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VIDEO | Valeriani visita l'occupazione di viale Caravaggio: "No agli sgomberi senza alternativa"

La visita dell'assessore alla Politiche abitative della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, all'occupazione di viale Caravaggio. In cima alla lista degli immobili da sgomberare

Alle porte di una nuova, annunciata, stagione di sgomberi, l’assessore alla Casa della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, questo pomeriggio ha visitato l’occupazione abitativa di viale del Caravaggio, nel quartiere di Tor Marancia. “Ho risposto a un invito. Mi è stato chiesto di venire a dare un’occhiata di persona”, ha precisato ai microfoni di Romatoday. Un gesto distensivo, strappato dai movimenti per il diritto all’abitare al termine del presidio di protesta del 23 maggio, che arriva nel mezzo di un crescendo di tensione attorno alle occupazioni abitative e a meno di due settimane dal corteo cittadino del 22 giugno. 

Dopo il cambio ai vertici della Prefettura, il piano sul tavolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza sta entrando nel vivo. All’ordine del giorno c’è un elenco con i 24 immobili su cui pendono provvedimenti dell’autorità giudiziaria, considerati quindi i più urgenti. I primi sgomberi sono annunciati già per i prossimi mesi. Il palazzo di viale del Caravaggio è in cima alla lista. Alla fine del 2017 il Tribunale civile di Roma ha condannato il Viminale a risarcire la proprietà, la Oriental Finance srl, riconducibile alla famiglia Armellini, per 7 milioni di euro per il mancato sgombero. All’interno però ci vivono oltre 300 persone, 140 famiglie, per un totale di 80 bambini in tutto. 

“Il fatto che io sia qui”, ha detto l’assessore agli abitanti, “è la dimostrazione che da parte della Regione c’è il massimo impegno per risolvere questa situazione con soluzioni alternative”. Per Valeriani, il modello è lo sgombero del palazzo di via Carlo Felice 69, a San Giovanni, ‘svuotato’ dietro un accordo con le famiglie che hanno traslocato in alloggi alternativi forniti per due anni da Regione, Comune e proprietà. “Un modello che può piacere o non piacere”, ha detto “ma che dimostra che un’altra soluzione è possibile”. 
Per quanto riguarda le nuove operazioni, via del Caravaggio in primis, Valeriani ha spiegato: “Stiamo lavorando per trovare soluzioni per le persone che si trovano in queste occupazioni. Da parte della Regione c’è un approccio molto sensibile alla componente umanitaria di questa vicenda che non va affrontata solo sul terreno legalitario”.

A differenza del caso di Carlo Felice, dove la proprietà dell’immobile, Bankitalia, ha messo a disposizione cinque alloggi, “la proprietà in questo caso non ha dato alcuna disponibilità”, ha spiegato Valeriani. Nella ricerca di soluzioni alternative, la strada della delibera regionale del 2016 sull’emergenza abitativa, che stanzia finanziamenti anche per dare risposte abitative a quanti oggi vivono in occupazioni, non è percorribile: “Com’è noto, c’è una differente lettura di queste norme da parte del Comune di Roma che non ha voluto applicare quello strumento”, ha ribadito Valeriani. “Per questo stiamo lavorando a soluzioni alternative”. 

Residenti e movimenti per il diritto all’abitare, “cogliendo tutto il buono possibile da questa visita che testimonia attenzione nei confronti delle condizioni sociali delle persone”, commenta Luca Fagiano, chiedono alla Regione Lazio e al Comune “di evitare qualunque operazione di sgombero”. Un’operazione che viene definita “insensata”, in quanto “chi ha deciso di occupare lo ha fatto perché spinto da una crisi profondissima e da assenza di politiche pubbliche e questi palazzi rappresentano una risposta”. 

Il presidente dell’VIII municipio, Amedeo Ciaccheri, ha spiegato: “Stiamo ancora verificando la situazione delle famiglie che vivono all’interno di questo stabile. Se non si conclude il censimento, non è possibile nemmeno trovare soluzioni alternative. Spero che la Prefettura prenda atto di questo rispetto alla definizione del calendario degli sgomberi che vediamo circolare mezzo stampa. Qualunque intervento senza soluzioni alternative sarebbe drammatico non solo per la dignità di queste famiglie ma anche per quella dello stato sociale della città”. 

Al fianco degli abitanti durante la visita dell’assessore, Roberto Giordano, della Cgil di Rome e del Lazio, la Rete dei Numeri Pari e alcuni rappresentanti delle associazioni culturali del territorio. “Il fatto che l’assessore sia venuto a rendersi conto di persona come vivono le famiglie eslcuse sul piano sociale è un fatto positivo”, il commento di Giuseppe De Marzo della Rete dei numeri pari. “In un momento in cui l’esclusione sociale è terreno fertile per le mafie, le occupazioni rappresentano un argine importante. Al contrario il legalismo securitario del Comune non supera i problemi”. Il tutto in un quadro in cui “sono stati tagliati 53 milioni di euro per le politiche sociali, dei quali 16 milioni di euro per gli interventi destinati a soggetti a rischio di esclusione sociale. Prima di chiedere legalità agli esclusi, è necessari garantire la giustizia sociale”.

Prossimo appuntamento il 22 giugno per un “grande manifestazione cittadina” scrivono in movimenti in una nota “destinata ad affermare che Roma è e deve rimanere una città aperta, che Roma è decisa a resistere e che non si sgombera”. 

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