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Venerdì, 19 Aprile 2024
Amatriciana

Dar Buzzicone all’Alessandrino, dove la scarpetta è d’obbligo

Tra i primi cinque finalisti del contest #aromacipiace, il ristorante Dar Buzzicone rappresenta il quartiere Alessandrino nella sfida alla migliore amatriciana di Roma

Già il nome del ristorante, dovrebbe dirla lunga. Ma se ancora dovesse aleggiare qualche incertezza sulla vocazione romana del ristorante “Dar Buzzicone”, ai clienti basta varcare la soglia per chiarire ogni dubbio.

Sulle pareti, imperano frasi in romano, evocative della bontà della cucina locale; il menù si chiama “A carta der magna’” e non propone semplici primi piatti, ma “‘padellate” di cucina romana, rigorosamente servite a tavola senza impiattare, per gustare al meglio il condimento. E “non te scorda’ de fatte na’ bella scarpetta!”, suggerisce, a caratteri cubitali, il menù.

Insomma, Dar Buzzicone, appena entri, tutto ti parla romano: non solo le pareti e il menù, ma anche il signor Lucio che, con un sorriso gentile, accoglie gli ospiti in sala, indirizzandoli verso i tavoli più comodi per guardare la partita sui grandi schermi. “Ma qua mica semo solo romani – precisa Lucio –: ci sono tanti ragazzi in gamba, come Roberta, che ha origini etiopi e parla perfettamente inglese, Endri, un futuro ingegnere edile di origini albanesi, Khaled e Mohamed che sono bravissimi e lavorano qui  da anni”. 

Mohamed, in particolare, è considerato “il re della pizza”. E se c’è qualche ristoratore che a volte cerca di nascondere le origini altre dei suoi collaboratori, Lucio ne parla con orgoglio, rivendicando bravura e competenza. “Ma che scherzi – incalza -? Mohamed sta qua e cucina da sempre, lo conoscono tutti, i ragazzi del quartiere lo salutano avvicinando il pugno… Sai, come fanno mo’ i giovani?”, aggiunge mimando il gesto.  
Lucio e suo figlio hanno rilevato il ristorante da circa 6 mesi. “Abbiamo ristrutturato il locale – continua il papà – e aggiornato il menù, ma la pizza l’abbiamo lasciata così com’era”. Si tratta di uno dei punti di forza del locale. “Le pizze so’ bone – interviene Pietro, un cliente abituale -, tipiche romane: molto fini, col bordo basso”. 

E la amatriciana? “Beh, la amatriciana è speciale – continua Pietro -. Calcola che io c’ho tre ristoranti, ma comunque vengo spesso qua”. Pietro e Lucio si guardano e ridono di gusto. E qual è il segreto? “Non si può svelare  – spiega Lucio -. Vabbé, na cosa te la dico: mettiamo tipi diversi di pancetta e guanciale”. Qual è il menù ideale di un cliente amante della cucina romana?

“Deve iniziare con il tagliere Der buzzicone – inizia ad elencare Lucio, senza esitazioni – con tutti i tipi di affettati boni, supplì, bufala, bruschetta, ‘na bella amatriciana… ma anche carbonara che è la mia preferita!”. 

E dopo il primo? “E poi vai di ciccia, saltimbocca o tagliate. Anzi, sai che c’è? Prendi la trippa oppure la pajata, che facciamo su richiesta…”.
Senza dimenticare i dolci. “Li prepariamo freschi, ogni mattina, come tutto il resto – precisa Lucio -. Il tiramisù è super: buonissimo, ma leggero”. Si appoggia una mano sotto il petto e aggiunge, con un sorriso sornione: “Noi lo mangiamo quasi tutti i giorni e guarda che linea!”.

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