Roma e la sua insostenibile giungla in 20 minuti sul 542 da Centocelle a Monti Tiburtini
Benvenuti a Roma! Se uno volesse raccontare l'incredibile decadimento della città dovrebbe salire su un qualsiasi mezzo pubblico la mattina, all'ora di punta, d'estate. Consiglio il 542 che da Centocelle porta a Monti Tiburtini. Stamattina sono state testimone di 20 minuti incredibili. Salgo su via Tor De Schiavi, dopo un'attesa di oltre un quarto d'ora. Sono le 8.15 ed ero alla fermata da poco prima delle 8.
Ovviamente l'autobus non è un autobus, ma un carro bestiame. Tempo una fermata, sale una donna, mentre un uomo spintonando esce. La donna appena entrata, chiuse le porte, esclama: "Quello era un borseggiatore". Nessuno le dà peso: il bus è strapieno e tutti cercano il proprio angolo, il proprio rivolo d'aria in un ammasso di ferraglia senza l'aria condizionata. Viale delle Primavera, altre fermate, altri cittadini inferociti. Arrivati alla stazione Serenissima, una donna bengalese - avrà avuto 30 anni - inizia a rovistare nelal sua borsa e poi urla: "mi hanno rubato il cellulare". Al che la signora di prima: "E' stato quell'uomo...Era chiaramente un borseggiatore: uno non va in giro con una giacca sul braccio con 40 gradi, era chiaro avesse fatto danni".
La gente incazzata, accaldata. Bestemmie, insulti. L'autobus che va a due all'ora, l'aria condizionata come chimera, il sudore che gronda nonostante una giornata che sa (sapeva) di nuovo e di pulito. Arrivati all'altezza di Panorama la signora borseggiata si sente male, sviene. Sostenuta da un amico e da un signore viene portata a braccio fuori dal bus e stesa sotto la pensilina.
Nel bus la gente protesta: l'autista, sceso per soccorrere la donna, ha fermato il mezzo e la gente inveisce. Insulti e urla: "Dovemo andà a lavorà, ripartiii". Alla fine in tanti, quasi tutti, scendono e a piedi raggiungono la metro di Monti Tiburtini. Accaldati, sudati, arrabbiati, derubati, umiliati. E la giornata è appena iniziata. Welcome to the jungle...