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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Ztl spente per otto mesi, su ristori e proroghe il Comune resta in silenzio: residenti del centro contro Raggi

La lettera degli abitanti del rione Campo Marzio a Raggi, ultimatum prima del ricorso al Tar: "Per noi nessuna considerazione, mentre attendiamo ristoro premia dipendenti capitolini"

I varchi elettronici della Ztl sono rimasti spenti per otto mesi dall'inizio del lockdown, ma per i residenti che hanno pagato i permessi per l’intero anno, nonostante le promesse del Campidoglio, non v’è traccia di rimborsi o proroghe: così gli abitanti del centro storico sono sul piede di guerra e minacciano di ricorrere al Tar. Dopo le rimostranze in piena estate, i residenti di Campo Marzio, quarto rione di Roma, hanno scritto una lettera aperta alla sindaca Virginia Raggi.

Raggi "premia" i dipendenti capitolini, centro in rivolta: "Ancora attendiamo ristori Ztl"

La missiva prende le mosse dalla notizia relativa al fondo da 36 milioni di euro che il Comune ha destinato per il ritocco al salario accessorio di 23mila dipendenti capitolini: impiegati, maestre e vigili. “Gli stipendi non sono premi. Sono, appunto, stipendi. Diritti di chi lavora” - ha sottolineato l’assessore al Personale, Antonio De Santis, spiegando come il fondo necessario a coprire il provvedimento sia il risultato di un lavoro certosino portato avanti “per rimediare a tutte le illegittimità che avevano portato al blocco del salario accessorio”. 

Ztl spente per otto mesi: ma sui riostori il Comune resta in silenzio

Ma il centro storico, privato ad oggi di qualsiasi forma di ristoro, è in subbuglio. “Prendiamo atto che a quasi undici mesi dal primo spegnimento dei varchi elettronici ancora non è pervenuto dalla sua amministrazione alcun provvedimento per ristorarci dal mancato utilizzo dei permessi. Come infatti più di un legale ci ha spiegato, la sospensione delle ZTL fa venir meno il presupposto legale richiesto per poter fare pagare l’accesso, mancando la giustificazione sostanziale del pagamento” - scrivono da Campo Marzio alla sindaca Raggi. 

"Il problema non è politico ma tecnico e riguarda la Ragioneria. Servirebbe una direttiva nazionale" - aveva spiegato il presidente della commissione Mobilità, Enrico Stefàno. La chiave di volta evidentemente non si è ancora trovata, i cittadini aspettano e il prolungato silenzio del Campidoglio irrita il Rione. “La delusione per la totale mancanza di considerazione da parte della sua amministrazione per chi contribuisce con somme importanti al bilancio comunale, spesso al solo scopo di poter raggiungere la propria abitazione con un autoveicolo, si è trasformata questi giorni in vera e propria indignazione”. Ancor di più apprendendo dei 36milioni per la premialità aggiuntiva dei dipendenti capitolini. 

Dal Campidoglio 36 milioni per vigili e impiegati, protestano gli imprenditori: “Premio a chi è già avvantaggiato” 

“Ovviamente noi non abbiamo gli elementi per giudicare il merito di questi premi aggiuntivi, benché ci chiediamo come sia stato possibile per i dipendenti capitolini raggiungere tutti i risultati previsti pur essendo stati costretti nel 2020 per la stragrande maggioranza ad un lavoro remoto non supportato da procedure e strumenti adeguati. Ci indigna però vedere come si decida discrezionalmente di riconoscere somme aggiuntive ad una categoria di cittadini, mentre ci si rifiuta di riconoscere il dovuto ad un’altra categoria”. 

Ristori o proroga permessi Ztl: l'ultimatum del centro al Comune

Il ricorso al Tar è pronto, ma prima i residenti del centro storico lanciano l’ultimatum al Comune: “La nostra è un’ultima accorata richiesta di provvedere al giusto ristoro nei nostri confronti, evitando un’onerosa azione legale a noi e all’amministrazione da lei guidata. Il perdurare del silenzio della sua amministrazione su questo tema dimostrerà che si sono prese delle decisioni riguardo l'apertura delle ZTL senza considerare tutte le conseguenze ad essa legate. Al contrario, una decisione su come ristorare i titolari di permesso Ztl darà il segnale che la sua amministrazione riconosce pari diritti a tutti i cittadini ed evita di generare contenziosi con costi sia per cittadini stessi che per le casse di Roma Capitale” . 

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