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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Bambini ingeriscono oggetti estranei: in 18 mesi cinquecento i casi curati al Bambino Gesù

Nello stesso periodo sono stati eseguiti oltre 90 interventi di estrazione endoscopica degli oggetti ingeriti accidentalmente dai più piccoli

Da gennaio 2017 ad oggi al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sono giunti più di 500 bambini che avevano ingerito un corpo estraneo, la maggior parte dei quali, fortunatamente, sono stati espulsi per le vie naturali. Nello stesso periodo sono stati eseguiti oltre 90 interventi di estrazione endoscopica degli oggetti ingeriti accidentalmente dai più piccoli. 

Si tratta delle cose più disparate: monete, spille da balia, chiodi, viti, ami da pesca, pezzi di plastica, ciondoli, bottoni. Tra i più pericolosi, magneti e batterie, in grado di perforare e ustionare i tessuti interni con conseguenze anche letali. L’ingestione delle batterie rappresenta il 15% dei casi. "Solo in 4 pazienti la disk battery si era fermata nell’esofago - racconta il dott. Dall’Oglio - negli altri casi, per fortuna, era transitata spontaneamente lungo tutto l’intestino senza creare danni, per essere espulsa nel vasino o trovata nel pannolino con un sospiro di sollievo per tutti".

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Dalle lire all'euro, gli oggetti più graditi sembrano essere le monete. In bacheca ce ne sono tantissime e sono finite nella pancia di bambini anche piccolissimi, insospettabili. "Il primo caso che ricordo - racconta la gastroenterologa Paola De Angelis -  è quello di Caterina, una lattante di pochi mesi di vita che, chissà come, era riuscita a inghiottire una moneta da 5 centesimi facendola passare nel suo minuscolo esofago. L'aveva trovata direttamente nel passeggino, sfuggita dalle tasche della mamma. I genitori se ne sono accorti perché la piccola piangeva, sembrava soffocare e cercava di vomitare. Precipitatisi al pronto soccorso, mamma e papà hanno ricominciato a vivere quando la monetina è stata estratta con l'endoscopio. Si era fermata dietro la gola, proprio all'inizio dell'esofago, molto vicina alle vie respiratorie".

Persino gli ami tra gli oggetti ingeriti. Erano gli anni ‘80. Luca era in barca con il suo papà quando, invece di provare curiosità per il pesce appena preso all'amo, ha giudicato più interessante lo strano oggetto ricurvo e ha deciso di assaggiarlo. Controllando gli attrezzi da pesca, il papà ha notato che qualcosa mancava all'appello. Così è scattata la corsa al pronto soccorso. L'amo è stato rintracciato tramite una radiografia nella pancia del bambino che non mostrava alcun sintomo. Quell'oggetto appuntito, però, non sarebbe potuto passare indolore e senza conseguenze oltre lo stomaco. Data la sua potenziale lesività, è stato rimosso con poche manovre tattiche, utilizzando un endoscopio.

E ancora la spilla da balia. "Tra i tanti oggetti strani", racconta ancora De Angelis, "ci è capitato di recuperare anche una spilla da balia. Era aperta, con la parte acuminata senza protezione, motivo per cui avrebbe potuto essere molto pericolosa. Ad offrirla come insolito pasto, spingendola direttamente nella bocca della bambina piccolissima dalla quale l'abbiamo estratta, era stata la sorella maggiore, scontenta per aver perso il suo status di unica principessa di casa. Messa alle strette dai genitori, l'autrice del piano ha confessato la malefatta. Dopo la corsa al pronto soccorso, la spilla è stata rimossa - senza ulteriori danni - con una pinza speciale dell'endoscopio che l'ha afferrata dall'estremità".

"Ci sono casi anche molto più complessi - sottolinea la pediatra - e alcuni piccoli pazienti devono affrontare dei veri e propri interventi salvavita. E' successo così ad Andrea, un bambino trasportato nel nostro Ospedale con un'eliambulanza da un paesino del sud. Aveva una perforazione intestinale improvvisa, ed era in pericolo di vita. I genitori non avevano idea di cosa stesse succedendo: Andrea, infatti, era stato sempre bene, felice, giocoso. Una radiografia ha svelato l'arcano. Il bambino non aveva nessuna malattia misteriosa, ma nel suo corpo erano finite due barrette metalliche magnetiche che si erano attratte fatalmente perforando l'intestino. Le aveva ingoiate con incoscienza mentre ci stava giocando. Per salvargli la vita è stato necessario un intervento chirurgico molto complesso".

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