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Amatriciana

Con cosa cucini l’amatriciana? I migliori prodotti romani e del Lazio

Olio sabino, pecorino romano, pane di Genzano, Salami di Cerveteri: tutti i prodotti della regione Lazio meritano una menzione e un posto a tavola

La discussione su dove sia stata inventata l’amatriciana si anima facilmente. Ma romana o sabina che sia, alla romana verrebbe da rispondere: ‘E chi se ne frega’?  La cosa importante è che sia stata inventata, ve la immaginate una vita senza amatriciana!? 

La competizione provinciale lascia il posto alla coscienza di essere una grande Regione: il Lazio e il suo patrimonio immenso di cultura, prodotti tipici e storia. Appartengono a  tutti: romani, sabini, ciociari e oltre, a tutta l’Italia. Parliamo dei tanti prodotti DOP e IGP e di tutte le prelibatezze regionali che vantiamo:  l’Olio Extravergine di Oliva Colline Pontine, il Pane Casareccio di Genzano, la Nocciola, la Ricotta e l’Abbacchio Romani e ovviamente, ingrediente fondamentale per la pasta all’amatriciana,  il Pecorino Romano DOP, ma vogliamo disdegnare il Pecorino di Amatrice, che, giustamente, viene preferito dai matriciani (ognuno tira l’acqua…) nella preparazione della famosa salsa a cui danno il nome?
 

Dove mangiare la migliore Amatriciana di Roma? Ditecelo voi!

E, insomma, invece di fare questa maledetta guerra tra Roma e la sua stessa regione, meglio fare la pace a tavola! L’hanno capito bene le decine di ristoratori romani che hanno aderito al ‘Patto con i ristoratori’, un’iniziativa lanciata proprio dal Consorzio Olio Extravergine di Oliva Sabina DOP  per promuovere il consumo dell’olio sabino a crudo sulle tavole dei ristoranti romani.

“In Sabina si produce olio da oltre 2600 anni – ci racconta il Presidente del Consorzio Stefano Petrucci - e sono moltissime le testimonianze storiche a partire dall'epoca Romana (ad esempio: Catone, Varrone, Columella, Strabone, Galeno...) che confermano l'alto livello qualitativo della nostra produzione e la grande abilità e conoscenza degli olivicoltori sabini. Il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta, ottenuto nel 1996, significa che ogni fase della produzione (coltivazione, molitura e confezionamento) avviene all'interno dell'areale Sabina DOP, costituito da 46 comuni fra le province di Roma e Rieti, nel rispetto di un rigoroso disciplinare di produzione”.

Come sta andando la raccolta quest’anno?  I parassiti dell’olivo provocarono un vero e proprio disastro lo scorso anno…
“La raccolta in Sabina inizierà la settimana prossima. La stagione si prospetta bene, sia dal punto di vista qualitativo che da quello della quantità di prodotto. I parassiti, i cui attacchi sono comunque stati minori quest'anno grazie ad un clima più favorevole, sono stati tenuti sotto controllo grazie ad un programma di monitoraggio capillare e costante svolto in collaborazione con OP LATIUM, Organizzazione dei Produttori Olivicoli del Lazio”. 

Oltra che con l’amatriciana con cosa consiglia di abbinare l’olio sabino? 
“L'olio Sabina DOP è eccellente soprattutto nell'utilizzo a crudo, dove il suo profumo fruttato ed il suo gusto vellutato e aromatico si esprimono al massimo”.

Presidente, ma siamo sicuri che l'amatriciana sia veramente sabina?! 
“La Sabina è una regione storica molto ampia, che deve il suo nome ai Sabini. Questo popolo di guerrieri, allevatori e cacciatori si è mosso progressivamente da un'area prossima al Gran Sasso dapprima verso l'attuale piana reatina e poi fino alla valle del Tevere a poca distanza da Roma, alla cui fondazione - probabilmente - contribuirono. La Sabina attuale, intesa come areale di produzione del Sabina DOP, è più ristretta, ma le mappe storiche sono spesso riferite a territori di grande ampiezza, che superano i confini del Lazio e si spingono fino all'Abruzzo”.

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