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Il bar Esquilino / Via dei Serpenti, 165

La Licata, il bar tra tradizione ed innovazione del Rione Monti

Il Bar La Licata, di via dei Serpenti 165 nel Rione Monti, è uno dei finalisti del contest "A Roma ci piace - Il bar" di RomaToday per scegliere il miglior bar della Capitale

Una passione tramandata dai propri genitori, motore principale di un’attività che guarda al passato per stare al passo con i tempi. “Siamo nati nel 1982, abbiamo da poco festeggiato i 40 anni” dice Luigi La Licata. La sorella Paola, insieme alla nipote Chiara, gestiscono il bar La Licata di via dei Serpenti 165, nel Rione Monti, uno dei finalisti del contest "A Roma ci piace - Il bar" di RomaToday per scegliere il miglior bar della Capitale, in collaborazione con Fattoria Latte Sano.

Nel bar La Licata il caffè non è soltanto “caffeina” ma un momento di pausa, da godersi in un ambiente familiare e cordiale. L’attività, aperta ogni mattina alle 5:30 fino alle 21:30, rappresenta un must per chi vuol fare un’ottima colazione. “Nasciamo come bar – racconta il responsabile Luigi La Licata – i miei genitori avevano una pasticceria lì vicino, una vera e propria tradizione di famiglia che è rimasta. Per questo abbiamo la possibilità di offrire cornetti e dolci di ottima qualità”. Il bar La Licata è rimasto attaccato, con orgoglio, ai vecchi canoni, mantenendo “educazione, rispetto e simpatia. È giusto che una persona viva il caffè come un vero momento di break”.

L’attività, però, ha saputo anche cogliere le abitudini contemporanee. “Offriamo anche colazioni internazionali, facciamo menù a base di avocado toast. Da noi si può anche pranzare e gustare degli ottimi apertivi. Ci siamo adeguati ai tempi, cercando di garantire la nostra offerta in base alla richiesta che ci arriva”.

Il Bar La Licata è un punto di riferimento nel Rione Monti: “La parte più bella del nostro lavoro è il rapporto cordiale e di fiducia con la gente – spiega ancora Luigi – fino a qualche anno fa il Rione era molto più popolare. Ora, passano da noi persone comuni, insieme a personaggi in vista del mondo dello spettacolo e della politica. Con tutti loro abbiamo sempre mantenuto un rapporto cordiale ed amichevole”. Grazie ai 40 anni di presidio, il bar è diventato anche una “piccola reception. Ci lasciano le chiavi di casa o i pacchi dei corrieri. Molte persone si sono affezionate a noi oltre che al bar. Abbiamo, tra il personale, anche dei “monticiani” doc. Voglio però citare una persona in particolare, Raffaele, che è con noi da tantissimi anni ed è il capitano della nostra meravigliosa squadra”.

Anche un’attività storica come questa è stata colpita dalla pandemia: “Ci ha messo in ginocchio. Siamo stati bravi a resistere, rispettando sempre le regole. Alla fine, però, la gente ha capito e ci ha premiati.  Ora le cose sembrano essere tornate alla normalità, il turismo è aumentato e stiamo lavorando molto bene”.

Peccato, però, che non ci sono solo luci all’orizzonte. A fine anno, infatti, termineranno i “dehor emergenziali”. Il bar passerà dall’avere 50 posti a sedere a 25, con ripercussioni anche sul personale: “Attualmente lavorano con noi 28 persone, molte delle quali servono proprio per il servizio ai dehor esterni. Se il comune di Roma non dovesse intervenire sul tema, da gennaio i dipendenti saranno 15 o 16. I dehor muovono un’economia importante, a partire dai posti di lavoro. Se il comune dovesse regolarizzare il tutto e facesse rispettare le regole avrebbe un incasso erariale importante”.

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