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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Vinitaly, al vaglio degli inquirenti due intercettazioni telefoniche

Le intercettazioni tra il sindaco Marini e Birindelli, sarebbero avvenute nell'ambito dell'indagine che vede l'assessore regionale all'Agricoltura Birindelli accusat di corruzione e tentata estorsione

Sarebbero state due telefonate a portare gli inquirenti a iscrivere sul registro degli indagati, insieme alla Birindelli, il sindaco di Viterbo Giulio Marini con l'accusa di concorso in peculato e abuso d'ufficio sul caso Vinitaly.

Secondo quanto emerso, nelle due conversazioni telefoniche, intercettate nell'ambito dell'altra inchiesta che vedrebbe la Birindelli accusa di corruzione e tentata estorsione, il primo cittadino le darebbe dei suggerimenti su come favorire un'azienda del viterbese per ottenere delle commesse nell'allestimento del padiglione Lazio del Vinitaly. Stessi reati per cui sarebbe indagato anche il commissario straordinario dell'Arsial, Erder Mazzocchi, l'azienda per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura nel Lazio che, fino al 2011 ha organizzato e gestito il padiglione, costato 3 milioni e 200 mila euro, per conto dell'Assessorato diretto dalla Birindelli.

Marini intanto ha dichiarato di "aver chiarito il senso di quelle due telefonate al pubblico ministero e credo - ha spiegato - di aver dimostrato che non contenevano alcun illecito". Nei prossimi giorni gli inquirenti dovrebbero ascoltare il titolare dell'azienda viterbese che Marini, Birindelli e Mazzocchi avrebbero tentato di favorire.

Si tratterebbe della ditta di Giuseppe Flacchi, ex numero uno della Viterbese calcio e presidente dell'Interporto di Orte.

Nel mirino ci sono anche due giornalisti, tre dipendenti pubblici e almeno tre impiegati della Regione Lazio, ripartiti tra i tre filoni della maxi indagine: macchina del fango, finanziamenti regionali e Vinitaly.

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