"Per risarcire i romani serve una direttiva nazionale": per i rimborsi per i varchi Ztl spenti c'è ancora da aspettare
Le spiegazioni ai residenti dal presidente della commissione Mobilità Enrico Stefàno. Ma i comitati protestano: "Cittadini per mesi tenuti all'oscuro"
"Il problema non è politico ma tecnico e riguarda la Ragioneria. Servirebbe una direttiva nazionale". Così il consigliere M5s Enrico Stefàno, durante una seduta di commissione Mobilità da lui presieduta. Tema all'ordine del giorno: come rimborsare i residenti nel perimetro del Centro Storico per il periodo in cui hanno continuato a pagare i permessi per passare dai varchi elettronici della Ztl nonostante questi, causa Covid, fossero spenti. La richiesta è partita già la scorsa estate dai comitati cittadini e l'amministrazione ha dato il suo assenso, politico. Di rimborsi però non si è vista nemmeno l'ombra. E il problema, come spiegato in commissione, è tecnico.
Se infatti il Campidoglio sta lavorando a una delibera apposita, il freno arriva dagli uffici. Il problema, ha sottolineato Stefàno, "non è politico e non riguarda nè gli organi politici nè i dipartimenti, ma è un tema di quantificazione da parte della Ragioneria, come avvenuto per i canoni del car sharing. Una direttiva nazionale, come accaduto per gli abbonamenti al trasporto pubblico, aiuterebbe". Già, direttive nazionale però non ce ne sono e gli uffici dei dipartimenti brancolano nel buio.
Le ragioni degli uffici
"Non riusciamo a quantificare le mancate entrate per rinnovi dei permessi e quindi non riusciamo a prevedere le minori spese ed economie sul nostro bilancio, che già sono difficili da attuare" ha spiegato Carolina Cirillo, direttrice del dipartimento Mobilità. Come ha spiegato la dirigente, "le mancate entrate dei permessi dei bus turistici rispetto al 2019 sono quantificabili e pesano per 22 milioni sul bilancio del Comune di Roma, ma per i permessi Ztl è diverso: per i commercianti per esempio parliamo di 1,2 milioni di euro in meno, visto che molti non hanno rinnovato i permessi per risparmiare. Noi non sappiamo come impostare questa delibera". Anche Luca Avarello, di Roma Servizi per la Mobilità, ha spiegato che "abbiamo lavorato simulando l'impatto dei minori ricavi, ma sono difficilmente stimabili".
Per l'assessore capitolino alla Mobilità, Pietro Calabrese, la volontà politica del Comune "è chiara e si è determinata nel momento in cui residenti e commercianti hanno avanzato la necessità di vedere corrisposto quello che non era stato usufruito per l'apertura dei varchi. La delibera al momento è in lavorazione da parte dell'amministrazione".
La protesta dei residenti
Sul piede di guerra gli abitanti del Centro storico, che tramite Roberto Tomassi, presidente dell'Associazione residenti Campo Marzio, minacciano azioni legali contro il Campidoglio: "I possessori dei permessi brancolano nel buio da quando c'è stato lo spegnimento dei varchi, per capire perchè loro dovevano pagare il permesso. Per mesi abbiamo chiesto all'assessorato se ci sarebbe stato un rimborso o si sarebbe invece andati in proroga, poi il 6 agosto ci è stato comunicato che era in lavorazione un provvedimento di proroga delle scadenze ma da allora non abbiamo più saputo nulla".
Tra i cittadini, ha spiegato Tomassi, "c'è un forte disagio, per non dire disappunto, dato che per mesi sono stati tenuti all'oscuro delle intenzioni dell'amministrazione e non sono stati messi in condizione di prendere decisioni informate su cosa fare dei permessi". "In questo caos tra scadenze dei permessi e varchi riaccesi l'amministrazione non ci ha aiutato, vogliamo quindi sapere quando si avrà la decisione finale, perchè da tempo stiamo pensando ad azioni legali e una comunicazione migliore aiuterebbe" ha concluso il portavoce dei residenti di Campo Marzio. "Diteci chiaramente fino a quando le Ztl resteranno aperte in modo da poter capire se e quando rinnovare, e spiegateci la questione delle strisce blu che in Centro anche col permesso si pagano, mentre nel resto della città sono un diritto dei residenti. Non vorremmo agire per vie legali, ma se l'amministrazione non ci darà risposte non avremo altra scelta".
(Fonte Agenzia Dire)