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I servizi aumentano, i vigili diminuiscono: turni di notte e festivi sempre più una lotteria

Il contratto decentrato partirà il 1 gennaio. Tra i dirigenti della polizia locale un sospiro di sollievo. Già tanti infatti i problemi per coprire i servizi attuali e quelli previsti per le festività natalizie. Un esempio del caos sono i turni di notte: "Per rilevare un incidente sulla Prenestina è stata chiamata una pattuglia da Monte Mario"

C'è fermento nel corpo della Polizia Locale di Roma Capitale. Non sono le rotazioni anti corruzione del piano Clemente stavolta l'oggetto del contendere. Tra i comandanti e i dirigenti c'è grande imbarazzo per le sempre maggiori difficoltà a coprire i servizi programmati. Difficoltà amplificate dall'aumento dei servizi e dall'avvicinarsi delle festività natalizie da un lato,e dall'applicazione del nuovo contratto dall'altro.

Una nuova disciplina che giunge in un momento in cui i servizi voluti dall'amministrazione aumentano, mentre il personale, a causa anche dei pensionamenti, diminuisce. Una coperta sempre più corta che, complice la forte diminuzione del ricorso agli straordinari, rischia nelle prossime settimane, quelle delle festività natalizie solite portatrici di caos sulle strade, di mostrare ancora di più le carenze del corpo. Ecco quindi che il differimento dell'entrata in vigore del nuovo accordo decentrato è stata salutata con un sospiro di sollievo da molti dirigenti.

COSA STA ACCADENDO - Dal 1 gennaio però, salvo grosse sorprese, il nuovo accordo entrerà in vigore. Una nuova disciplina che, in sostanza, prevede che per raggiungere determinate soglie di produttività e quindi di salario accessorio, si possa esprimere la propria disponibilità per determinati servizi. Una formula alternativa che punta a tappare le falle lasciate vuote dalla mancanza dell'indennità notturna finora percepita dai vigili. In questo modo si punta a coprire le notti, a monitorare meglio le piazze, ad andare ad ottemperare a dei servizi in giorni particolari. Questo nelle previsioni.

Nei fatti però sta già accadendo ora che i vigili non si stiano iscrivendo ai turni notturni e festivi e stiano per non segnarsi a quei pochi straordinari previsti. Il risultato è il panico tra i comandanti che contemporaneamente stanno ricevendo pressioni sempre maggiori dall'alto.

SERVIZI IN PIU' - "Presidio fisso della polizia locale presso il campo rom di via Salviati contro il fenomeno dei roghi tossici", questa la promessa di Marino ai cittadini di Tor Sapienza. E' quel che sta accadendo, ma è sbagliato parlare di servizi aggiuntivi. La coperta è stata tirata da una parte, lasciando scoperta un'altra. Basti pensare alla notte tra il 21 e il 22 novembre. Come ogni notte sono state 19 le pattuglie in servizio, una per ogni gruppo. A queste si aggiungono 2 per ogni gruppo speciale, GSSU e Gpit. Ecco come erano impegnate alcune pattuglie: una del gruppo Torri era tenuta a guardia di una voragine; una del gruppo Sapienza in assistenza ad Acea che stava effettuando dei lavori; due del Gpit ferme per controlli stradali con la polizia di Stato. Quindi i servizi straordinari approntati per l'emergenza Tor Sapienza: tre pattuglie a piazzale Pascali per prevenire il fenomeno della prostituzione e altre fuori dal campo rom di via Salviati. "Il risultato è mezza città senza polizia locale", attacca Stefano Giannini. "Sono mesi che andiamo avanti così. Un tempo per tappare la carenza del personale c'era il 'doping degli straordinari'. Oggi invece andiamo avanti senza una programmazione reale, sperando ogni notte di riuscire a coprire tutto". Una lotteria insomma.

PROBLEMI DI NOTTE - Non sempre però le cose filano come dovrebbero. E' capitato infatti che su incidenti stradali anche gravi vi fossero attese infinite, anche di due o tre ore. E' successo sulla Cassia, con il caso poi denunciato da una ragazza. Oppure, sempre sulla Cassia, è accaduto che fosse impossibile rilevare l'incidente per mancanza di sicurezza per gli agenti. Questo perché appena una era la pattuglia disponibile.

Una coperta tirata di qua e di là che nella notte tra venerdì e sabato si è strappata. "Non era mai accaduto", spiega Giannini, "che per un'attività ordinaria come i rilievi di un incidente mortale (quello a Colle Prenestino, ndr), si dovesse far ricorso ad una pattuglia distante 26 chilometri dal luogo dell'incidente". In via Prenestina infatti la sala operativa è stata costretta a chiamare la squadra in servizio a Monte Mario, ovviamente sguarnendo quel territorio. "Tra presidi fissi ai campi nomadi voluti dal sindaco e pattuglie dedicate ai pattuglioni in centro", attacca il segretario romano del Sulpl, "la centrale operativa ha dovuto optare per una scelta mai vista nella storia del corpo in condizione di non emergenza. Roma purtroppo non è più in grado di mantenere con le carenze di personale il servizio notturno e festivo".
 
Lo stesso segretario mette in evidenza un paradosso
: "Ci troviamo al paradosso che i presidi fissi voluti ai campi nomadi da Marino  “conclude Giannini “garantiscano sonni tranquilli e protetti agli stessi perchè non ci possiamo muovere lasciando invece completamente abbandonate le strade".

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