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Ater, Asia Usb contro la dismissione delle case popolari: "A fronte di 708 nuovi alloggi se ne vendono oltre 7mila"

Il sindacato contro la delibera di dismissione dell'ente che gestisce il patrimonio Erp, rivelata ieri da Romatoday: "Contiunua la campagna di privatizzazione"

"Continua la campagna di privatizzazione e gestione privatistica del patrimonio di edilizia pubblica destinata all’assistenza abitativa della Capitale". E' duro l'attacco che arriva dal sindacato Asia Usb alla decisione dell'Ater di Roma di dismettere quasi 7mila e 500 case popolari sul territorio romano. La notizia è stata rivelata ieri da Romatoday in un articolo nel quale è stato reso noto il contenuto della delibera commissariale che prevede la dismissione (qui tutto il piano).

"Il primo dato che salta all’occhio è che a fronte dei nuovi 708 alloggi previsti nel triennio in corso, ottenuti da frazionamento o nuove realizzazioni", si legge nella nota, "se ne vendono 7000 (dieci volte tanto), promettendo che con gli introiti se ne realizzeranno altre. Questa promessa è al momento fuori da qualsiasi progettualità. Come, dove e quando si realizzeranno ulteriori alloggi al momento non ci è dato saperlo". Asia Usb poi continua: "Chi ha controllato gli acquirenti che hanno rivenduto a prezzi da libero mercato? Chi controlla l’uso del patrimonio in seguito alla vendita, la messa in affitto, la conversione in bed and breakfast o in uffici degli alloggi realizzati come case a disposizione della collettività? Non si tiene conto che buona parte del Patrimonio è stato costruito con i soldi versati dai lavoratori ed è quindi vincolato ai meccanismi previsti dalla legge sulla Gescal".

Per Asia Usb queste "non sono le uniche falle del piano vendita. La stessa Ater ammette che si darà priorità agli stabili le cui spese di riqualificazione sarebbero “insostenibili”. Che vuol dire? Che a riqualificare i palazzi ci dovranno pensare gli inquilini di tasca propria". Poi si chiede: "Perché prima di autorizzare la vendita di parte del patrimonio la Regione Lazio non usa i fondi della Gescal contenuti nella delibera 18 del 2014, vincolati illegittimamente ad altre voci di bilancio, per riqualificare ed incrementare il patrimonio? Perché non inizia i lavori usando il superbonus approvato dal Governo per l’efficientamento energetico?".

Il sindacato attacca anche la dismissione annunciata un anno fa circa, quella del patrimonio di pregio. "La vendita a lotti su base d’asta del patrimonio di pregio è arrivata ormai al XIII bando, con prezzi che in alcuni casi sfondano il milione d’euro. L’Ater classifica tali immobili come di pregio, e prevede di destinare il ricavato della vendita al risanamento del bilancio, gravato dalle cartelle esattoriali per debiti contratti in maggior parte col Comune, cui l’Ater deve (cosa assurda!) il pagamento dell’Imu nonostante la finalità sociale degli alloggi che detiene e gestisce. Il tema centrale di questa operazione è però quello dell’esclusione a priori dei ceti popolari da alcuni contesti, come il centro storico, quartieri ben serviti o in stabili signorili".

Infine l'housing sociale, il piano dell'Ater di affittare qualche centinaio di immobili a prezzi agevolati ma non di edilizia popolare (qui le critiche del sindacato; qui la replica di Ater). "I prezzi proposti agli inquilini che abbiamo assistito nella fase di adesione al bando, sono totalmente fuori linea e arrivano anche a 750 euro, importo cui vanno sommati i servizi, spesso non erogati. Va segnalato che uno stesso nucleo familiare assegnatario di un alloggio in Housing Sociale, avrebbe potuto avere accesso a quello stesso alloggio attraverso Bando Erp, in quanto in alcuni casi i redditi richiesti sono compatibili a entrambi i bandi".

Conclude il sindacato: "Rimane il grande tema dell’emergenza abitativa, che a seguito della crisi economica dovuta alla pandemia rischia di acquistare dimensioni mai viste. Sarebbe forse meglio che le case, anziché tenerle vuote ed allarmate per essere vendute, anziché darle a sei o settecento euro al mese, venissero assegnate a canone sociale a quei cittadini che non ce la fanno a pagare un affitto, un mutuo, che sono in graduatoria o in occupazione in attesa di avere la tanto agognata casa a canone commisurato al reddito".

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