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Politica Dragona / Largo Cesidio da Fossa

Villaggio San Francesco, i chiarimenti del comitato di quartiere sul processo di riscatto degli immobili

Alcuni cittadini si dissociano dalle posizioni dell'associazione "Vivi la Piazza" e criticano la scelta di convocare una commissione nel bel mezzo di un percorso di interlocuzione con l'amministrazione avviato da mesi

In seguito alla commissione casa e patrimonio dello scorso 10 giugno, durante la quale è stato ripreso il tema degli alloggi all'interno del Villaggio San Francesco ad Acilia, il comitato di quartiere ha ritenuto opportuno intervenire nel dibattito facendo alcune precisazioni innanzitutto rispetto alla commissione stessa e anche ad alcuni concetti espressi da un altro storico inquilino, Vincenzo Cambrea, dell'associazione "Vivi la Piazza". 

"Il Villaggio, costruito negli anni ‘50 grazie alla generosità del Vaticano (250 milioni di lire) - ricorda il comitato di quartiere - e di una moltitudine di benefattori, su terreno del Comune di Roma, venne donato al Comune stesso che lo inserì nel proprio patrimonio, destinando le abitazioni alla fruizione di quelle famiglie di indigenti che fino a quel momento occupavano gli anfratti dell’Acquedotto Felice. Nel corso dei decenni tutte le amministrazioni che si sono succedute hanno disatteso totalmente uno dei punti cardine della Convenzione con cui veniva regolato il rapporto tra l'amministrazione e la cittadinanza residente: quello della manutenzione, a fronte della quale gli assegnatari hanno corrisposto canoni sempre maggiori e, a partire dal 1985, canoni ERP non giusitificati da alcun provvedimento formale".

In sostanza, ricordano dal comitato, sono ormai 37 anni che gli affitti corrisposti al comune si basano su un principio errato, ovvero che le abitazioni del Villaggio siano edilizia residenziale pubblica. Ma non è così, tanto che non sono mai state assegnate tramite una graduatoria e mai lo saranno, come ribadito anche dalla parte politica durante l'ultima commissione capitolina: "Nel tempo i cittadini del villaggio, prenendo atto del totale stato di abbandono in cui versa il compendio, nonché l’intero quartiere - prosegue la nota del Cdq - hanno manifestato la volontà di acquisire gli immobili. Pertanto, a partire dal 2017, questo comitato ha rappresentato all’amministrazione la necessità di avviare una procedura di alienazione che tenesse conto non solo dello stato di fatiscenza degli immobili, ma anche e soprattutto della genesi del villaggio e dello spirito di solidarietà che è stato il motore propulsore di un’opera edilizia che non ha eguali".

Dal 2017 al 2021, però, sembra che nulla sia accaduto di nuovo. Durante la commissione del 10 giugno, il consigliere Pd Giovanni Zannola ha più volte ricordato che "venne richiesta in più occasioni una commissione su Villaggio San Francesco, senza successo". E la conferma arriva anche dal comitato: "Purtroppo dobbiamo registrare che soltanto da alcuni mesi abbiamo ricevuto adeguato riscontro alle nostre legittime richieste - dichiarano -. Si è già tenuto un primo sopralluogo dell’assessore Tobia Zevi presso il nostro Villaggio, ed è in corso una fattiva interlocuzione con il Municipio X e gli uffici capitolini interessati, per la revoca, o in alternativa la modifica, della delibera 203 del 2006 che disponeva il trasferimento attraverso vendita degli immobili del Villaggio San Francesco, provvedimento che equipara quest’ultimo al resto del patrimonio comunale ERP e non tiene in alcun conto le peculiarità del compendio". Delibera, va detto, che la politica vuole superare con un nuovo atto da portare al più presto in assemblea capitolina.

A questo punto, il Cdq critica l'opportunità di convocare una commissione come quella del 10 giugno: "In questo percorso di interlocuzione risulta perlomeno anacronistico il ricorso ad una commissione - spiegano - in cui ancora qualche soggetto fa riferimento all’acquisto degli immobili, mentre questo comitato ha individuato altre modalità di alienazione, proponendo mirabolanti soluzioni laddove vi è da tempo una complessa ed articolata proposta, già oggetto di valutazione, non soltanto tecnica. Intendiamo pertanto dissociarci da quanto espresso da soggetti estranei al comitato  in sede di commissione, confermando la propria disponibilità ed intenzione a proseguire nel percorso fin qui tracciato insieme all’amministrazione, sia capitolina che municipale".

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