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Sciopero Ama, sentenza e referendum Atac: la lunga settimana di Virginia 

Un fitto calendario di appuntamenti e snodi cruciali per il futuro della città

Fino a martedì non sarà a Roma. La sindaca è impegnata con gli studenti per il viaggio della Memoria. Ma verrà certamente aggiornata in tempo reale sulla città. Perché la settimana in partenza è fitta di tappe importanti e snodi chiave per il futuro della Capitale. Uno sciopero con l'ennesima emergenza rifiuti dietro l'angolo, un referendum che potrebbe tradursi in una bocciatura sonora alla sindaca, e, cruciale, una sentenza che deciderà il destino dell'amministrazione grillina, aprendo scenari che, in caso di condanna di Virginia Raggi, non escludono le urne anticipate.

Il bilancio Ama e la protesta  

Domani i lavoratori dell'Ama si fermeranno per 24 ore. Uno sciopero "inevitabile" per i sindacati promotori, Fit-Cisl, Filt Cgil e Fiadel di Roma e del Lazio. Il bilancio aziendale non è ancora stato approvato, congelato nello scontro in corso tra Campidoglio e partecipata dei rifiuti. Palazzo Senatorio non dà l'ok ai documenti contabili, rispedendo al mittente un credito di 18 milioni di euro vantato da Ama per servizi cimiteriali resi tra il 2008 e il 2012.

A rischio ci sono gli stipendi dei lavoratori e una possibile frattura con i vertici della municipalizzata, guidata dal presidente e ad, Lorenzo Bagnacani, uomo di fiducia di Beppe Grillo. Senza contare le conseguenze immediate dello sciopero di domani sulle condizioni delle strade cittadine, già provate dai giorni di maltempo che hanno visto impiegate le risorse di Ama su foglie e pulizia dei tombini, più che sulla raccolta ordinaria dei rifiuti. Per tornare alla normalità potrebbero volerci giorni. E la pioggia, già prevista per domani, rischia di complicare il tutto. 

La sentenza dei giudici

Ma è sabato 10 novembre il giorno più atteso. Il Tribunale si pronuncerà sul processo che vede imputata Raggi per falso in atto pubblico. Alla sindaca viene contestato di aver mentito all'Anticorruzione sulle procedure che portarono Renato Marra dalla direzione vigili del XV Municipio a capo del dipartimento Turismo. Raggi dichiarò di aver effettuato la scelta "in assoluta autonomia", mentre secondo i pm ci fu un'ingerenza del fratello Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca arrestato per corruzione nel 2016. 

Che accade in caso di condanna? Il falso ideologico non rientra tra i reati previsti dalla legge Severino, ma è lo statuto del Movimento Cinque Stelle a prevedere le dimissioni in caso di condanna. "Sono serena" ha detto Raggi in un'intervista a La7. Se condannata lascerà palazzo Senatorio? "Ne parleremo dopo la sentenza". A sostenerla ci penseranno i supporter grillini convocati in piazza del Campidoglio venerdì 9. "Sempre con Virginia" è lo slogan del presidio, attaccato dal Pd che ha parlato di "grave pressione sui magistrati". 

Referendum Atac, a Roma domenica 11 novembre si vota: tutto quello che c'è da sapere

Il referendum sul tpl

Il giorno dopo, domenica 11 novembre, i romani sono chiamati a votare per la messa a gara del trasporto pubblico locale. Il referendum consultivo promosso dai Radicali prevede due quesiti e interroga i romani sulla volontà di liberalizzare il tpl, oggi affidato in quasi monopolio ad Atac, consentendo tramite gare pubbliche che altri operatori, anche privati, possano gestire la rete di autobus, tram e metropolitane della Capitale. Una strada opposta a quella tracciata dalla sindaca Raggi, che avviando la procedura di concordato preventivo per salvare le casse dell'azienda ha ufficializzato la linea più volte ribadita: Atac deve restare pubblica. 

Da qui l'accusa del segretario nazionale dei Radicali Riccardo Magi più volte lanciata alla sindaca su una campagna informativa giudicata inadeguata: "Si è voluto far sapere il meno possibile di questo referendum". In tanti, effettivamente, sanno poco o niente della consultazione. Schierati sul fronte del no ci sono i dipendenti di via Prenestina, ma anche la Cgil, in polemica con il Partito Democratico che ha invece annunciato la linea a favore
Raggiungere il quorum di uno terzo dei votanti non sarà impresa semplice, ma certo una vittoria del sì sarebbe una batosta pesante per il mantra grillino del pubblico a tutti i costi. 

Insomma, sarà una lunga settimana per la sindaca di Roma, stretta tra partite giuridiche e politiche da sciogliere (non dimentichiamo i contrasti con il governo amico giallo-verde che, dai rifiuti ai fondi per le buche, promessi e poi tolti dalla manovra, la sta aiutando meno del previsto) l'amministrazione ordinaria di una città in apnea perenne, e gli attacchi dei partiti di opposizione, in un clima che ha già tutti i connotati della corsa elettorale.

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