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Vendita case Comune, l'opposizione chiama Cantone: "Danno erariale da 25 milioni di euro"

A presentare un esposto al presidente dell'Anticorruzione è il capogruppo della lista Marchini, Alessandro Onorato. Intanto l'assessore alla Legalità Sabella prepara una task force per individuare eventuali irregolarità

Ha acceso i riflettori sul patrimonio comunale, e sulla sua gestione, la delibera in discussione in questi giorni in Aula Giulio Cesare che prevede la vendita di circa 600 immobili di proprietà capitolina. Non solo l'opposizione consiliare. Proprio oggi Alessandro Onorato della Lista Marchini ha annunciato un esposto al presidente anticorrizione Raffaele Cantone “perché intervenga a bloccare il provvedimento”. A fare ordine ci penserà l'assessore alla Legalità e Trasparenza Alfonso Sabella che, insieme alla titolare del Patrimonio Alessandra Cattoi, è pronto a passare ai raggi x ogni la situazione di ogni immobile per individuare eventuali illegalità. Nel mirino soprattutto i senza titolo, “oltre l'80 per cento del totale” ha denunciato nei giorni scorsi Alfio Marchini. In secondo luogo si cercherà di individuare i casi di subaffitto dove gli affittuari, oltre a versare canoni irrisori, potrebbero aver incassato per anni introiti da capogiro. “Il danno erariale è chiaro e si aggira intorno ai 25 milioni l'anno ma potrebbe essere ancora maggiore” ha quantificato il consigliere Onorato. 

L'ESPOSTO - "Abbiamo presentato un esposto al presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone, perché intervenga e blocchi la delibera per l'alienazione del patrimonio. Prima di tutto perché questa amministrazione viola palesemente l'art 30 del decreto legislativo 33 del 2013, che prevede la pubblicazione sul sito internet istituzionale del comune di tutti i dati concernenti il patrimonio e la sua gestione” scrive in una nota il capogruppo della lista Marchini, Alessandro Onorato. “Ad oggi, né i cittadini né i consiglieri comunali sono in grado di conoscere quale sia il patrimonio immobiliare disponibile e in concessione e di come questo sia gestito. Perché si é deciso di alienare questi immobili e non altri? Perché non sono state inserite tutte le sedi di partito e i tanti locali affittati a noti ristoranti romani che pagano poche decine di euro al mese?" continua Onorato che chiede, prima di procedere ad approvare la vendita del patrimonio, di attendere gli esiti della due diligence di sabella. 

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IL MAXI-EMENDAMENTOIntanto la battaglia in Aula continua. Domani approderà in commissione Patrimonio, convocata per le 12 in Campidoglio, il maxiemendamento che andrà a modificare il provvedimento in discussione in Aula. La partita si gioca prevalentemente sullo sconto del 30% concesso a quanti hanno il diritto di prelazione sull'acquisto all'asta dell'immobile. Lo sconto dovrebbe saltare per gli immobili di pregio, così come era già previsto anche per quelli non residenziali, ma in bilico sono anche tutti quegli inquilini che vivono in una casa comunale ma non ne hanno il diritto o sono morosi. Aspetto, questo, che andrebbe a ridurre in maniera consistente le fila di quanti avranno la possibilità di usufruire della riduzione. Infine, per tutelare gli anziani che vivono nelle abitazioni e allo stesso tempo impedire che le case vengano poi 'ereditate' di padre in figlio, si pensa a mettere in vendita la sola nuda proprietà. Il Movimento cinque stelle attacca invece sull'emendamento che “svende a onlus amiche del Comune a cui concede la prelazione con sconto del 40%”. Per il M5S capitolino si tratta di “favoritismi privi di ogni plausibile logica”.

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