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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Case Enpam a Fontana Candida, riparte la vendita: "Tutto regolare". Asia Usb: "Il prezzo in un piano di zona è vincolato"

Dopo la diffida di un gruppo di inquilini sostenuti dal sindacato la dismissione era stata sospesa. Ora è ripartita e finirà entro il 15 aprile. Regione: "Al lavoro per soluzione condivisa"

Dopo la diffida di un gruppo di inquilini che chiedevano agli enti competenti di verificare le modalità di calcolo del prezzo, la vendita degli appartamenti Enpam a Fontana Candida aveva subito una battuta d’arresto. All’inizio di marzo, però, la dismissione è ripartita con l’obiettivo di arrivare a conclusione entro il 15 aprile prossimo. E se da un lato l’ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri ha fatto sapere a Romatoday che perizie legali e notarili confermano la regolarità dell’operazione, un gruppo di inquilini sostenuti dal sindacato Asia Usb ha inviato una nuova diffida agli uffici competenti di Comune e Regione.

Secondo la denuncia del sindacato, i 270 appartamenti dislocati in 13 palazzine tra via Degas e via Mondrian, tra i quartieri di Borghesiana e Torre Gaia, rientrano nel piano di zona 25, quindi su terreni per l’edilizia pubblica destinata alle famiglie meno abbienti, e sono stati costruiti nei primi anni Settanta in regime agevolato. “Nella convenzione preliminare stipulata tra il Comune di Roma e la società di costruzioni viene stabilito il vincolo che fissa un prezzo massimo di cessione. Ricordiamo che la Suprema Corte di Cassazione nel 2015 ha stabilito che si tratta di un 'onere reale' che segue l'immobile in tutta la sua esistenza”, spiega Angelo Fascetti di Asia Usb. Il patrimonio, “per preservare le finalità sociali con cui è nato, è sottoposto quindi al controllo da parte di Comune e Regione”. 

Questo patrimonio abitativo è stato acquisito dall’Enpam tra gli anni Settanta e Ottanta, un periodo in cui quasi tutti gli enti previdenziali investivano sul mattone affittando casa a prezzi agevolati a decine di migliaia di persone. A partire dal primo decennio degli anni Duemila quasi tutti gli enti hanno avviato la dismissione di questi immobili, ormai bisognosi di costosi interventi di ristrutturazione, vendendoli agli inquilini, mettendoli sul mercato o trasferendoli in fondi immobiliari. Per molte famiglie questo ha portato a sfratti e aumenti del canone di affitto.

Case Fontana Candida: la vendita diventa un caso

Enpam ha messo in vendita il suo patrimonio nel 2012. Oggi, su un totale di 4540 alloggi dislocati su Roma, 4178 sono stati già venduti. Fontana Candida è quindi uno degli ultimi quartieri rimasti. Le modalità di vendita sono state stabilite in accordo con i sindacati: cessione degli interi stabili a cooperative formate dagli inquilini. Il prezzo parte dai valori di mercato stabiliti dall’Agenzia delle entrate con uno sconto del 30 per cento dal momento che gli immobili vengono acquistati in blocco. Nel caso di Fontana Candida, la cifra richiesta ammonta a circa 30 milioni di euro. Cifra che, precisa Enpam, è stata stabilita da un soggetto terzo indipendente.

Chi non può comprare ha la facoltà di stipulare un contratto d’affitto di 8 anni che per quanti presentano un reddito Isee inferiore ai 42mila euro è agevolato. Coloro i quali hanno più di 67 anni possono acquisire il solo diritto d'abitazione vitalizio. Molti inquilini di Fontana Candida, infatti, vivono in queste case dagli anni Ottanta e oggi sono ormai anziani. Dopo la prima diffida l’operazione era stata congelata, in attesa di effettuare tutte le valutazioni. Ma dal 1 marzo gli inquilini sono stati informati dalla cooperativa che le operazioni sono ripartite. Chi è intenzionato ad acquistare dovrà ottenere dalla banca il via libera al mutuo entro il 31 marzo, effettuare il versamento del saldo entro il 1 aprile, e chiudere l’atto definitivo di compravendita entro il 15 aprile. 

“Siamo venuti a conoscenza di questo mediante specifici avvisi affissi sui portoni”, racconta Anna (nome di fantasia), residente in via Klee da 37 anni, che fa parte del gruppo di circa 60 inquilini che si è rivolta ad Asia Usb. “Tutto questo nel completo disinteresse degli organi di controllo appositamente interessati, che dovrebbero avere a cuore l’interesse dei cittadini appartenenti alle fasce sociali più deboli. Nel caso di Fontana Candida, sono per la quasi totalità pensionati e quindi più sensibili all’attuale stato di disagio che gli attuali eventi stanno creando”. Non manca il timore verso l’alternativa dell’affitto: “Questo comporta che dopo 8 anni il nuovo proprietario possa non rinnovarlo”.

L’operazione di dismissione è stata oggetto di un tavolo tra gli inquilini rappresentati da Asia Usb e alcuni rappresentanti regionali. Dalla Regione fanno sapere a Romatoday che è in corso un tentativo di interlocuzione con Enpam per trovare una soluzione condivisa fra tutti i soggetti coinvolti.

“Chiediamo alle istituzioni competenti di tutelare la finalità sociale per la quale è nato questo patrimonio”, commenta Fascetti. “Il prezzo massimo di cessione va applicato a prescindere dal fatto che molti degli inquilini sono in difficoltà con l’acquisto, vista la difficile situazione attuale. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di aiutare gli inquilini con un fondo a rotazione previsto dalle norme. L’intervento permetterebbe di mantenere la funzione pubblica del patrimonio. Ricordo infine che molte altre famiglie che negli anni scorsi hanno accettato l’alternativa del contratto di affitto con altri enti previdenziali, oggi sono sotto sfratto per finita locazione”. 

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