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Villa Pamphili, il più grande parco di Roma senza bagni pubblici. Ecco i piani per la riapertura

Dall'acquisizione a bene del municipio del punto jogging al masterplan per la villa da finanziare con il Pnrr

Riqualificare i bagni pubblici di villa Pamphili tramite i fondi del Pnrr e darli in gestione a chi porterà avanti in parallelo attività di somministrazione. Poi acquisire a bene del municipio il punto jogging, per gestirlo in collaborazione con le associazioni del territorio e il centro anziani. È l'idea del Comune e del XII municipio per riaprire i servizi, chiusi dal 2016. Da sei anni la più grande area verde della Capitale non ha nemmeno un bagno pubblico funzionante. Chi vuole espletare i suoi bisogni è costretto a fare la fila al Vivi Bistrot, unico locale presente nel parco raggiungibile dall'ingresso di via Leone XIII. 

Mentre sul lato di via della Nocetta e di via Aurelia quelli pubblici, quattro in tutto, non sono agibili. Un tempo la manutenzione era affidata ad Ama, poi, sparita la mansione nel contratto di servizio, nel 2017 è stato indetto un bando per il recupero dei servizi della villa. L'affidamento alla ditta vincitrice non è mai andato a regime e i bagni sono rimasti chiusi. Alcuni sono stati occupati da abusivi e più volte sgomberati. 

"Villa Pamphili sta per entrare nella linea di finanziamento di Roma caput mundi" spiega a RomaToday il presidente del XII municipio Elio Tomassetti, riferendosi a uno specifico capitolo del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). "Nel parco è prevista la riqualificazione di vari immobili. Sicuramente anche delle aree a servizio, la nostra idea è quella di legare la cura dei bagni a chi avrà in gestione attività di somministrazione nei manufatti vuoti da affidare all'interno del parco" . Le tempistiche però non sono ancora prevedibile. "Dobbiamo ancora completare il masterplan" precisa il minisindaco. 

E poi c'è il punto jogging, che ha un'altra storia. Punto di riferimento per anni dei runner cha andavano a correre nel perimetro della villa, nel 2017 è stato chiuso, sequestrato nel 2017 all'interno di un'indagine che accertava la regolarità gestionale di alcuni spazi presenti all'interno del parco. Il manufatto non ha mai riaperto, e aveva il suo interno gli unici bagni funzionanti. Sul punto il municipio sta lavorando per la riapertura. "Stiamo chiedendo l'acquisizione urgente del bene al Campidoglio - spiega il presidente Elio Tomassetti a RomaToday - per poi procedere per la gestione con una collaborazione con il vicino centro anziani e le associazioni che lavorano per la tutela dell'area". 


 

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