Il cielo sopra San Lorenzo
A San Lorenzo nessuno è straniero perché a San Lorenzo trovano tutti una casa, e chi non la trova la cerca. I più soli, i più fragili, i più dimenticati. San Lorenzo è l’unico quartiere che negli anni venti si è opposta alla marcia degli squadristi fascisti su Roma. San Lorenzo che ha un anima rossa, resistente, granitica, radicale nelle posizioni, radicale nell’accoglienza, radicale nello stare accanto ai figli più fragili di questa città e di questa società, casa degli operai e casa degli studenti. Casa di chi si fa compagnia col suo cane, con il suo tamburello rattoppato ma che suona ancora, e casa di chi si fa compagnia con la birra dopo una giornata faticosa, è casa di chi balla senza musica e di chi ha perduto anche oggi un’opportunità, casa di chi vaga senza avere in mente la giusta direzione, è un posto difficile, ma i posti non si dimenticano solo perché sono difficili. Ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini è andato in via dei Lucani a portare la vicinanza dello Stato a una famiglia spezzata, a una comunità, alle strade di San Lorenzo. Bene. Non fa niente che la storia di una persona uccisa sia diventata l’ennesima polemica politica, non fa nulla che sia diventata la giustificazione ai vostri “aiutiamoli a casa loro”, che l’abbiate usata per nutrire questo matto femminismo, e per fare ancora, senza smettere mai, le vostre inopportune e inadeguate campagne elettorali, non fa nulla, se solo potrà essere la premessa di un passo in avanti verso la rivalorizzazione di un posto che può dare tanto, se solo si accenderà un faro su un problema comune a tanti quartieri d’Italia e, soprattutto, di Roma. Il Sindaco ha pensato di fare qualcosa, una misura che potesse limitare il degrado e il disagio del quartiere San Lorenzo: ha vietato gli alcolici dopo le 21. Peccato che San Lorenzo non ha bisogno di qualcuno che vieti gli alcolici dopo le 21. I quartieri come San Lorenzo hanno bisogno di essere riempiti, non svuotati. Devi ridarli alla gente questi posti, non togliercela. I quartieri difficili e pericolosi come San Lorenzo hanno bisogno di essere ascoltati, conosciuti e rispettati, hanno bisogno di essere resi belli, non di imbruttirsi, di diventare non luoghi. Hanno bisogno di qualcuno che costruisca e non che distrugga. Non serve abbattere nulla. Serve creare luoghi di cultura, di confronto, di crescita. Serve inventarsi parchi e palestre lì dove c’è erba alta e piazze di spaccio. Serve educare i giovani a riempire i vuoti che ci portiamo sempre più dentro -e di cui voi che ci urlate contro siete pure un po’ responsabili- con qualcosa diverso dalla droga, diverso dalla solitudine. Servono luci, banale, ma servono luci che facciano compagnia a chi la sera torna a casa e vorrebbe sentirsi più protetto, servono occasioni per chi pensa di averle perse tutte. L’Italia è piena di San Lorenzo abbandonate, bombardate, dImenticate e poi riscoperte il giorno dopo. Sarebbe bello scoprire le San Lorenzo delle nostre città il giorno prima, sarebbe bello renderle dei posti sicuri, dei posti felici, dei posti in cui non aver paura di non arrivare al giorno dopo. È per questo che vi faccio vedere questa foto, per chi non ci è mai passato, per ricordarvi o dirvi che il cielo a San Lorenzo è più bello di quello che stanno raccontando in questi giorni, e che potrebbe esserlo anche di notte, quando le guerre tra i poveri, le guerre di chi è più solo, più fragile e più disperato uccidono le Desiree.