A Selva Candida, la resistenza
Un servizio di Rai3 “Buongiorno Regione Lazio” mandato in onda lo scorso 20 marzo sulla particolare realtà di Via Nosate, una strada di Selva Candida, quartiere a Nord-Ovest di Roma nel Municipio XIV aveva come titolo “Via Nosate, la residenza”. Nel servizio si raccontano i problemi con i quali, quotidianamente, deve fare i conti una comunità di 160 famiglie che vive in questa strada dal 2008. ●Quello che riguarda via Nosate è però questione comune per tutti i “nuovi residenti” di Selva Candida arrivati in questa parte della città grazie a diversi piani di recupero urbanistici, voluti dal Comune di Roma per far fronte alla mancanza di servizi in un’area urbanizzata abusivamente. I piani di recupero prevedevano servizi e abitazioni. È accaduto che molte opere pubbliche realizzate grazie agli oneri concessori dai costruttori non siano state acquisite dallo stesso Comune che le aveva richieste, come nel caso delle aree verdi di via Nosate. ●Si è giunti così a una situazione di disagio molto particolare. A via Nosate, per esempio, la manutenzione della strada, delle fognature, del verde è a carico dei residenti che pagano un “supercondominio”; a Via Gaverina, il verde viene manutenuto da un gruppo di volontari; a via Riserva Grande un grande parco pensato come spazio ricreativo per l’intera zona resta senza gestione e quindi non utilizzabile dal pubblico. ●Se poi si parla più in generale e si tocca la questione della nuova e necessaria viabilità a Selva Candida (assenza di marciapiedi, fermate degli autobus sul ciglio della strada, messa in sicurezza di via di Selva Candida) si arriva a questo: è in corso da più di dieci anni un piano di recupero privato, affidato all’impresa CMB legato anche alla nascita di un centro commerciale. Ma dopo la chiusura del processo partecipativo avvenuta a gennaio del 2018, le delibere capitoline necessarie all’avvio dei lavori non sono state ancora approvate. ●E tutto ciò avviene nonostante a vario titolo singoli cittadini e Comitati di quartiere abbiano più volte sollecitato con lettere e petizioni il Comune, i Vigili Urbani, il Municipio XIV, l’Acea a fare la propria parte. A Selva Candida insomma si resiste mentre le Istituzioni sembrano non voler rispondere ai bisogni concreti di chi la abita.