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Venerdì, 19 Aprile 2024
Scuola Esquilino / Via delle Carine

Occupato anche il liceo Cavour: “E’ l’unico modo per farci ascoltare”

E’ il sedicesimo istituto superiore occupato nella Capitale

Si aggiunge anche il liceo scientifico Cavour al lungo elenco di istituti superiori romani che sono stati occupati. La forma di protesta scelta, la più radicale, è stata motivata dagli studenti come “l’unico modo per farci ascoltare”.

Una scuola sicura ed inclusiva

L’occupazione della scuola di via delle Carine, è stata spiegata attraverso un lungo comunicato diramato dai liceali del Cavour. “La nostra mobilitazione – vi si legge - mira ad una scuola sicura e inclusiva, nella quale non vi siano discriminazioni di alcun genere. La nostra società è basata esclusivamente su convenzioni sociali e risulta essere un sistema con uno smisurato disprezzo verso le diversità”. 

L'episodio contestato

C’è stata una recente vicenda a cui, i liceali in mobilitazione, esplicitamente si richiamano. E’ quella legata ad “un ragazzo della nostra scuola a cui non è stato riconosciuto il cambio di nome in relazione al suo percorso di transizione, concordato con l’adesione alla Carriera alias – così come le trasgressioni ai PDP/PEI”. Quella vicenda, secondo gli studenti “mostra che è tanta ancora la strada da fare per cambiare questo sistema ingiusto”. Si fa riferimento ad un episodi che ha visto protagonista un insegnante dell’istituto il quale “ha annullato il compito di uno studente, colpevole solo di aver firmato il documento con il suo nome di elezione” ha ricostruito la vicenda il circolo Mario Mieli “ Davanti a me ho una donna, non posso riferirmi a te diversamente” avrebbe detto il docente.

“Per fortuna la dirigente del liceo si è schierata dalla parte dello studente, per quanto al momento non risultino interventi disciplinari, che chiediamo come segnale forte ed esemplare e non per mera vendetta”, ha dichiarato il presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Mario Colamarino. Gli studenti, facendo riferimento anche a quell’episodio, hanno deciso di mobilitarsi. E nel farlo, sono stati la sedicesima scuola superiore di Roma a scegliere la strada dell’occupazione

L'occupazione per farsi ascoltare

Ma “l’occupazione – hanno spiegato i liceali – è per noi costruzione, non distruzione. Dicendo questo, ci rivolgiamo alla dirigente, ai professori, ai genitori: abbiate fiducia e non risentimento. È sembrato l’unico modo per farci ascoltare, con l’obiettivo di proporre un nuovo rapporto tra adulti e giovani, tra studenti e professori, tra ragazzi e istituzioni”.
 

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