SOS scuola - Cronaca di una tragedia annunciata
14 settembre 2020 è la data che segna la sospirata apertura della maggior parte delle scuole, ma in realtà questo evento così atteso è ricco di retroscena che sono stati svelati a pochi giorni dal suono della campanella, come nei migliori thriller di Clint Eastwood che ci tengono con il fiato sospeso fino ai titoli di coda. Stavolta al posto degli spettatori che pagano un biglietto al cinema per vivere emozioni adrenaliniche, in questo film fantascientifico dal titolo “Il Ritorno a Scuola 2020” ci sono genitori che, sopravvissuti miracolosamente agli ultimi mesi in cui sono improvvisamente diventati maestri, psicologi, lavoratori in smart working, chef h24, istruttori di ginnastica e chi più ne ha più ne metta, hanno ricevuto un simpatico decalogo di regole che provo di seguito a sintetizzare: 1. Orario ridotto fino al 30 settembre 2. Ingressi a scaglioni in entrata dalle 8.05 alle 9.25 e in uscita dalle 15.30 alle 16.25 3. Criterio di assegnazione degli scaglioni per facilitare la vita dei fortunati genitori che ancora hanno un lavoro: scannateve tra di voi su whatsapp, chi prima arriva meglio alloggia, chi va a Roma perde la poltrona… 4. Se a causa di un banale contrattempo arrivi in ritardo rispetto allo scaglione prescelto (si buca la gomma della macchina, muore il gatto o semplicemente sei bloccato sul WC per un attacco di dissenteria improvvisa), ti attacchi al tram e aspetti a braccia conserte che termini l’ultimo turno delle 9.25 (il datore di lavoro potrà mai negarti un orario flessibile in entrata fino alle 10.30/11??) 5. Copriscarpe (ovviamente a spese dei genitori e da cambiare quotidianamente), mascherina ed igienizzante per accompagnare i bimbi fino all’ingresso dell’aula dopo aver cambiato loro le scarpe ed aver superato i consueti controlli all’entrata (misurazione febbre, autocertificazione ecc ecc) 6. La giornata si svolgerà reclusi all’interno di un’aula di 20 mq circa, incluso pasto sigillato da consumare in loco, dove non ci sarebbe spazio utile per il distanziamento nemmeno per il mio pesce rosso 7. Le varie classi non avranno contatti tra di loro e il giardino, nel caso fortuito in cui verrà reso agibile (6 mesi sono veramente pochi per qualche lavoro di giardinaggio!), sarà delimitato da deliziosi recinti in cui ciascuna classe disporrà di uno spazio predefinito (chicken coop) 8. Se il bambino presenta sintomi anche legati ad una banale congestione nasale potrebbe non essere accettato a scuola, a meno che la pediatra certifichi che non si tratta di sintomi riconducibili al COVID (senza tampone utilizzerà metodi paranormali?) 9. Dulcis in fundo un Patto di corresponsabilità emanato dal Comune di Roma in cui il genitore si assume una serie di responsabilità (monitoraggio condizioni di salute del proprio figlio/a, rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie, massima precauzione nella vita extra scolastica ecc cc) da firmare pena impossibilità di accettare il minore a scuola.. 10. Peccato che in quanto Patto di Corresponsabilità dovrebbe essere firmato dal Genitore e dal Legale Rappresentante di Roma Capitale (entità astratta), ma nella realtà il genitore dovrebbe consegnare il documento solo con la sua firma, visti i tempi stretti, e attendere fiducioso che la copia sottoscritta dalla controparte gli venga restituita prima del 18° compleanno del proprio figlio/a (con piccione viaggiatore o altra modalità da definire) Se ho iniziato questa storia con un omaggio al maestro Clint Eastwood, preferisco alleggerire il finale citando l’umorismo scanzonato di Pieraccioni ne Il Ciclone: Settantamila volte provai a lancià quel boomerang e per settantamila volte un mi tornò mai indietro; i casi erano due: o sbagliavo a lanciarlo oppure vuol dire che io un ci son proprio portato a piglià le cose al volo. E invece stavolta ho voluto prendere al volo il mio boomerang e dire quel che penso senza filtri, per evitare di chiudermi in un rabbioso silenzio che incupisce cuore e anima. Voglio urlare la mia indignazione per un sistema politico e istituzionale che continua a prenderci in giro curando solo i propri interessi, voglio guardare le mie figlie negli occhi e pensare che almeno ho provato a migliorare la società in cui vivranno, ma soprattutto voglio che sui banchi imparino a coltivare i loro sogni per illuminare come stelle anche le notti più buie.