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"Perché il termovalorizzatore a Santa Palomba non si può fare"

Tutte le ragioni spiegate in conferenza stampa da Europa Verde e Sinistra italiana, tra le forze politiche (di maggioranza) contrarie all'impianto voluto da Gualtieri

Oltre 250mila persone nel raggio di 8 chilometri, la presenza di luoghi sensibili e di interesse storico, paesaggistico e culturale nei comuni limitrofi e la necessità "di grandi quantità di acqua per tenere costante la temperatura di combustione" in un contesto dove "c'è un'emergenza idrica permanente". Eccole, le principali criticità legate alla realizzazione di un termovalorizzatore a Santa Palomba evidenziate in conferenza stampa da Europa Verde e Sinistra italiana, tra le forze politiche di maggioranza da subito contrarie all'impianto di incenerimento annunciato da Gualtieri lo scorso aprile. Ancora non è chiaro dove lo stesso verrà ubicato, ma il principale indiziato da mesi è un terreno nel comune di Santa Palomba, appunto, al confine tra IX municipio di Roma e i piccoli centri urbani di Pomezia, Albano e Ardea. 

Le criticità del termovalorizzatore

Due settimane fa sia Europa Verde che Sinistra Italiana hanno partecipato a un sopralluogo sull'area: "Nel raggio di 8 km intorno all'ipotesi di localizzazione dell'inceneritore vivono circa 260mila abitanti - ha spiegato il capogruppo di Europa Verde in Campidoglio, Nando Bonessio - a circa 1,5 km sorgono 300 appartamenti di case popolari destinate all'emergenza abitativa per circa 1.000 residenti, nella zona di Borgo Sorano. Sono in costruzione 1.000 appartamenti in housing sociale, previsti dal Print Santa Palomba, per circa 4mila residenti a un chilometro dal lotto di terreno individuato per ospitare l'inceneritore. Inoltre, nei comuni limitrofi ci sono centri aggregativi scuole, parrocchie, attività commerciali, aziende agricole, luoghi di interesse storico-culturale e paesaggistico. E ancora, la vicinanza preoccupante alla discarica di Albano fa di quel punto un fulcro preoccupante di emissioni inquinanti, e lo sfruttamento delle falde acquifere in un'area, quella dei Castelli, dove c'e' un'emergenza idrica permanente".

Viaggio a Santa Palomba, la discarica dei problemi di Roma

Bonessio dopo avere sottolineato che "siamo tenuti ai margini delle decisioni come componenti di maggioranza, questo già accadeva prima e ora Gualtieri è stato nominato commissario questa marginalità è aumentata. Apprendiamo le cose all'ultimo", ha ribadito che l'inceneritore "è insostenibile intanto per scelta tecnica e dimensioni, ad oggi dichiarate: un impianto da 600mila tonnellate annue di rifiuti indifferenziati rappresenterebbe il 35% dei rifiuti prodotti annualmente da Roma. Produrrebbe circa 150mila tonnellate annue di rifiuti speciali e pericolosi non riciclabili, ceneri che sono rifiuti speciali e pericolosi da smaltire in discarica ed emissioni di polveri ultrasottili, le pm 2,5, diossine, furani, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti e Co2".

La strada alternativa

L'alternativa proposta da Europa Verde è "impianti di piccole e medie dimensioni a basso impatto ambientale per lavorazione carta, legno, vetro plastica, metalli distribuiti sui territori; ricondizionare i tmb dismessi e incendiati in impianti di recupero materia; raccolta differenziata porta a porta domiciliare o di condominio preceduta a livello organizzativo dalla raccolta duale con massima intercettazione della componente organica; eliminazione dei cassonetto stradali e apertura e diffusione delle isole ecologiche e dei centri del riuso". Per quanto riguarda invece la chiusura del ciclo, "le 200mila tonnellate circa l'anno di rifiuti non recuperabili e non riciclabili possono essere trattati nell'inceneritore di San Vittore, come previsto dal piano rifiuti regionale".

La senatrice di Sinistra Italiana, Elena Fattori, ha sottolineato che "un inceneritore consuma acqua e ossigeno e produce anidride carbonica e calore, non ci vuole un genio per capire che questo progetto non è transizione ecologica. Sono impianti non solo non sostenibili per il terriorio ma per il pianeta, tanto che nel 2017 la Ue ha dato linee guida di non costruirne altri. Roma è piena di rifiuti perché qualcuno vuole costruire un inceneritore e perché conviene tenerla sporca. A Gualtieri interessano i voti e l'interesse del momento. Da un anno ho chiesto di incontrarlo ma ho visto solo porte sbattute". Quindi "è ora di andare in Campidoglio e tirare giù Gualtieri, perché l'inceneritore non è il progresso - ha concluso Fattori - Dobbiamo essere più forti e incisivi, andare sotto i palazzi e nei palazzi a di chi ci da' degli ingenui per dimostrargli che noi sappiamo come si fanno le cose e loro sono solo falsi in preda a un delirio di onnipotenza".


 

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