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Ucraini in fuga dalla guerra: nel Lazio pronti 10mila posti per l’accoglienza

Il piano della protezione civile regionale per far fronte all'emergenza: posti letto in alberghi, case vacanze e istituti religiosi

La guerra sferza l’Ucraina e i paesi limitrofi si preparano ad accogliere i profughi in fuga da bombe e città devastate. 

Ucraini in fuga: già 11mila i profughi della guerra in Italia

Secondo i dati del Viminale sono già 14.237 (7.052 donne, 1.459 uomini e 5.726 minori) i cittadini ucraini entrati in Italia dall'inizio del conflitto (dati aggiornati alle 8 di domenica 6 marzo ndr.), principalmente attraverso la frontiera terrestre al confine italo sloveno. Si viaggia su numeri altissimi, con oltre duemila ingressi ogni 24 ore. Tra le principali destinazioni anche Roma con gli ucraini in fuga dalla guerra che raggiungono familiari, amici e conoscenti già presenti in città. La Capitale ha infatti una nutrita comunità ucraina composta da circa 20mila persone, oltre 24mila in tutta la Regione. 

Roma e il Lazio preparano accoglienza agli ucraini

Ma c’è anche chi arriva in Italia da solo, smarrito e spaventato in cerca di un tetto sicuro. Così la protezione civile del Lazio è pronta ad attivare un piano di accoglienza per fronteggiare l’emergenza Ucraina “da 10mila posti”. Lo ha annunciato il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti.

Dall’emergenza Covid all’Ucraina: nel Lazio pronti 10mila posti

“Siamo pronti a riattivare le convenzioni stipulate durante l’emergenza Covid e Afghanistan. Tra alberghi, case vacanze e istituti religiosi la Regione Lazio è pronta a mettere a disposizione di coloro che fuggono dal conflitto in Ucraina fino a 10mila posti. Chiaramente il nostro impegno non si esaurisce qui e qualora i flussi migratori dovessero aumentare saremo qui a fare la nostra parte, al fianco del popolo ucraino”.

Profughi dall'Ucraina, allertato sistema sanitario: tamponi e vaccini

La Prefettura di Roma intanto ha convocato per lunedì mattina la prima riunione dell’Unità di crisi regionale. Accoglienza ma anche assistenza sanitaria con la pandemia da Covid-19 a fare da sfondo anche nel tragico momento della guerra in Ucraina. Fino al 31 marzo i profughi dovranno esibire un certificato di negatività al tampone per spostarsi in Italia. Ma anche le Asl sono state allertate perché predispongano risorse per garantire tamponi e vaccini ai rifugiati. "La vaccinazione contro il covid va fatta, in Ucraina c'è una bassa copertura. In più il vaccino permette l'immediato rilascio del codice Stp (Straniero temporaneamente presente) per accedere ai servizi sanitari. Consiglio a chi arriva - aveva detto l’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato - di recarsi agli hub anche senza prenotazione per mettere tutti in sicurezza". 

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