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Tra i vigili e Clemente è guerra: dopo Capodanno le prossime trincee sono Befana e Derby

Il 6 gennaio e Roma Lazio sono i prossimi appuntamenti caldi. Sul caso delle assenze a Capodanno intanto interviene il premier Renzi: "Nel 2015 cambiamo le regole nel pubblico impiego"

Un caso che diventa nazionale. La guerra tra il comandante della Polizia Locale di Roma Capitale e i vigili urbani esce dal raccordo e finisce su tutti i tg e le prime pagine dei giornali. Merito (o colpa) del numero di certificati presentati all'ultimo minuto per giustificare l'assenza. Si tratta dell'ultima arma usata da una delle due parti in lotta in una vicenda che dal 18 dicembre tutti sapevano sarebbe finita male. E' finita invece malissimo, ma con l'ennesima figuraccia per la Capitale, ancora una volta finita agli onori della cronaca  per l'incapacità di garantire servizi all'altezza e senza polemiche con i propri dipendenti.

TUTTI I MOTIVI DELLA GUERRA
TRA CLEMENTE E I VIGILI

Lo scorso 18 dicembre, all'indomani dell'ennesimo stop al tavolo di trattativa per il contratto decentrato, scrivevamo che sarebbe stata a rischio la partita Roma Milan, ma anche il Capodanno. Gli agenti, stufi della gestione del corpo da parte di Clemente, all'apertura delle liste per lo straordinario di fine anno, avevano deciso di non iscriversi, rinunciando a quasi 200 euro in più. Va spiegato chiaramente che la notte dell'ultimo dell'anno non è una notte di turno ordinario e che nella storia a Roma è sempre stata coperta con turni straordinari. Straordinari che per i caschi bianchi sono facoltativi e non imposti dal Comando. Quindi la rinuncia allo straordinario è del tutto legittima. In pratica gli agenti hanno preferito stare a casa piuttosto che 'appesantire' la propria busta paga.

Da lì è iniziato un braccio di ferro con da un lato il Comandante e dall'altro i vigili. I sindacati, per provare ad alzare l'attenzione mediatica sul Capodanno, hanno indetto un'assemblea a ridosso della mezzanotte. Niente pizzardoni dalle 21 a mezzanotte e da mezzanotte alle 3. L'azione aveva come obiettivo quello di togliere anche i 200 in servizio ordinario. Insomma, lasciare Roma senza Polizia Locale. Clemente, poco prima di Natale, aveva richiesto l'intervento della commissione scioperi, che il 24 dicembre ha scritto una durissima lettera nella quale invitava i sindacati a desistere dall'assemblea. Non una precettazione, si badi, ma la richiesta di riformulare la domanda per l'assemblea.

Una richiesta vana perché gli agenti hanno tenuto il punto, non desistendo dall'assemblea convocata per San Silvestro. Clemente allora ha provato a richiedere l'intervento del Prefetto il quale però non ha provveduto alla precettazione, non riscontrandone i motivi. Così, la mattina del 30, è scattato il divieto d'assemblea da parte del Comandante e nel pomeriggio i sindacati hanno deciso di differire le assemblee stesse. Rimaneva però, come tutti sapevano, l'astensione dagli straordinari.

A questo punto Clemente ha giustamente riorganizzato i turni per far confluire più agenti possibili sulla mezzanotte. Così pizzardoni sono stati spostati dal turno di pomeriggio (del 31) a quello di seminotte e altri dalla mattina alla notte. Il servizio, avrebbe contato non sui 700 vigili in turno continuativo come ritenuto necessario dal Comandante, ma su 350 vigili prima e 300 vigili dopo la mezzanotte. Il tutto in aggiunta ai 200 in servizio ordinario notturno. Insomma, Clemente ha tirato la coperta riuscendo a coprire al meglio la notte di Capodanno.

Gli agenti però, ormai apertamente contro il loro comandante, si sono improvvisamente ammalati, oppure hanno deciso di donare il sangue proprio la notte dell'ultimo dell'anno o di presentare richiesta come previsto dalla legge 104. Una vera e propria guerriglia sindacale che si è tradotta nei vergognosi numeri forniti dal Campidoglio: 83,5% dei vigili assenti. Prima però lo stesso Comandante ha usato l'ultima arma a sua disposizione, quella di far scattare la reperibilità, istituto a cui di solito si accede solo in casi straordinari. Il Capodanno, evidentemente, lo è e quindi sono partiti sms e chiamate per oltre 6000 vigili. Chiamate ed sms arrivate anche a vigili morti, in pensione o trasferiti da tempo in altri comuni. All'appello però hanno risposto solo in 75.

Cosa accadrà ora? Come promesso da Clemente partiranno tutte le verifiche del caso e il caso finirà probabilmente in Procura. Va detto che i medici legali inviati al domicilio degli agenti malati non avrebbero, dalle indiscrezioni raccolte, riscontrato anomalie. Gli stessi sindacati, anche se ancora non è ufficiale, sarebbero pronti a far partire una denuncia a Clemente per aver fatto scattare, a loro dire in maniera illeggittima, la reperibilità. Gli stessi sindacati hanno già fatto sapere che le assemblee in programma la notte di Capodanno sono state spostate durante il derby del prossimo 11 gennaio, quando di nuovo gli occhi dell'Italia saranno tutti sull'ordine pubblico romano. Ma a stretto giro nuovi problemi alla viabilità potrebbero esserci il giorno della Befana. Insomma i vigili non mollano ed appare ormai chiaro il loro obiettivo: chiedere la testa del comandante Raffaele Clemente.

Intanto il premier Renzi ha commentato la vicenda assenteisti su Twitter. "Leggo di 83 vigili su 100 a Roma che non lavorano 'per malattia' il 31 dicembre. Ecco perche' nel 2015 cambiamo le regole nel pubblico impiego".

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