Tiburtina, il Comune sgombera migranti e mette fioriere: “Ma senza accoglienza resta intervento di facciata”
La denuncia dei volontari che da anni si occupano di fornire ai transitanti pasti, cure e supporto: "Nessuna soluzione alternativa, operazione ha solo spostato il problema cento metri più in la"
I panni stesi al sole sulle ringhiere che danno sulla strada, sopra le teste di migliaia di automobilisti che percorrono le grandi arterie intorno alla stazione Tiburtina; materassi e giacigli sprofondati nel terriccio umido, nascosti negli anfratti della città. Intorno suppellettili e qualche cumulo di rifiuti. Così adesso vivono decine di migranti: parte di quelli sgomberati dal Comune da Piazzale Spadolini, dove per anni gli attivisti di Baobab hanno fornito ai transitanti pasti, cure e supporto.
Tiburtina: lo sgombero di Baobab
Uno sgombero, il 41esimo in sei anni, che per il Comune apre la strada alla risistemazione dell’area nell’ambito della completa riqualificazione di Tiburtina dopo l’abbattimento di un tratto di Tangenziale est. Postazioni per car e bike sharing, spazio per i monopattini e ancora parapedonali e il ripristino del capolinea della linea bus 548. A Piazzale Spadolini anche il presidio h24 delle forze dell’ordine.
“Con un proficuo lavoro di squadra ridiamo dignità all’area esterna est della Stazione Tiburtina. Riconsegniamo ai cittadini e ai viaggiatori la possibilità di poter fruire in piena sicurezza di tutti i servizi legati ad uno degli scali ferroviari più importanti della città, tra i principali punti di accesso a Roma” - aveva commentato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, a margine dell’operazione di sgombero.
Tiburtina, sgomberati i migranti arrivano le fioriere
Al posto dei migranti sono arrivate le fioriere per gli orti condivisi, chieste da alcuni comitati e associazioni del territorio e rivendicate con orgoglio dalla delegata alla Sicurezza ed alle Periferie del Campidoglio Federica Angeli. “In 4 mesi di pianificazione non c'è stato nulla di non contemplato. I migranti che erano lì presenti purtroppo per tre volte hanno rifiutato ospitalità nelle strutture del Comune. Molti sono partiti per altre città (tanti di loro restano solo il tempo necessario per avere i documenti, non vogliono stare in Italia). Per tutti gli altri, il Comune di Roma c'è. Non li forziamo nè obblighiamo a fare nulla ma ci siamo. L'intera operazione - ha sottolineato in un post su Facebook la giornalista prestata alla politica - contrariamente al racconto distorto che ne ha dato l'associazione che li gestisce è stata dal principio pensata e svolta nell'interesse e dei cittadini che ci hanno chiesto aiuto e nell'interesse dei migranti. Senza lasciare nessuno indietro”.
I volontari in supporto ai migranti: "Nessuna soluzione alternativa"
“L’intervento di facciata del Comune di Roma ha solo spostato il problema cento metri più in là. E non è stata data nessuna soluzione alternativa” - la replica di Baobab Experience, Intersos, Medu e Sanità di frontiera. Tutte realtà che negli anni hanno accolto i migranti appena fuori dalla stazione Tiburtina.
Sgombero Baobab, critica al Campidoglio: "Sposta problema di cento metri"
“A Piazzale Spadolini queste persone hanno trovato cibo, acqua e vestiario, un primo approdo di accoglienza, assistenza, legale e sanitaria, supporto psicologico. Ogni giorno arrivano a Piazzale Spadolini in media 20 persone e la media di presenze giornaliere è di circa 100 -120 persone. Le continue segnalazioni alla Sala Operativa Sociale e all’Ufficio Immigrazione del Comune di Roma da parte della rete associativa, per chiedere che vengano accolte le persone vulnerabili, hanno trovato difficilmente risposta e non poteva essere altrimenti visto il continuo e progressivo depotenziamento del circuito cittadino dell’accoglienza” - hanno raccontato i volontari. “Anche in questa occasione la situazione non è stata diversa: le persone allontanate da Piazzale Spadolini sono state letteralmente sostituite da fioriere, in un ipocrita intervento di riqualificazione urbana che lascia senza alternative dignitose degli esseri umani. Questa ennesima operazione conferma la mancanza di una visione lucida e lungimirante del grave fenomeno dell'esclusione sociale a Roma, della capacità di pianificazione di interventi sociali graduali ma incisivi e della volontà politica di fornire delle risposte. Le operazioni di sgombero, come quella del 14 luglio, non risolvono in alcun modo il fenomeno della marginalità sociale a Roma, ma - sottolineano gli attivisti - hanno solo l’effetto di spostare di pochi metri le persone, che saranno costrette a cercare riparo in altri luoghi ancor più isolati e irraggiungibili”.