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Il rap di Militant A in un libro: "La poesia può trasformare Roma"

Intervista alla voce degli Assalti Frontali sul suo ultimo lavoro: 'Conquista il tuo quartiere e conquisterai il mondo'

L’arte che trasforma il mondo e il rap che tira fuori dalle storie, che siano quelle di una persona, di una strada o di un quartiere, una poesia inaspettata. Militant A, voce degli Assalti Frontali, torna a raccontare “la sua vita con il rap” in un libro, Conquista il tuo quartiere e conquisterai il mondo (Edizioni Goodfellas). Un po’ il diario di viaggio dei suoi laboratori in giro per l’Italia e per il mondo, un po’ un affresco fatto di rime e sensazioni, di tante battaglie e decine di incontri. Giovedì 22 novembre alle ore 17 il libro approda alla scuola Iqbal Masih via Ferraironi 38 (Istituto comprensivo Simonetta Salacone), una ‘casa’ per Militant A e il suo lavoro, con tanto di merenda per i bambini e un aperitivo musicale. Poi il tour romano continuerà fino alla fine dell'anno toccando tappe come il Laboratorio sociale Centocelle, il Nuovo cinema Palazzo, Metropoliz e a Communia.

“Conquista il tuo quartiere e conquisterai il mondo”. Un titolo importante, sia per il messaggio che trasmette sia per la storia a cui si ricollega. Perché questa scelta?

È una frase dei pionieri del rap. Ho avuto la fortuna di crescere in quel periodo e voglio tenermi stretto quello spirito. Significa comincia da quello che hai intorno, dal tuo quartiere, dalla tua scuola, dal cuore delle persone vicine. Conquistali con l’arte e con la poesia. Crea una comunità, perché una comunità forte può tutto. Questo è quello che ho imparato a fare io con il rap e che ho portato avanti concretamente dalla scuola Iqbal Masih al Libano passando per il lago della Snia. Ho iniziato quando ero adolescente e vedevo quei ragazzi neri destinati al nulla che con il rap sono diventati immortali. È una forza che viene dal basso e non è calata dall’alto come la musica che si sente nei talent. 

Nelle sue parole c’è anche una critica al rap commerciale oggi molto diffuso?

C’è anche questa critica ma il libro è soprattutto un’espressione d’amore per questo modo di fare rap. Mi confronto spesso con gli studenti delle scuole elementari, delle medie e dei licei tra i quali il rap mainstream è diffusissimo. Anche io gli parlo attraverso il rap e questo strumento ci mette subito in comunicazione. Poi si accorgono che è il contenuto ad essere molto diverso rispetto a ciò che gli viene propinato ogni giorno, ne restano affascinati e dall’empatia che si crea tiro fuori delle cose belle che mi danno molta speranza.  

A proposito di speranza. Roma è la città in cui vive e molti degli episodi che racconta nel libro sono ambientati tra i suoi quartieri. Chi parla di Roma oggi racconta di una città in difficoltà e piena di problemi che sembrano irrisolvibili. Il suo lavoro invece trasmette una forte energia positiva. C’è qualcosa che non riusciamo a vedere?

Roma sta vivendo un autunno che sembra non finire mai. Sovrastati da buche e rifiuti, ci sembra di cadere in una grande voragine senza nessuno che ci ascolti o a cui rivolgersi. Dobbiamo fare da soli. Dobbiamo farci carico direttamente del bene pubblico, voler bene a Roma, alle sue strade. Ognuno deve conquistare la sua strada, il proprio parco, il proprio quartiere. Cerco di trasformare con l’arte quest’aria di disperazione.  

È quello che è accaduto anche con la vicenda del lago dell'ex Snia. Con due canzoni mostrato a centinaia di persone a un pezzo di città di cui magari nemmeno conoscevano l’esistenza. Nel libro ricostruisce la nascita del lavoro scritto con Il muro del canto. Nel libro parla di “forza dell’arte”. 

Con la poesia è possibile lavorare sulla percezione che le persone hanno della realtà. Quella canzone gli ha permesso di vedere in maniera diversa cosa c’era dietro quel muro. Come a dire: qui abbiamo un tesoro e non vogliamo che venga cancellato. Quello è stato uno dei momenti in cui ho sentito maggiormente il significato del titolo del libro. Il testo della canzone lavora su molti elementi, dalla corruzione che sembra pervadere tutta Roma alla rinascita possibile che arriva dal sottosuolo. È una canzone che commuove e che suscita speranza: ogni strada, ogni quartiere ha la sua piccola ingiustizia che può trasformarsi in riscatto. 

