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Boxe, Vianello torna a Roma: è il primo match da professionista fuori dagli USA

Il peso massimo il 28 ottobre è al Pala Atlantico: "Poi raggiungerò Fury in vista del suo incontro"

Torna nella città dov’è nato e cresciuto. Ma solo per un incontro. Il peso massimo Guido "The Gladiator" Vianello farà tappa a Roma nella riunione pugilistica organizzata venerdì 28 ottobre al Pala Atlantico dell’Eur.

Vianello, lei hai iniziato ad incrociare i guantoni nella palestra della Team Boxe Roma XI. Però è la prima volta che combatte da professionista a Roma. E' emozionato per questo ritorno?

Sì è vero, non ho mai disputato match professionistici al di fuori degli Stati Uniti. Ho però avuto la fortuna di disputare le Olimpiadi e di esordire, da professionista, al Madison Square Garden. Diciamo quinci che, più che essere emozionato, vivrò emozioni diverse. Perché è senz’altro la prima volta che combatto davanti a tanti volti amici.

Come mai, dopo 10 incontri negli Stati Uniti, fa ritorno a Roma?

Tra l’ultimo match che ho disputato, a luglio in Minnesota e quello che previsto per il prossimo gennaio, c’era una finestra di qualche mese. La famiglia Cherchi ha così pensato di chiedere alla Top Rank di farmi disputare un incontro a Roma che, com’è noto, è la mia città. Ed ho ottenuto il via libera. Penso sia la prima volta che in città si vede una locandina con il marchio dell’ Espn, che è il partner mediatico della Top Rank, di cui ovviamente resto un pugile. E devo dire che è una bella soddisfazione.

In Italia va per la maggiore DAZN e quindi è complicato vederla in azione, per la maggior parte degli appassionati. Quindi sarà un’occasione per vederla dal vivo. Tra l’altro su otto riprese…

Sì, anche l’incontro con Rios era previsto sulle 8 riprese, anche se poi si è concluso prima. Invece il prossimo sarà su 10 round. Dal 2023 infatti si cambia registro ed è un motivo in più per fare bene anche nel match in programma al PalAtlantico. 

Il suo avversario sarà un inglese: Jay Carrigan McFarlane (13-6-0). Che pugile pensa d’incontrare?

E’ un pugile che non viene certo per perdere, piuttosto scorbutico. Sarà l’ultimo match di “costruzione”, e per prepararlo al meglio sono stato a fare sparring anche piuttosto duri in Inghilterra con Daniel Dubois e Johnny Fisher. 

A proposito di crescita, lei è rimasto fermo per un po’. Come va la mano che si era infortunata?

Sono rimasto fermo un anno. Stavo preparando un match al Mandalay Bay e sentivo che pizzicava la mano sinistra finchè poi, fatto un esame, abbiamo scoperto che si era lesionato un legamento. Fatta l’operazione non ho più avuto problemi. Per fortuna i pesi massimi sviluppano più lentamente, di solito dopo i 30 anni, quindi diciamo che non è stato necessario forzare i tempi.

A proposito di pesi massimi, lei è nella scuderia di Bob Arum, con un certo Tyson Fury...

Sì l’ho sentito pochi giorni fa. Lui è in preparazione in vista dell’incontro che farà verso la fine dell’anno con Chisora. Mi ha chiesto com’era andato lo sparring con Dubois…penso che, prima del suo match, andrò a trovarlo perché stando con i grandi si impara tanto e sul fatto che lui lo sia, credo non ci siano dubbi.

Dieci incontri in giro per gli States, ora è volato qui a Roma, poi andrà in Inghilterra. Di certo è dispendioso affrontare tutti questi viaggi. Voglio dire, sono pochi i pugili italiani che lo fanno. Penso a lei, Scardina e pochi altri...

Sì ma è necessario farlo se si vuole crescere. Bisogna andare negli Stati Uniti, certo non a Miami dove ci si diverte troppo…oppure in Inghilterra. Però è importante confrontarsi con questi grandi pugili. Certamente è costoso, lo so, ma io quello che guadagno lo investo tutto nella preparazione. Perché so, che in futuro, servirà a farmi togliere delle soddisfazioni.
 

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