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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Wi-Fi, è ancora polemica: “Accuse irricevibili. Dalla Provincia solo disinformazione”

Continua la polemica sul wi-fi nelle scuole. La Provincia sostiene di aver affidato l'analisi dei rischi per la salute al Caspur. La replica di Giuseppe Teodoro (Verdi): "Si affidano solo alla scienza negazionista"

Continua il botta e risposta tra Verdi e Provincia di Roma innescato dalla denuncia del presidente romano del partito ambientalista in un articolo apparso sul nostro giornale la scorsa settimana. In quell’occasione Giuseppe Teodoro aveva giudicato avventurosa la scelta di munire di antenne wireless le scuole superiori della Provincia e accusato Zingaretti di non aver accolto i dubbi dei Verdi e di tutti coloro che non si accodavano alle magnifiche sorti della ‘democratizzazione digitale’ a tutti i costi.

Secca la smentita dell’Ufficio Stampa della provincia “Ci siamo posti il problema fin dall'inizio affidando l'analisi dei rischi al Caspur (Consorzio interuniversitario per le Applicazioni di Supercalcolo Per Università e Ricerca, ndr)”, mentre per quanto riguarda il wi-fi nelle scuole la Provincia ha dichiarato che si trattava di una polemica fine a sé stessa, in quanto la connessione senza fili sarà installato in una sola aula della scuola, e verrà utilizzata solo quando serve”.

La controreplica di Teodoro non si è fatta attendere molto. “Sono i contenuti della replica di Zingaretti a destare forti perplessità – ha affermato il Presidente dei Verdi Roma – nonché discutibili manipolazioni della realtà, sia per l’alto tasso di disinformazione, che per la preoccupante disinvoltura con cui la provincia si è cimentata in questa avventura digitale”.

Teodoro sostiene infatti che il Caspur sia un ente tutt’altro che neutro, tant’è che “tra i suoi prodotti promuove il progetto Open Wi-fi per dotare di una rete wireless, ‘a costi contenuti’, le Pubbliche Amministrazioni che intendono adottare tale strumento”.

Peraltro, continua la nota di Teodoro,  “la stessa CASPUR risulta tra i promotori dell’unico evento convegnistico (“Punto WiFi”), tenutosi nel 2010 a Palazzo Valentini, a cui sono stati invitati esclusivamente esperti e tecnici ascrivibili al partito dei negazionisti, di coloro cioè che disconoscono l’esistenza dell’inquinamento elettromagnetico. Qualche nome? Martino Grandolfo e Paolo Vecchia (Istituto Superiore della Sanità), Paolo Rossi (Ministero della Salute), Salvatore Curcuruto (Ispra) e, non ultimo, Guglielmo D’Inzeo (Diet – Università “La Sapienza”), che ha recentemente rilasciato un’intervista in cui sostiene la necessità che vengano elevati i limiti italiani sull’elettrosmog, dagli attuali 6 V/m a 60 V/m, perché altrimenti la nuova rete LTE (telefonini di quarta generazione) non potrà mai decollare in Italia !”.

I Verdi accusano dunque Zingaretti di aver sottaciuto le posizioni della “scienza non allineata”, così come, continua la nota, è irricevibile il passaggio sul Wi-fi nelle scuole, un progetto prima “sostenuto senza riserve negli slogans che animano la oramai dichiarata campagna elettorale” ma dopo le denunce dei Verdi riadattato “in una affermazione, tanto criptica quanto contraddittoria: l’hot spot – continua Teodoro citando la Provincia - ‘sarà installata in una sola aula della scuola, peraltro scelta dal dirigente scolastico. Per di più verrà utilizzata solo quando serve, per cui durante la lezione i ragazzi non potranno accedervi’.
Dichiarazioni – conclude il presidente dei Verdi - che si commentano da sole e c’è da rimanere allibiti nel constatare la disarmante disinformazione che da esse traspare !”

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