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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Torri dell'Eur, Telecom abbandona il progetto: salta l'accordo per la nuova sede

Secondo il patto tra la società e Cpd Immobiliare, i due azionisti della proprietaria Alfiere, entro il 30 settembre ci sarebbe dovuto essere il permesso a costruire. Ma è stato revocato il 29 luglio scorso

Telecom Italia prepara l'addio al progetto delle Torri dell'Eur. L'azienda, che avrebbe dovuto realizzare la sua nuova sede nei palazzi che un tempo ospitavano le Finanze, è intenzionata a vendere le quote in suo possesso della società proprietaria degli immobili, la Alfiere spa, per metà detenuta da Telecom e per metà da Cassa Depositi e Prestiti Immobiliare. La porta sulla possibilità di un passo indietro si è aperta il 30 settembre scorso: in base all'accordo preso con Cdp Immobiliare entro questa data ci sarebbe dovuto essere il permesso a costruire e senza l'azienda può abbandonare il progetto senza penali. Permesso che non c'è.

E' stato 'ritirato' da una determina dirigenziale emessa il 29 luglio scorso dagli uffici capitolini all'Urbanistica. Nel provvedimento si annulla "in via di autotutela" il permesso a costruire rilasciato il 22 dicembre 2015, quindi durante il 'governo' del commissario straordinario Tronca. Secondo la determina tale permesso "inficia le previsioni del Protocollo di intesa tra Mef e Roma Capitale [...] con particolare riferimento alla corresponsione nelle previste tre tranche, del contributo di valorizzazione" da 24 milioni di euro. Soldi che la Alfiere spa, al tempo costituita da altri azionisti, avrebbe dovuto versare per un progetto di demolizione e ricostruzione: da uffici a case di lusso firmate Renzo Piano e spazi commerciali. Il nodo va quindi a scomodare la lunga storia delle Torri, nata da una cartolarizzazione statale, che ha attraversato anni di abbandono tanto da far meritare agli immobili l'appellativo di 'Beirut di Roma'. 

Dal 29 luglio, quindi, il permesso a costruire, o meglio al "restauro conservativo" delle Torri, non ha più validità. E l'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini, pur invitando Telecom a rimanere, rimanda la decisione all'Assemblea capitolina.  

Si profila l'eventualità di un contenzioso tra Telecom Italia e Cdp. Secondo quanto riferiscono all'Adnkronos fonti vicine al dossier la possibilità "sarebbe concreta". Oltre alla 'data di scadenza' per il permesso a costruire, infatti, Telecom potrebbe appellarsi anche ai termini fissati per la consegna dei nuovi uffici: la fine del 2017. Un termine impossibile da rispettare considerando il nuovo iter che l'amministrazione capitolina vorrebbe avviare. Telecom, che starebbe già lavorando a un piano B recuperando spazi nelle sue sedi di Parco dei Medici e Oriolo Romano, si ritiene parte lesa. 

Cassa depositi e prestiti, invece, non vorrebbe intraprendere questa strada ed è al lavoro per trovare una via d'uscita: ottenere nuovamente i permessi a costruire e stabilire con Telecom un nuovo accordo. Riporta sempre l'Adnkronos come nel contratto tra le parti, sarebbe esplicitamente previsto che anche in caso di recesso ci sia una finestra disponibile per ritrovare un accordo. Anche il 'contributo di valorizzazione' da 24 milioni di euro, che Berdini ha deciso di richiedere, non dovrebbe pesare su Telecom ma sulla precedente proprietà delle Torri. 

Gli occhi sono puntati sulla commissione capitolina Urbanistica che si terrà venerdì presso gli uffici del dipartimento di via del Turismo durante la quale verrà ascoltato l'assessore Berdini. Lui stesso in una nota, pur ribadendo che l'amministrazione capitolina intende incassare i 24 milioni di euro di 'contributo di valorizzazione', ha ribadito l'interesse a tenere in piedi il progetto di Telecom. Nei giorni scorsi è stata approvata anche una memoria di Giunta che, però, rimanda la decisione ad un nuovo provvedimento da sottoporre all'Assemblea capitolina. Per la corsa contro il tempo, però, potrebbe già essere troppo tardi. 

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