia e Boys... A quei tempi i laziali dividevano ancora la Sud con i romanisti. Prima di un derby dell’11.03.1973 la SS Lazio invitò con un comunicato i propri tifosi a prendere la Sud, in quanto società ospitante. L’anno prima avevano vinto i due derby, si sentivano forti. Decidemmo di fare una spedizione: alle 11 del mattino li trovammo sul muretto di Dante (Ghirighini ndr), erano pochini. Cominciammo a dargli fastidio e, aumentando il pubblico, il gruppetto di laziali si trovò isolato. Fra cori e pernacchi, si trasferirono in blocco verso la rete attaccata alla Tevere, in un cantuccio. Il derby successivo li ritrovammo alla Nord. Da poco tempo avevo avuto l’inevitabile impatto con la violenza. I primi scontri mi colpirono molto. Fu a Torino nel ‘73. Gli ultras granata, notoriamente di sinistra, si presentarono all’improvviso nella nostra curva, con bastoni e caschi. Ci rubarono lo striscione, qualcuno di noi prese dei colpi. Strapparono e bruciarono in Curva Maratona lo striscione del R.C. Giuliano Taccola, forse il più bello della storia della tifoseria giallorossa, ideato da Marcello “il Kid”. Erano le prime avvisaglie degli anni di piombo, con le diversificazioni politiche anche negli stadi. In Curva Sud presto spuntarono gruppi di tifo organizzato simili al nostro. Sul muretto già da tempo c’erano i Guerriglieri della Sud, di destra. Al lato opposto stavano i Fedayn di Quadraro-Cinecittà, comunisti; il loro capo era Roberto Rulli, un militante piuttosto noto e un ragazzo idealista. La Fossa dei Lupi era di Monte Cervialto, guidata da Stefano Scarciofolo e Vittorio Trenta. Le Brigate Giallorosse provenivano da Torrespaccata. Il Commandos Lupi era organizzato dai ragazzi di Monteverde. Poi sorsero le Pantere Giallorosse, i Panthers e altri gruppi minori".

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