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Zanzare e topi, niente più Ama: per le disinfestazioni arrivano gare ponte e un bando europeo

Il presidente Diaco: "Prima volta che il servizio viene appaltato"

Cinquecentomila euro per due gare ponte, una per la zanzara tigre l'altra per i roditori, che coprirà il 2018. Poi, per il triennio successivo, l'obiettivo è un maxi appalto europeo su cui gli uffici dicono di essere già a lavoro. Sono le novità sul fronte disinfestazioni e derattizzazioni, illustrate dai tecnici del dipartimento Ambiente in un'apposita seduta di Commissione: dopo anni di conduzione del servizio da parte di Ama, tramite i fondi Amacard (sanzioni alla partecipata per eventuali inadempienze, reinvestite sulle bonifiche), si passa a ditte esterne da selezionare tramite gare. 

"Gli atti sono pronti, partiranno la prossima settimana due gare Mepa - spiega la direttrice del dipartimento Rosalba Matassa - il capitolato è tutto basato sulla qualità". Perché "le risorse non sono tante", è vero, ma se il lavoro è ben svolto si può quantomeno efficientare al massimo gli interventi. "Puntiamo tutto sulla qualità delle ditte che parteciperanno e sulla formazione professionale". Quali prodotti usare, in quale quantità e con quali accortezze. 

Si tratta comunque di due bandi ponte, che traghetteranno il servizio fino al 2019, quando dovrebbero essere sostituiti da un'altra maxi gara, europea, triennale. Parliamo comunque di appalti che coprono il suolo pubblico. Per quanto riguarda le scuole invece la competenza è dei municipi. Che però, assicura il presidente della commissione Ambiente Daniele Diaco, "hanno fondi e strumenti per intervenire". Nel frattempo, spiegano dagli uffici, si è comunque operato tramite i fondi Amacard residui. Era legittimo? "Il servizio non è più nel contratto di servizio stipulato con l'azienda" fa notare la capogruppo dem Valerio Baglio. "Avevamo chiesto un parere ad Anac mesi fa ma nessuno ci ha risposto nonostante i solleciti" replica la dott.ssa Matassa. 

Questioni tecnico giuridiche a parte, con quali criteri si effettuano le operazioni? C'è una qualche pianificazione? Segnalazioni dei cittadini e monitoraggio delle zone cosiddette "a rischio" secondo le mappature e gli studi passati sono le due principali strade perseguite. A parte le emergenze, vedi l'estate scorsa con i focolai di Chikingunya, il virus di origini tropicali portato dalla zanzara tigre. E si interviene sul verde sì ma soprattutto sui tombini (350mila quelli censiti su Roma) con azioni anti larvali e sui ristagni d'acqua. 

"Nell'80 per cento dei casi le aree più a rischio sono quelle private, i cortili e il verde dei condomini - spiega la dott.ssa Rita Di Domenicantonio, responsabile dell'Ufficio Gestione Specie Sinantrope e Problematiche - perché si innaffiano molto le piante e spesso non vengono eseguiti i trattamenti nei chiusini". Come sarebbe prescritto dall'ordinanza sindacale anti zanzare. "La polizia locale sta effettuando diversi controlli". E sono previste multe per gli inadempienti. Ma invece il verde pubblico che cresce a dismisura data la scarsa manutenzione (qui i bandi, quelli europei, sono ancora da aggiudicare) non rappresentano un problema? Difficile negarlo. "Sì i parchi abbandonati e le aree degradate certo sono un problema per le specie infestanti, ma più che per le zanzare per i topi". Già, i ratti si sa pullulano nelle zone di incuria e sporcizia. Ne sanno qualcosa i romani che nelle ultime due settimane hanno lottato contro i sacchetti di immondizia accumulati intorno ai secchioni e sui marciapiedi sotto casa.


 

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