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Sabato, 20 Aprile 2024
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Vaccino antinfluenzale, è boom di richieste in farmacia: "Ma le dosi sono introvabili"

I farmacisti denunciano: "A noi solo l'1,5 per cento delle dosi". Sui banconi spunta il cartello: "Avere il vaccino è un diritto"

“Avviso ai cittadini. L’influenza si avvicina e i vaccini sono introvabili. Noi farmacisti siamo con voi, avere un vaccino per tutti sotto casa è un vostro diritto”. Da qualche giorno sui banconi di molte farmacie romane è comparso questo cartello. “Il numero delle persone che chiede di potersi vaccinare aumenta in modo esponenziale con il passare delle settimane”, racconta Antonino Annetta, titolare di una farmacia di Villa Gordiani. Annetta è tra i farmacisti un gruppo di farmacie romane che si sono costituite in nell'associazione Mondofarmacia che ha deciso di esporre il cartello per comunicare a tutti i cittadini quanto sta accadendo. “Le persone devono sapere che al momento i vaccini non sono disponibili in farmacia e anche quando lo saranno il numero previsto è esiguo”, spiega. “Giustamente è stata data priorità al settore pubblico per le categorie protette ma come farmacisti restiamo convinti che potersi vaccinare è un diritto di tutti”.

La campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione antinfluenzale è partita proprio dal mondo scientifico. Come scritto anche nell’appello lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità la vaccinazione è uno dei tasselli più importanti per permettere una diagnosi differenziale e ridurre i fattori che possono portare a confondere i sintomi del Covid-19 con quelli di un’influenza. Nei giorni scorsi il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato un’ordinanza con cui ha reso obbligatoria la vaccinazione antinfluenzale e anti pneumococcica per tutti i cittadini over 65 anni e tutto il personale sanitario. Ieri dall’assessorato alla Sanità hanno fatto sapere che sono in consegna alle Asl un milione di dosi. L’obiettivo nel Lazio è vaccinare 2,5 milioni di persone.

“Vogliamo evitare che accada ciò che è accaduto con le mascherine, quando le persone pensavano che erano le farmacie a non essersi mosse per tempo”, racconta Cristina Barletta, titolare di una farmacia in piazza della Repubblica. “Sappiamo che quest’anno il servizio sanitario nazionale ha chiesto alle aziende produttrici di vaccini di aumentare la produzione di circa il 40 per cento e la Conferenza Stato-Regioni ha deciso di destinare alle farmacie private l’1,5 per cento della quota totale. Questo significa che per ognuna saranno disponibili tra le 12 e le 25 dosi di vaccino. Pochissime. Ma il timore è che non arrivino nemmeno queste”. Il rischio è che di fronte all’impennata nel numero delle persone che vogliono vaccinarsi quest’anno le dosi disponibili in farmacia siano di meno.

“L’anno scorso in tutta Italia abbiamo distribuito 900mila dosi”, racconta Maria Grazia Mediati, titolare di una farmacia al Prenestino. “Quest’anno abbiamo ne abbiamo chiesti un milione e 500mila. Ed era già un numero basso. Per il momento siamo destinati a riceverne 250mila. Giustamente è stata data la precedenza alle categorie protette ma non possiamo dimenticare che la popolazione attiva, quella che continuerà a lavorare e a girare, potrà infettarsi e aumentare la circolazione del virus. Va trovato un equilibrio e aumentare le quote di vaccino disponibile. Con questi numeri, come faremo a scegliere a chi darlo?”. C’è chi non prende prenotazioni e chi invece sta iniziando a stilare elenchi con le prenotazioni. “Stiamo segnando i nominativi con la data in cui è stata fatta richiesta”, spiega Barletta. “A meno di situazioni particolari, procederemo in ordine cronologico. Il punto però è che non sappiamo se riusciremo a dare una risposta a tutti”.

Nelle scorse settimane Federfarma aveva proposto al ministero della Sanità di abilitare le farmacie a somministrare il vaccino. Fino ad oggi, infatti, le farmacie potevano venderlo ma non iniettarlo. “Questo ci avrebbe permesso di affiancare l’attività dei medici di base e avere più persone vaccinate”, conclude Mediati. “Non dobbiamo dimenticare che le farmacie, anche durante la quarantena, si sono rivelate un importante servizio sanitario sul territorio”.

In merito l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, ha spiegato: "Abbiamo previsto, considerata la straordinarietà della campagna di quest’anno che coincide con la pandemia della Sars CoV-2, di ampliare la rete di offerta anche attraverso l’utilizzo dei drive-in regionali e della rete delle farmacie come progetto sperimentale", ha scritto in una nota. "A questo scopo potrebbero essere circa 400 le farmacie del Lazio ad aderire al progetto ‘vaccinazioni in farmacia’. Abbiamo chiesto al CTS un nullaosta alla possibilità che la somministrazione delle vaccinazioni avvenga ad opera e sotto la responsabilità di un operatore sanitario opportunamente formato. In questa fase è necessario ampliare il più possibile la rete di offerta. Il Lazio è pronto a fare la sua parte e chiediamo che ci sia la massima cooperazione. La cosa migliore che può fare ora il cittadino nella fascia di età dai 60 anni in su è contattare il proprio medico di medicina generale per prenotare in sicurezza la vaccinazione oppure nella fascia 6 mesi/6 anni contattando il proprio pediatra di libera scelta".

Poi ha spigato: “Con 2,4 milioni di dosi aggiudicate di vaccino antinfluenzale il Lazio è la prima regione italiana per approvvigionamento, neanche una dose dovrà essere inutilizzata ed è per questo che tutto il Sistema è stato mobilitato. Noi siamo stati tempestivi nel fare gli ordini poiché già il 17 aprile con ordinanza n° 30 del presidente Zingaretti è stata impostata la campagna di vaccinazione 2020/21. Sono già oltre 1 milione le dosi consegnate alle Asl che le stanno distribuendo ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai centri vaccinali delle stesse Asl. Non vi è alcun ritardo poiché anticipare troppo può significare non avere la copertura quando il picco influenzale raggiungerà l’apice e questo potrebbe comportare dei richiami ovvero utilizzare più dosi".

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