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Mafia Capitale, Venafro condannato: ribaltata la sentenza in appello per l'ex capo di gabinetto di Zingaretti

In primo grado era stato assolto con formula piena

Condannato in appello Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio. La sentenza dei giudici ha fissato la pena a un anno di reclusione per turbativa d’asta, in uno dei filoni dell’inchiesta "Mondo di mezzo". Disposto per Venafro anche il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 1 anno. 

Nel processo di primo grado l’ex braccio destro dell'attuale segretario del Pd era stato assolto con formula piena "per non avere commesso il fatto", ma il 12 aprile il sostituto procuratore generale di Roma, Pietro Catalani, aveva chiesto al collegio giudicante di condannarlo ad un anno di reclusione.

La III Corte d’Appello ha confermato la condanna con la stessa accusa a un anno e quattro mesi anche nei confronti di Mario Monge, ex dirigente della cooperativa Sol.Co. La vicenda è legata all’affidamento della gara d’appalto per l’assegnazione del servizio Cup, il centro unico prenotazioni delle prestazioni sanitarie della Regione, appalto bloccato dalla Pisana dopo i primi arresti nel dicembre del 2014 per Mafia Capitale. 

Secondo l’accusa, è scritto nel capo di imputazione, Venafro "avrebbe concorso a indirizzare l’aggiudicazione dell’appalto in un’ottica di spartizione tra cooperative vicine ad ambienti di destra e di sinistra".
 

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