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Villa Pamphili chiusa per aviaria: “Giusto fare controlli, ma per ora non c’è pericolo reale”

Sulle possibilità di contagio interpellata la responsabile Centro Recupero della Fauna Selvatica della Lipu

La decisione di chiudere una parte di Villa Pamphilj, dopo la morte del cigno positivo all’influenza aviaria, pone un dubbio. Ci sono volatili che dal laghetto, dove l’esemplare è stato rinvenuto, hanno spiccato il volo verso il cielo della capitale?

Cigno contagiato da altre specie

“Certamente ci sono specie, anatre domestiche ed anche anatre selvatiche, che sono passate per quel laghetto e che successivamente si sono spostate. D’altra parte lo stesso cigno è stato contagiato da qualche altro volatile – ha premesso Francesca Manzia, responsabile del Centro di recupero della fauna selvatica della LIPU – tuttavia non c’è, al momento, alcun pericolo reale per la salute dell’uomo”.

Nessun pericolo per l'uomo

Che altri volatili abbiano transitato nello specchio d’acqua della storica villa romana, è un aspetto abbastanza intuitivo. Ed essendo in grado di volare, è inevitabile che abbiano raggiunto altri siti. “In realtà quanto è avvenuto è un fenomeno naturale che però, in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, impone siano messe in campo una serie di controlli. Se c’è qualcuno che è preoccupato per lo spill over, il salto di specie, possiamo affermare che non c’è questa possibilità al momento”. Ma non è il caso di abbassare la guardia.

Il provvedimento precauzionale

Villa Pamphilj è uno dei polmoni verdi più frequentati dalla capitale, pertanto averne limitato temporaneamente l’accesso, almeno ad una parte, come hanno precisato sia il sindaco Gualtieri che l’assessore regionale D’Amato, rappresenta solo un “provvedimento precuazionale”. D’altra parte, come lo stesso D’Amato ha ricordato “tutti i servizi veterinari del Lazio sono da giorni in stato di preallerta dovuta ai casi rilevati a Ostia Antica”.

L'importanza dei controlli sugli allevamenti

Ma quali sono i volatili che rischiano di infettarsi con l’Aviaria? “ Sono poche le specie 'serbatoio' che possono trasmettere il virus, penso soprattutto a quelle acquatiche come il germano reale che è molto presente a Roma e potrebbe entrare in contatto con allevamenti domestici – ha spiegato la responsabile CRFS della LIPU – per questo bisogna appunto mantenere una certa attenzione ed è giusto che le autorità sanitarie dispongano controlli, facendo campionamenti su allevamenti che si trovino ad una distanza di 3 chilometri ed eventualmente anche in una seconda fascia, di 10 km dalla zona in cui è avvenuto il contagio”. A quello provvederanno i veterinari delle Asl. Per ora, comunque, non ci sono pericoli per l’uomo. 
 

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