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Il Comune vende case, Campidoglio ha fretta: si valuta intervento della cassa depositi e prestiti

La delibera di giunta è approdata alle commissioni capitoline. La speranza è di avviare le aste nei primi mesi del 2014. M5S: "No alla vendita tramite fondi immobiliari"

Sta passando dal vaglio delle commissioni capitoline la delibera scritta dal vicesindaco Luigi Nieri che prevede la vendita di 597 immobili di proprietà del comune di Roma. Prima in commissione Patrimonio, oggi in commissione Bilancio. La speranza del Campidoglio è che il documento possa approdare in Aula Giulio Cesare il prima possibile in modo da poter dare il via alle aste pubbliche entro i primi mesi del 2014. Il Comune di Roma, dalla vendita, spera di ricavare circa 247 milioni di euro. Soldi preziosi per le casse capitoline. Se per il 2013 il Campidoglio si è ritrovato a dover affrontare un buco di 867 milioni di euro, per il 2014 sarà necessario colmare una riduzione di risorse pari a circa 900 milioni. Per fare più in fretta è al vaglio anche la possibilità di ricorrere alla Cassa depositi e prestiti cui potrebbero essere conferiti gli immobili in cambio di fondi per gli investimenti.

Il documento però ha sollevato diverse voci critiche e non solo tra i banchi dell'opposizione. A sottolineare la questione sull'opportunità di vendere gli immobili anche Sel che chiede di reinvestire il ricavato per il reperimento di alloggi di edilizia residenziale pubblica, possibilità già contemplata nella delibera che vincola il 25% delle entrate dalla vendita per progetti di autorecupero e per la realizzazione di case popolari e il 75% per opere pubbliche.

Contrario anche il Movimento cinque stelle. Dal Campidoglio assicurano che la vendita avverrà tramite asta diretta pubblica ma il consigliere Daniele Frongia mette in guardia dalla “possibilità che la cessione avvenga attraverso il trasferimento delle proprietà in un fondo d'investimento immobiliare come contemplato dalle leggi in materia, citate nella delibera (art. 33 e 33bis della legge n. 111/2011)”. Nel mirino dei consiglieri del M5S, anche “la mancanza di chiarezza in merito al valore degli immobili inseriti nell'elenco”. In particolare “sappiamo quanto in totale il comune vorrebbe ricavare ma non abbiamo una stima del valore dei singoli immobili. E non ci convince nemmeno la possibilità, emersa nel corso della discussione in commissione Patrimonio, di affidare la dismissione a Risorse per Roma”. Infine una preoccupazione: “Nell'elenco degli immobili ci sono anche aree delicate dal punto di vista storico naturalistico come via dell'Appia Antica”.

TUTTE LE CASE IN VENDITA CONTENUTE NELLA DELIBERA

Promette battaglia anche Alessandro Onorato, capogruppo della lista Marchini in Campidoglio: “Impediremo la svendita del patrimonio immobiliare comunale. Una buona amministrazione dovrebbe valorizzarlo e trasformarlo in fonte di ricchezza. Il Comune si comporta come un principe in decadenza che non produce e giorno dopo giorno è costretto a vendere i beni di famiglia per tirare a campare. Così Marino vuole regalare case e negozi, con il 30% di sconto, nella speranza di guadagnare un po’ di tempo prima del fallimento” dichiara in una nota. “Vendere in un momento in cui il mercato immobiliare è ai minimi storici è un’ulteriore follia. Senza considerare che da più di vent’anni la gestione del patrimonio comunale è del tutto opaca e offre il fianco a scandali come ‘affittopoli’ e ‘svendopoli’. Per questo chiediamo di mettere in pratica la mia delibera, approvata all’unanimità da oltre un anno, per la creazione dell’Anagrafe pubblica del patrimonio immobiliare: un elenco on line di tutti gli immobili del Comune con indirizzo, caratteristiche, canone di locazione ed eventuale morosità. In questo modo eviteremo di fare ulteriori regali ad affittuari che pagano una miseria o sono morosi, offrendogli un ulteriore sconto e il diritto di prelazione”.

Molti degli appartamenti in vendita si trovano in zone centrali e pregiate della Capitale. Dal Colosseo a Trastevere passando per Borgo Pio, Prati, piazza Navona. Di fronte a un patrimonio di questa portata, il ricavato del comune per gli affitti è di circa 2 milioni di euro all'anno, 200 euro in media per il residenziale, di poco superiore il non residenziale. Chi vive dentro ai 295 appartamenti in vendita, nemmeno il comune lo sa. Non c'è una graduatoria, né si conoscono i criteri di accesso. Per questo, la delibera prevede tutta una serie di tutele per le famiglie meno abbienti. “Per le famiglie in sofferenza economica, è possibile rinnovare il contratto e l'immobile non verrà venduto” comunicano dal Campidoglio.

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