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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Vendita case comunali, urla e spintoni tra i consiglieri in Aula: "Marino svende Roma"

A far scattare la bagarre una sagoma di cartone raffigurante Marino posta sullo scranno del sindaco che alcuni consiglieri di maggioranza hanno tentato di togliere

Momenti di tensione questa mattina in Aula Giulio Cesare dove è iniziata, e subito bloccata con tanto di una rissa sfiorata, la discussione sulla delibera 88/2013 che prevede la vendita di circa 600 immobili di proprietà comunale. A far scattare la protesta dell'opposizione la decisione della maggioranza di invertire l'ordine dei lavori cominciando così a dibattere proprio in merito alla dismissione del patrimonio capitolino. Solo stamattina infatti è stata consegnata ai consiglieri da parte dell'assessorato al Patrimonio la documentazione con l'elenco dei nominativi dei locatari anche se non collegati all'immobile di riferimento. Proprio l'assenza di parte della documentazione richiesta aveva fatto slittare la discussione a oggi.

LA BAGARREA far scattare gli attimi di tensione però l'esposizione da parte del capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato, di una sagoma cartonata del sindaco Ignazio Marino con la scritta 'Svendo Roma' posizionata proprio sullo scranno del primo cittadino. Un'azione che ha provocato la reazione dei consiglieri di maggioranza, in particolare i democratici Orlando Corsetti ed Erica Battaglia, che tra spintoni e qualche schiaffo hanno cercato di sottrarre la sagoma a Onorato difeso a sua volta da Marco Pomarici. 

I DOCUMENTI MANCANTIAl centro delle motivazioni dell'opposizione la mancanza di alcuni documenti. In primis in nominativi, che questa mattina sono stati consegnati ma senza il riferimento all'indirizzo dell'immobile, quindi senza la possibilità di capire se si tratta di immobili di pregio oppure no. “Tuttora non siamo in grado sapere la morosità dei proprietari e quindi non possiamo votare, perché quando lo facciamo ci assumiamo responsabilità patrimoniali. Stamattina abbiamo ricevuto i nominativi, con affitto e morosità ma non c'è l'immobile di riferimento” denuncia Onorato. Il Movimento cinque stelle punta invece sull'assenza “dei prezzi di vendita dei singoli immobili senza i quali non è possibile emendare valori bassi” il commento di Marcello De Vito. “Parimenti risulta chiaro che se il valore degli immobili non viene messo in delibera, non sussisterà mai un 'deliberato' che stabilirà di vendere l'immobile X al prezzo Y e tutto sarà aleatorio. Ciò significa che con la votazione di un simile provvedimento, la determinazione del prezzo sarà demandata ad una fase successiva e soprattutto ad opera di altro soggetto, senza che l’Assemblea possa più esercitare alcun controllo, a cui di fatto sta rinunciando” conclude De Vito configurando la possibilità di un danno erariale.

IL VIDEO - Spintoni e urla in Aula Giulio Cesare

LA MAGGIORANZA - "L'opposizione ha tutti i documenti” la risposta del capogruppo del Partito democratico e coordinatore della maggioranza in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo. “I nominativi consegnati sono esattamente nello stesso ordine della lista degli immobiliari, basta accostare le colonne, ma voglio sottolineare che né io né gli altri consiglieri della maggioranza ritireremo questa lista. Sono dati sensibili che non possono essere diffusi alla stampa, se ne viene fatto un uso improprio ci sono delle sanzioni molto gravi" ha poi ammonito Panecaldo. Sulla discussione di domani, convocata per le dieci, si preannuncia una dura battaglia in Aula.

LA PROTESTA DI NCD Presenti in Aula anche i militanti di Ncd, guidati dalla coordinatrice Roberta Angelilli che hanno esposto dei cartelli con la scritta 'Svendesi immobili di lusso, anche per morosi'. "E' incredibile che la Giunta Marino abbia portato in aula un provvedimento completamente lacunoso senza neanche fornire la lista chiara degli aventi diritto” hanno spiegato Roberta Angelilli e Roberto Cantiani, coordinatore del Lazio e capogruppo del Ncd. “Questa totale mancanza di trasparenza pare sia dovuta al fatto che nell'elenco ci sono morosi, non aventi titolo, nomi 'scomodi'. Inoltre, di fatto, assistiamo ad una svendita vera e propria del patrimonio immobiliare, anche di prestigio, con ribassi privilegiati, fuori mercato e inaccettabili, dovuti anche al mancato aggiornamento delle revisioni catastali".

LISTA MARCHINI Intanto questa mattina Alfio Marchini e Alessandro Onorato hanno avanzato una serie richiesta in merito alle modalità di vendita. Tra queste: escludere dalla lista gli immobili di pregio e di valore, adeguare i canoni d'affitto ai prezzi di mercato, riconvertire i beni posseduti nella zona stazione Termini-via Giolitti in uffici comunali risparmiando 1,5 milioni di euro di affitti per la nuova sede di gruppi e commissioni consiliari a via del Tritone. E ancora, no al trattamento privilegiato per la dismissione delle sedi diplomatiche e religiose, obbligo di mantenere la proprietà dell'immobile per 10 anni anziché 5, no al diritto di opzione e allo sconto del 30% agli affittuari morosi, definire chiaramente quali sono gli immobili considerati di pregio prima di iniziare la discussione in Aula. "Le nostre proposte costruttive e non ostruzionistiche, in due anni si possono fare moltissime cose e qui non si è fatto nulla” il commento. Per Marchini e Onorato si potrebbe configurare un danno erariale. Secondo i dati forniti l'amministrazione incamera 1.782.887,12 euro di affitti all'anno, per una media annuale di circa 2.570 euro a immobile che al mese diventano 214 euro. Secondo una stima a prezzo di mercato fatta dalla Lista, il Campidoglio potrebbe guadagnare invece 26.743.306,80 euro, pari ad attuali mancate entrate per circa 25 milioni all'anno.
 

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