Ha funzionato.

Ci fu un grande tam tam. L’amministrazione rispose e l’allora vicesindaco Luigi Nieri venne a fare un sopralluogo per effettuare i lavori per rendere accessibile l'area a tutti. L’operazione veniva legittimata dal consenso che si era venuto a creare dal basso, proprio come era arrivata l’acqua del lago. Per arrivare alla fine di questa storia c’è ancora molta strada da fare, aspettiamo per esempio che la Regione dichiari l’area monumento naturale, ma oggi quel parco con il lago è a disposizione di tutti, gestito dal Forum territoriale del Parco delle energie.

Prima parlava di cittadini inascoltati. Anche i bambini e i ragazzi delle scuole dove ha svolto alcuni laboratori sono dei cittadini che non considera mai nessuno. Il rap gli ha dato la voce. Cosa ha trovato in loro?

Ho lavorato con loro sull’autostima, dovevano sentirsi delle stelle brillanti mentre quando li ho incontrati la prima volta pensavano di non essere in grado di raccontare qualcosa di sé stessi. Con il rap sono riuscito a fargli capire che quello che abbiamo dentro è importante, che bisogna solo avere gli occhi per guardarlo e le orecchie per ascoltarlo. Dobbiamo anche ascoltare gli altri perché a forza di non sentirci considerati smettiamo di dare importanza anche chi ci vive attorno. Il rap è uno strumento utile anche ad avvicinarsi a temi molto difficili. 

Per esempio?

La costituzione. All’inizio molti ragazzi pensavano che non fosse interessante e invece poi si sono resi conto che è un testo utile a tutelare il paesaggio, la libertà di parola, il diritto alla salute. E ancora il lavoro sulla memoria, sulle leggi razziali, sul porrajmos. È stato bello: i ragazzi hanno scritto questo rap sullo sterminio dei rom dove raccontano la storia di alcuni bambini a cui mancano le carezze della mamma. Tutti ragazzi abituati ad ascoltare rap con temi ben diversi che invece sono stati capaci di affrontare benissimo anche argomenti molto più profondi.  

Il libro è pieno di ritratti delle persone che ha incontrato nei suoi laboratori o che ha incrociato nelle storie che poi sono finite nelle sue canzoni. C’è qualcuno di loro che vuole ricordare?

Ce ne sono diversi. C’è il Pifano, personaggio che appartiene alla storia di Roma. Quando ero ragazzino leggevo sui muri ‘Daniele libero’: era lui, che negli anni ’70 era stato arrestato per la sua partecipazione alla resistenza palestinese. Tantissimi anni dopo l’ho ritrovato al parco del lago della Snia a pulire le erbacce e ho deciso di dedicargli un capitolo. Ha il carattere duro delle persone che non si distruggono, che non vanno mai in pensione. Credo che sia un po’ anche il carattere di Roma. C’è poi Simonetta Salacone, altra grande persona che ha fatto la storia della scuola pubblica a Roma. E ancora ci sono i ritratti dei tantissimi bambini che hanno partecipato ai miei laboratori. Come Andrei che vive nell’occupazione del 4 Stelle sulla via Prenestina, alla quale la scorsa settimana hanno tagliato la luce e l’acqua. I bambini di quell’occupazione stanno vivendo un momento difficile ma nonostante questo arrivano a scuola ogni mattina ben vestiti e in orario. Andrei era arrivato al laboratorio timido e impacciato. Sembrava non sapesse né leggere né scrivere poi invece è emerso che sa parlare in tre lingue: italiano, romeno e romanesh. 

Il 22 novembre presenta il libro alla scuola Iqbal Masih, teatro di molte storie contenute nel suo romanzo. Che momento sarà per lei?

Sono emozionato e felice perché l’Iqbal Masih è la scuola dove ho imparato a fare i laboratori, quasi una sorta di laurea in merito. Presenterò il libro insieme alle maestre che hanno voluto i laboratori, sarà una festa che mi andava di organizzare come una delle prime presentazioni. Nelle prossime settimane ce ne saranno diverse in giro per la città. Parto da Roma, dove è nato il libro. Poi partirà il tour per tutta l’Italia. 

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