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Unioni Civili, la Diocesi di Roma: "Un bluff ideologico che discrimina la famiglia"

Angelo Zema, direttore responsabile del sito di informazione diocesana www.romasette.it in un duro editoriale attacca il provvedimento votato ieri: "Una tappa simbolica di un percorso anti-famiglia che apre inquietanti orizzonti a danno dei figli"

Le critiche erano attese, così dure forse no. La Diocesi di Roma si esprime sulle Unioni Civili votate ieri in Campidoglio. Lo fa con un editoriale a firma di Angelo Zema, direttore responsabile del sito di informazione diocesana  www.romasette.it, nel quale si attacca duramente il provvedimento.

PROVVEDIMENTO INUTILE - Secondo Zema "il sindaco Marino, orgoglioso di aver partecipato al voto che equipara le unioni civili (anche dello stesso sesso) al matrimonio, e  tutti i consiglieri che l’hanno approvato lo sanno bene. Ma per loro quello che conta è mandare un segnale alla politica nazionale. Come se la politica dovesse essere fatta di segnali. Certo, sappiamo che è così, purtroppo".
 
UN BLUFF - Il direttore di RomaSette.it sostiene che "non si può tacere il bluff della delibera approvata ieri in Campidoglio: si ignorano le sentenze della Consulta che nega la possibilità di equiparare al matrimonio un’eventuale disciplina di diritti e doveri di coppie omosessuali, si vuole parlare al Governo e al Parlamento con un atto privo di rilevanza giuridica (alcuni diritti sono già previsti negli ambiti di competenza comunale), si privilegia la finzione rispetto alla realtà. Come nel caso della concessione dei locali del Campidoglio adibiti alle celebrazioni dei matrimoni civili per uno “pseudo-matrimonio” che suggelli l’iscrizione al registro. È poi singolare ascoltare frasi come “da oggi l’amore è uguale per tutti”, quasi che l’amore si potesse regolare con una legge o con una delibera".
 
DISCRIMINAZIONE ALLA FAMIGLIA - Quindi l'attacco più duro: "Da ieri il Campidoglio, assolutizzando il riconoscimento dei diritti individuali, ha deciso di «tutelare e sostenere le unioni civili» (alle quali non sono chiesti doveri e obblighi) e quindi di discriminare consapevolmente la famiglia, “società naturale fondata sul matrimonio”, come recita la Costituzione. Con una tappa altamente simbolica di un percorso anti-famiglia già segnato da vari passi, dall’abolizione dell’esenzione del terzo figlio per la quota dell’asilo nido (seguita dallo stop del Tar) ai progetti educativi nelle scuole ispirati al “gender”".
 
SCOLLAMENTO DALLA REALTA'
- Zema quindi conclude affermando che "il percorso del Campidoglio minato dall’ideologia ha raggiunto il suo apice: segno di un pericoloso scollamento con la realtà, in particolare quando ci si spinge a parlare di uguaglianza (con il pretesto di non discriminare) tra matrimoni di coppie eterosessuali e pseudo-matrimoni gay. Scenario che apre inquietanti orizzonti a danno dei figli, i soggetti più deboli. Ed è irresponsabile non guardare oltre i fogli di un registro".

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