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La Cucina povera di Oio all’Infernetto, come a casa

È domenica e la televisione non può che essere accesa sulla partita della Roma, la televisione che  “viene dar salotto de casa nostra, perché ormai viviamo qua dentro, a casa non ci serve”!

Oio all’Infernetto è una piccola enciclopedia del ristorante a gestione famigliare: Aldo, Simona e il figlio Jacopo hanno aperto da settembre, dopo una vita passata in un altro ristorante:  Oio A Casa Mia a Testaccio, dove è rimasta la sorella di Simona. “Dentro al ristorante ci sono cresciuto”: Jacopo  ha iniziato a spadellare dietro la gonna della madre; ha 21 anni e, anche se tradisce la timidezza di quell’età, la ricetta della Carbonara non se la fa scucire per niente al mondo.

La cucina romana proposta è quella tradizionale ma soprattutto povera: “Una bella gricia di quelle imbruttite, la carbonara - non è per dire ma la nostra è proprio bona - racconta Simona – l’amatriciana, ma anche pajata, trippa e coda che sono una tradizione secolare. Mio padre aveva una ditta di frattaglie all’ex Mattatoio di Testaccio, ereditata da mio nonno. Era un lavoro duro, così ad un certo punto hanno deciso di aprire un ristorante a Testaccio, Oio a Casa Mia. Ecco chi m’ha insegnato a cucinare le frattaglie”!

I maltagliati con i ceci e la minestra con l’arzilla sono tra le altre proposte di Oio: “Nella minestra con l’arzilla devi saper pulire il pesce che ha le squame lunghe”.

Da Oio si mangia anche la pizza ed è buona ma la tradizione della cucina povera romana è tutta nel menu con le animelle, la coratella e l’abbacchio, conservata nella cura degli ingredienti dagli occhi e le mani di Simona: “La cucina romana è una cucina povera, sta tutto nella qualità degli ingredienti”, questa volta è Jacopo che difende la tradizione famigliare. “Il freezer manco ce l’abbiamo, a volte dobbiamo buttare, perché nemmeno i supplì congeliamo, tutto è rigorosamente fresco. La gente da noi mangia bene e, lo sappiamo, alcuni preferiscono andare in altri posti in zona, perché incontrano i giocatori della Roma, che vivono qua attorno, ma poi, dicono di mangiare male”.

Anche se i giocatori della Roma disertano Oio, Amii Stewart è un’affezionata cliente: “Ha assaggiato tutto, solo degli gnocchi non ne vuole sapere, ma non è una cliente difficile, come quelli che vogliono la carbonara cotta bene a frittata. A quelli proprio non possiamo dire di sì”. Come all’aglio amatriciana? “Ma che siete matti? Non lo so come je uscita a Cracco, è parsa proprio un’idiozia, ma forse l’ha fatto apposta per far parlare”.
 

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