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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Scuola

Asili nido, cosa succede se un bimbo ha febbre, tosse o raffreddore? Ecco l'iter sui casi sospetti

La procedura prevista dalle linee guida comunali nel caso in cui un bambino presenti sintomi influenzali e i timori di mamme e papà

"Che succede se mio figlio mentre è al nido ha la febbre, la tosse, il raffreddore, o presenta anche solo uno dei sintomi del Coronavirus?". La domanda rimpalla tra i genitori romani in questi giorni alle prese con le riaperture graduali degli asili cittadini dopo il fermo di sei mesi causato dalla pandemia. Mamme e papà che stanno partecipando ad apposite riunioni con le maestre chiamate a illustrare le varie procedure di questa nuova fase dai mille punti interrogativi. Uno, tra i più importanti che potrebbe andare a modificare non poco le abitudini quotidiane o quasi delle famiglie, riguarda il protocollo che i nidi attiveranno sui casi sospetti di covid-19, contenuto nelle linee guida redatte dalla task force del Comune di Roma, a lavoro da inizio estate per organizzare la ripartenza del settore scuola. Vediamolo nel dettaglio, letterale, così come contenuto all'articolo 3 dell'allegato "Salute e sicurezza". 

Cosa dice la normativa

"In caso di soggetto (bambino o operatore) che frequenta la struttura e che presenta sintomi febbrili e/o respiratori (e/o gastrointestinali specie nel bambino), si dovra? procedere come segue: la persona deve essere immediatamente isolata e poi allontanata e invitata a rientrare al proprio domicilio a contattare il medico di medicina generale o pediatra di libera scelta, segnalando la frequenza di un servizio per l'infanzia". Poi il medico, "accertata la reale potenzialita? della sintomatologia sospetta, attivera? le procedure previste per l'esecuzione del tampone nasofaringeo". A quel punto "il soggetto sintomatico verra? posto in isolamento domiciliare fiduciario e tutti i contatti scolastici (bambini del gruppo e relativi operatori dedicati) verranno posti in quarantena in attesa dell’esito del test". 

Dall'aula covid alla corsa dal pediatra

Tradotto e semplificato: in caso di febbre, tosse, naso chiuso, disturbi di stomaco o intestino, le maestre isoleranno il bambino o la bambina in un'apposita "aula Covid", una sorta di mini "zona rossa", uno spazio costantemente igienizzato che verrà appositamente adibito nel nido all'isolamento del sospetto contagiato. Poi chiameranno subito un genitore, che dovrà precipitarsi a scuola a prelevare il prima possibile il piccolo e portarlo dal pediatria. E sarà il pediatra a quel punto a decidere in autonomia se attivare il percorso per il test Covid. In caso decida di effettuare un tampone, il gruppo di bambini dove è stato inizialmente inserito, la cosiddetta "bolla" (mini classi di sette bambini che non interagiscono tra loro) insieme anche all'insegnante, andranno in isolamento fino al risultato del test. Un iter che sta sollevando più di una perplessità. 

"Mia figlia ha il moccio un giorno sì e uno no, sono cose normali nei bambini così piccoli, molto frequenti" si sfoga Michela, mamma di una bimba di un anno e mezzo al primo anno di asilo, frequenta una struttura pubblica dell'VIII municipio. "Capiamo la necessità di fare tutto in sicurezza e siamo i primi noi genitori ad augurarcelo. Ma sarà un problema serio perché i bambini sono spesso ammalati. Allora mi chiedo, oltre alle difficoltà per una famiglia di organizzarsi, pagherò un servizio che mia figlia rischia di fruire a metà?". Stessi dubbi di Marianna, mamma di Davide, bimbo di un anno di Centocelle. "Ci hanno detto che non saranno flessibili, che sono a lavoro in riunione mi devo precipitare. Non dopo due ore. Subito". 

A sollevare la questione a livello politico anche l'assessore alla Scuola del I municipio, a trazione Pd, Giovanni Figà Talamanca, sottolineando un altro aspetto importante. Serve una certificazione per rientrare in classe in caso non venga attivata la procedura Covid? E i pediatri si prenderanno la responsabilità di dire a un genitore, e scrivere poi su un eventuale certificato, 'sua figlio sta bene può rientrare in classe'? "Ci è capitato quest'estate nei centri estivi attivati per sopperire ai nidi chiusi che i genitori avessero difficoltà a ottenere le attestazioni mediche che il bimbo non era ammalato e poteva rientrare. E comunque nelle linee guida l'aspetto del rientro non è assolutamente chiaro. Non c'è scritto se serve una certificazione". 

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