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U.Di.Con: ancora arsenico nell’acqua nel viterbese

Denis Nesci lancia l'allarme sulla pericolosità delle acque per la salute dei cittadini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

“Purtroppo dopo anni di battaglie ancora ci troviamo a dover affrontare problemi che, per le conseguenze che hanno sulla salute dovrebbero essere stati archiviati da tempo, eppure siamo ancora qui a denunciare e richiedere l’intervento delle istituzioni; – afferma il Presidente Nazionale dell’Udicon, Denis Nesci – l’acqua è una risorsa indispensabile per il nostro organismo ed è un diritto di tutti poterne usufruire senza avere conseguenze derivanti dalla pericolosità di possibili agenti chimici, che ne alterano le proprietà”.

Non è la prima volta che l’U.Di.Con affronta tale questione, già a febbraio dello scorso anno per risolvere il problema dell'elevato contenuto di arsenico, avevamo portato avanti la proposta di far certificare, in alcuni punti delle città di Fiumaretta e Saglia, fontanelle per erogare acqua sicura al fine di protegge la salute dei consumatori, tutelando anche le loro tasche, non essendo obbligati a comprare bottiglie d'acqua minerale.

Nessuno fino ad oggi ha trovato alcuna soluzione a riguardo, che rischia di lasciare 300 mila cittadini senza acqua potabile. Se da un lato le autorità italiane sono andate avanti per mezzo di deroghe, al fine di raggirare le norme imposte dall’Unione Europea, dal primo gennaio 2013 non sarà più possibile superare il limite di 10 microgrammi per litro di arsenico consentito nelle acque potabili.

Proprio in questi giorni l’associazione ha inviato una lettera al Comune di Vetralla (nel viterbese) e alla Talete Spa gestore unico del servizio idrico integrato, per richiedere il risarcimento dei danni derivanti dalla presenza di arsenico nelle acque dell’acquedotto comunale.

“In attesa di una risposta dagli enti chiamati a fornire chiarimenti in merito, ci uniamo all’appello del Presidente della Provincia e dell’assessore all’ambiente, per sollecitare il Presidente Polverini a riunire al più presto una commissione di esperti per discutere e mettere finalmente fine a questa emergenza che mette a rischio centinaia di cittadini nel Lazio”.
 

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