Un centro Ama su via Benedetta Ciaccia vittima del terrorismo. La furia del papà: "Chiediamo lampioni, Raggi porta immondizia"
La denuncia di Roberto Ciaccia a RomaToday: "Sono anni che aspettiamo un impianto di illuminazione pubblica. Ora arrivano rifiuti. Daremo battaglia"
Al posto dei lampioni attesi da quasi un decennio, arriveranno materassi, vecchi divani, frigoriferi, olii esausti, rifiuti ingombranti scaricati nell'isola ecologica che la giunta Raggi ha pensato di realizzare lungo la via. "Daremo battaglia, è una vergogna" tuona a RomaToday Roberto Ciaccia, padre di Benedetta, la 31enne romana morta negli attentati di Londra del 2005. La famiglia è riuscita dopo un'infinita trafila burocratica a ottenere una via dedicata alla ragazza, una piccola lingua di asfalto tra Casalotti e Selva Candida, nel XIV municipio, inaugurata nel 2015. Via Benedetta Ciaccia. Una conquista importante. Certo papà Roberto non si aspettava che cinque anni dopo la stessa via venisse scelta come sito idoneo alla realizzazione di un centro di raccolta rifiuti Ama.
Già, nell'elenco delle 26 nuove isole ecologiche da costruire nei municipi, deliberata dalla giunta Raggi, c'è anche via del Forno Saraceno, strada principale con cui fa angolo via Ciaccia. La decisione, passata dal via libera delle commissioni Urbanistica e Ambiente deve essere ancora certificata dal sì del Consiglio comunale. Impresa non proprio semplice, perché sui territori sono montate diverse proteste. E ora quella della famiglia Ciaccia si aggiunge alla lista. "Faremo di tutto perché l'amministrazione faccia un passo indietro" commenta ancora papà Roberto "qui aspettiamo ancora l'impianto di illuminazione pubblica e ora ci rifilano i rifiuti".
Illuminazione pubblica che la famiglia ha chiesto per anni all'amministrazione comunale senza successo. L'ultima lettera protocollata inviata da Roberto Ciaccia alla sindaca Virginia Raggi, all'allora assessore ai Lavori pubblici Margherita Gatta, all'ingegner Roberto Botta del dipartimento Simu (Lavori pubblici), risale al 26 settembre 2017. Non sono mai arrivati riscontri.
"Come ultima ratio e appellandomi al Vostro profondo senso delle istituzioni chiedo un vostro autorevole intervento in quanto profondamente indignato dalla totale indifferenza dimostrata in questi anni dall'amministrazione comunale dinanzi alla richiesta di provvedere all realizzazione di impianti di pubblica illuminazione nella via intitolata alla memoria di mia figlia" scriveva Ciaccia, anche presidente del forum Sicurezza a Roma, in Memoria di Benedetta Ciaccia, vittima del terrorismo. Chiedeva che il ricordo della figlia venisse semplicemente onorato "con dignità". E un centro di raccolta di immondizia non sembra il modo migliore per farlo.
A commentare i fatti il dirigente romano della Lega Fabrizio Santori: "Il sindaco Raggi continua a ignorare le sensibilità del territorio oltre ad aver eluso ogni promessa nei confronti dei familiari e degli amici di Benedetta che speravano oggettivamente in un trattamento migliore di quello che è stato riservato fino ad oggi da un'amministrazione che riesce a fare solo danni". Senza contare che nella via dedicata a Benedetta, "non c'è neppure l'illuminazione. Nel corso del tempo, si è trasformata in una discarica a cielo aperto".