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Salute

Pronto soccorso affollati e blocco barelle: "Poche ambulanze sulle strade, servono più mezzi"

La denuncia arriva dal sindacato Nursind: "Implementare i mezzi"

“Un autorevole intervento che ponga in essere una serie di azioni mirate e finalizzate a sopperire in modo adeguato alla carenza di ambulanze presenti sul territorio”. È una richiesta di “incontro urgente” indirizzata ai vertici di Ares 118, l’azienda che gestisce il servizio sanitario di emergenza sul territorio del Lazio, quella che arriva dal sindacato degli infermieri Nursind. La problematica è quella del cosiddetto ‘blocco barelle’ che si verifica quando un’ambulanza arriva presso un pronto soccorso affollato e il paziente viene mantenuto sulla lettiga in attesa di essere visitato o ricoverato bloccando anche la possibilità per l’ambulanza di procedere con altri soccorsi.

“Si tratta di una situazione che si aggrava nel periodo invernale per una maggior presenza di persone nei pronto soccorso, soprattutto sul territorio romano, ma che si presenta ciclicamente durante tutto l'anno. L'abbiamo già denunciata più volte perché genera disagi non indifferenti”, spiega a Romatoday il segretario romano di Nursind, Stefano Barone. “Oltre agli incovenienti subiti dai pazienti, bloccare un mezzo al pronto soccorso significa ridurre la disponibilità sul territorio e, di conseguenza, allungare i tempi di soccorso. Basti pensare che a gennaio, in una sola giornata, abbiamo contato ben 50 ambulanze ferme per questo motivo”, continua Barone. Secondo quanto apprende Romatoday, quando i livelli di assistenza calano sotto una certa soglia si ricorre alle cosiddette ‘ambulanze a spot’, mezzi privati che però hanno dei costi extra sulle casse di Ares 118.

Il ‘blocco delle barelle’ investe sia i lavoratori delle ambulanze sia quanti sono impiegati nei pronto soccorso. In entrambi i casi rappresentanto da un incremento del carico di lavoro e di rischio aggressioni da parte dell’utenza. “Questo fenomeno è in aumento e nella maggior parte dei casi è generato proprio dai ritardi nell’assitenza, nel fornire informazioni in merito alle cure o nelle comunicazioni con i parenti”.

Per Nursind, il ‘Piano regionale per la gestione del sovraffollamento in pronto soccorso’ approvato il 30 ottobre dalla Regione Lazio, in attuazione di un accordo sancito dalla conferenza Stato-Regioni nell’agosto scorso, “non rappresenta una soluzione per il personale in quanto viene previsto l’assunzione di un ‘rinforzo temporaneo’ del dipendenti tramite il ricorso ad assunzioni con contratti atipici", continua Barone. Con gli organici provati da dieci anni di blocco del turnover "questa decisione pesa sulle responsabilità del personale strutturato, affiancato da colleghi che non conoscono bene le procedure e la logistica. A riguardo chiediamo che venga sbloccato il prima possibile il concorso del Sant’Andrea. La graduatoria era pronta a metà dicembre ma non è ancora stato chiamato nessuno”. Per questo il sindacato chiede un incontro urgente in “un'ottica e in una azione costruttiva, mirata e finalizzata alla risoluzione della problematica”.

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