Salva Roma domani in aula: si complica l'accordo con la Lanzillotta
La senatrice di Scelta Civica quasi convinta a votare gli emendamenti del Pd. Un blitz del sottosegretario, e assessore al bilancio in pectore, rischia di complicare l'accordo. Preoccupati, soprattutto in vista della fiducia al governo, i renziani
Nove giorni alla decadenza del Salva Roma. Il count down che scandisce le tappe per la conversione in legge del decreto che ha permesso di approvare il bilancio 2013 è ormai ufficialmente iniziato. Ieri è stato calendarizzato l'approdo in aula. Il voto di Palazzo Madama è previsto per giovedì, con o senza l'approvazione della commissione bilancio. Una volta approvato in Senato dovrà poi passare alla Camera dove non potrà subire ulteriori modifiche. Sin qui il percorso appare senza ostacoli. In realtà, tra veti, spaccature e cambi di governo, la situazione è piuttosto complicata.
Un nodo centrale è quello della commissione bilancio. Qui, dopo un riavvicinamento frutto della diplomazia renziana, si è consumato un nuovo strappo tra Pd e Scelta Civica. Il rappresentante del governo in commissione Legnini, ha presentato una proposta che di fatto andrebbe a modificare, ammorbidendole, le 'prescrizioni' imposte nel decreto al Campidoglio. In sostanza, sfruttando un comma della finanziaria del 2007, vengono salvate le municipalizzate più piccole come Zetema e Assicurazioni per Roma. Uno stravolgimento che ha mandato su tutte le furie Linda Lanzilotta, pasionaria delle privatizzazioni, e firmataria del cosiddetto emendamento Svendi Roma, quello che impone licenziamenti e cure pesanti per le municipalizzate in difficoltà.
Di più, la Lanzillotta è l'ago della bilancia in commissione. Detto in parole povere: se lei vota contro, l'emendamento non passa perché il Pd da solo non ha i numeri. E qui la forzatura, quella del passaggio diretto in aula, diventerebbe necessaria e avrebbe il sapore della ghigliottina boldriniana. Con o senza l'approvazione in commissione giovedì il decreto infatti passerà in Aula e qui Scelta Civica non è decisiva.
Nella giornata di oggi è previsto un tentativo di ricucire i rapporti con l'esponente di Scelta Civica che si è già detta pronta a recepire gli emendamenti preparati dal Pd, in particolare dal renziano Giorgio Santini, che vanno ad ammorbidire le norme Svendi Roma volute dalla Lanzilotta e appoggiate dalla Lega.
La stessa Lanzilotta ieri aveva dichiarato "che nel testo riformulato dal capogruppo del Pd, Giorgio Santini, c'è un miglioramento, sia sul punto relativo alla liberalizzazione dei servizi di trasporto e dei rifiuti, sia sulla ridefinizione degli organici in esubero sia infine sulla dismissione o messa in liquidazione delle partecipate" che non operano nei servizi pubblici. La stessa Lanzillotta però additava a Legnini la colpa del riferimento alla finanziaria del 2007. La sintesi della senatrice è inequivocabile: "se resta l'emendamento Santini siamo disponibili a sostenere il Salva Roma, se no no".
L'accordo con Lanzillotta diventa fondamentale per salvaguardare l'equilibrio in vista della fiducia al governo Renzi. E non è un caso che ieri, tanto dal Campidoglio quanto dai parlamentari, siano partite delle telefonate da parte di esponenti renziani per chiedere conto dello strappo che andava consumandosi. Insomma, tra equilibrismi di ogni tipo, la strada per la conversione del Salva Roma è sempre più in salita e l'incubo di Marino resta sempre lo stesso: vedere immolato il decreto fondamentale per il suo bilancio in favore della fiducia a Renzi.