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Nel Lazio la maggior parte dei rifiuti finisce sottoterra

Il rapporto sui rifiuti dell'ISPRA, analizzato da Legambiente, conferma che nel Lazio la maggior parte dei rifiuti finisce in discarica. Seppellendo, seppellendo ormai la terra è colma.

La Regione Lazio è tra le  peggiori in Italia per quanto riguarda i rifiuti conferiti in discarica. Nel dossier annuale di Legambiente, basato sui dati del Rapporto rifiuti di ISPRA, emerge che nel 2011, la regione della Capitale, ha consegnato ben  il 71% dei rifiuti urbani prodotti  in discarica. Il totale di rifiuti seppelliti è pari a 2,1 milioni di tonnellate, 421 kg per abitante, dato che permise al Lazio di  attestarsi come peggior regione d’Italia a pari merito con la Sicilia.

Nel 2012 i dati regionali non sono cambiati idi molto. Dei 3,202 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (ben 379 kg per abitante) prodotti nel Lazio, 2,085 sono stati seppelliti in discarica, vale a dire il 65% del totale. Abissale il divario con il Friuli Venezia Giulia che si conferma all’avanguardia sulla gestione dei rifiuti sotterrando appena il 7% di quelli prodotti in discarica.

Legambiente spiega nel rapporto come nel corso degli anni le dieci discariche laziali abbiano dovuto divorare 9,660,327 di tonnellate di rifiuti dal 2009 a oggi.  Il motivo principale di questo vero scempio compiuto ai danni della terra è che nel Lazio seppellire rifiuti costa pochissimo, tra i 40 e 70 euro a tonnellata. In base a ciò risulta grave che la Regione non abbia mai elevato al massimo la famosa “ecotassa”, il tributo speciale introdotto dal 1995, con l’obiettivo di incentivare soluzioni alternative all’interramento di rifiuti e quindi incidendo sugli stessi. Oggi nella nostra regione si applica un’ecotassa di 15,44 €/t per i rifiuti urbani e di 10,33 €/t per quelli trattati, mentre non è previsto che il tributo possa essere modulato in base ad un criterio di premialità/penalità.

“I numeri confermano quanto i cittadini sanno bene, nel Lazio i rifiuti sono finiti negli scorsi anni ancora per larga parte in discarica, con la differenziata ferma al 22% alla fine del 2012 -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Per questo serve uno sforzo importante da parte della Regione Lazio, che ha già confermato gli stanziamenti per la raccolta differenziata e sta elaborando il nuovo piano rifiuti, e soprattutto dei Comuni che hanno in mano la gestione dei rifiuti. Alla Regione abbiamo anche già proposto di aumentare fino a 25 euro a tonnellata l’entità dell'ecotassa per smaltire in discarica, definendo criteri di premialità e penalità per il pagamento del tributo e utilizzando quei soldi per sostenere le buone pratiche e il porta a porta. In questo contesto, a Roma AMA e Comune per portare fino in fondo l'enorme risultato della chiusura di Malagrotta e superare la gestione con la discarica, devono cambiare il modello della raccolta col cassonetto, bisogna smettere subito di sperperare soldi per estenderlo, così come è del tutto folle pensare di smaltire i rifiuti della Capitale a Bracciano o in altri siti fuori dal territorio comunale, in altre regioni o chissà dove.”

La gestione con le discariche rischia di costare moltissimo al paese se non si interverrà in tempi rapidi. La Commissione europea ha infatti avviato diverse procedure d’infrazione sulle discariche e se l’Italia non intraprenderà le bonifica spenderà in multe più di quanto spenderebbe per concludere le operazioni di risanamento ambientale delle aree in cui insistono gli impianti. Tra queste una procedura d’infrazione aperta riguarda il ciclo dei rifiuti del Lazio, dove a far scattare il procedimento sono state la discarica di Malagrotta, impianto chiuso finalmente dallo scorso 1 ottobre, dove i rifiuti per anni sono stati smaltiti senza pretrattamento, e la mancanza a livello regionale di una rete integrata e adeguata di impianti per lo smaltimento e per il recupero dei rifiuti urbani non differenziati.

Legambiente avanza anche un’articolata proposta per affrontare la sfida di una diversa gestione dei rifiuti, basata su prevenzione e riciclo. Una sfida che 1.293 Comuni italiani hanno già raggiunto, superando l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio stabilito dalla legge. Serve, secondo Legambiente, un nuovo sistema di incentivi e disincentivi per fare in modo che prevenzione e riciclo risultino più convenienti, anche economicamente, rispetto al recupero energetico e allo smaltimento in discarica. Tartassando lo smaltimento in discarica, eliminando gli incentivi per il recupero energetico dai rifiuti, incentivando il riciclaggio perché diventi più conveniente del recupero energetico, promuovendo serie politiche di prevenzione con il principio “chi inquina paga”.

Nel frattempo, in questi giorni e fino al 24 novembre continua la “Settimana per la Riduzione dei Rifiuti”, con decine di iniziative anche nel Lazio, in contemporanea con tutta Europa: tra il 18e il 24 laboratorio del riuso per realizzare semplici giocattoli al Parco della Cellulosa a Roma; sempre nella Capitale, mercoledì 20 presentazione del libro 'Il Cassonello' di Antonio Acclavio, e laboratori sulla raccolta differenziata; venerdì 22 Legambiente parteciperà ad un incontro sul riuso organizzato da Officine Zero a Roma, mentre gli studenti dell'ITIS Giorgi presenteranno il progetto "Energie rinnovabili" e nel pomeriggio si svolgerà, invece, un convegno a Latina. Sabato 23 sarà realizzata un'installazione tridimensionale all'aperto recuperando materiali di scarto che avranno nuova vita attraverso la tessitura di intrecci sostenibili, mentre altri laboratori si svolgeranno presso la biblioteca Rodari. Domenica 24 - Eco-Net, un evento dedicato al riuso dei materiali che prevederà anche l'inaugurazione del primo 'Repair Cafè' della Capitale e la presentazione di un innovativo sistema di scambio oggetti con Yourec. Per concludere, la settimana si protrarrà fino a Giovedì 28 con 'Re-School', un'azione concreta di riduzione dei rifiuti a scuola con Legambiente e ReWare presso la scuola I.I.S.S. Sibilla Aleramo di Roma.

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