Lettori - Lettera aperta all'assessora all'ambiente. Il Parco di Aguzzano non è un vivaio per operazioni di greenwashing
Gentile assessora
Ritorniamo a Lei per chiarire la nostra posizione nei riguardi dell’operazione che si sta realizzando sul Parco di Aguzzano ad opera di Rete Clima su Vostro mandato, nella costruzione di un bosco urbano nel Parco Regionale. La precedente comunicazione – inviata alla Sua attenzione in data 30 marzo 2023 per PEC – forse non chiariva abbastanza la nostra posizione, e per questo che ora Le chiediamo un attimo di pazienza per poterla esporre. Prima obiezione: l’operazione che si sta portando a termine sul Parco riteniamo che sia tutt’altro che sostenibile: si piantano migliaia di piccolissime piante per “compensare le emissioni di CO2”.
Se anche volessimo credere a questa narrazione, qualcuno dovrebbe spiegare quanto tempo ci vorrà prima che le piantine alte alcuni centimetri riusciranno a catturare nei propri tessuti una quantità di carbonio equivalente alle tonnellate di CO2 emesse oggi dalle aziende coinvolte nell’operazione “green”: 10 anni? 20? 30?. Noi riteniamo che il numero sconsiderato di queste piccole piante – 4040 - alte meno più di 50 cm., non arriveranno mai ad assolvere quel compito, dando al progetto un così grande rischio di fallimento che non giova certo al Parco, alla sua fruibilità e alla sua storia. E’ un impianto troppo grande, ha l’aspetto di un vivaio, per di più non protetto in quanto è inserito su una così detta “prateria secondaria”, per di più molto usata dai fruitori del Parco e percorsa da sentieri.
Piantare nuovi alberi è certamente un’azione virtuosa, ma solo se inserita in una pianificazione a scala più ampia, non come interventi spot e per di più così vasti e con piante così piccole e bisognose di una cura molto alta e di grande protezione – taglio dell’erba, annaffiamento continuo, protezione dal calpestamento – ma soprattutto deve rispettare le caratteristiche ecologiche del sito in cui si opera. Questo ci porta alla seconda delle nostre obiezioni: Aguzzano, ha lo status di Parco Regionale Urbano.
Chi come noi si è preso la briga di indagarne, tra le altre cose, le valenze di biodiversità sa che il “mosaico ambientale” che lo caratterizza costituisce forse il fattore principale da salvaguardare per cercare di tutelare al meglio la flora e la fauna. E i vasti prati di Aguzzano, appunto le cosiddette “praterie secondarie”, sono realmente un serbatoio di vita e di biodiversità da non alterare. Piantare queste migliaia di alberi “a pioggia”, modifica oltre che il profilo paesaggistico, anche le caratteristiche fisiche e chimiche del terreno, di umidità, temperatura e luminosità del suolo, alterando probabilmente le associazioni vegetali presenti. Sappiamo ad esempio che alcune specie hanno esigenze ecologiche molto ristrette come ad esempio le diverse specie di orchidee spontanee presenti nel Parco, che potrebbero risentire negativamente di questa operazione “green”. Qualcuno ha preso in esame questi aspetti? Qualcuno ha deciso quali porzioni del Parco utilizzare e quali no e per quali motivi? I tre progetti di forestazione urbana che sono stati avviati sul Parco di Aguzzano hanno richiesto un numero considerevoli di esami e valutazioni di ogni aspetto dell’impianto, dalle specie che si andavano collocando – alberi di varie dimensioni ed età – alla qualità del terreno. Nel caso in esame ci sembra che questo non è stato fatto. Terza ed ultima obiezione: il mancato coinvolgimento dei cittadini. Chiariamo subito che per noi “coinvolgimento” non significa “comunicare” qualcosa già deciso altrove; vuol dire partecipazione ai processi decisionali. Se si parla di beni comuni - ed il Parco è un bene comune - i cittadini hanno diritto e competenza per partecipare ai processi decisionali. Questo passaggio, cruciale per costruire la fiducia della comunità cittadina negli amministratori pubblici, è stato completamente omesso. Quindi l’operazione “green” in corso ad Aguzzano non può che apparire come l’ennesimo intervento “calato dall’alto”, in totale dispregio dei cittadini, delle loro sensibilità, della loro storia e della loro intelligenza. Deve capire, gentile Assessore che noi il Parco di Aguzzano l’abbiamo creato con le lotte e le mobilitazioni popolari, e la nostra idea di area naturale protetta non lo svendiamo certo per lasciare spazio ad un falso ambientalismo pragmatico e spregiudicato come quello messo in atto da Rete Clima. Diffonderemo questa nostra riflessione anche ai media a mo’ di lettera aperta, perché pensiamo che dobbiamo fermarci ogni tanto a pensare dove stiamo andando in campo ambientale. Cordiali saluti